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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

Un ente di edilizia pubblica ha contestato un avviso di accertamento IMU per il 2014, sostenendo di avere diritto all’esenzione IMU alloggi sociali. La Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che gli immobili degli ex IACP sono esenti da IMU se rispettano i requisiti di ‘alloggio sociale’ definiti dalla legge, annullando la decisione precedente che negava l’esenzione a priori.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU alloggi sociali: La Cassazione chiarisce i requisiti per gli ex IACP

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale in materia di esenzione IMU alloggi sociali. La decisione stabilisce che gli immobili di proprietà degli enti di edilizia residenziale pubblica (ex IACP) possono beneficiare dell’esenzione totale dall’imposta, ma solo se soddisfano i requisiti specifici per essere qualificati come ‘alloggi sociali’. Questa pronuncia segna un punto importante, distinguendo nettamente tra la generica detrazione e l’esenzione completa.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dal ricorso presentato da un’Agenzia Regionale per la Casa (ex IACP) contro un avviso di accertamento IMU per l’annualità 2014, emesso da un Comune pugliese. L’ente sosteneva che i propri immobili, destinati a finalità sociali, dovessero essere esenti dal pagamento dell’imposta. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano respinto questa tesi, concedendo unicamente una detrazione fissa di 200 euro per ciascun immobile, ma negando l’esenzione totale. Secondo i giudici di merito, la normativa specifica prevista per gli immobili IACP (che contempla appunto la detrazione) prevaleva su quella generale dell’esenzione, escludendola a priori.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione precedente, accogliendo il ricorso dell’ente. I giudici supremi hanno cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Il punto centrale della decisione è che i giudici di merito hanno errato nel non verificare se gli immobili in questione possedessero le caratteristiche per essere classificati come ‘alloggi sociali’ ai sensi del Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008.

Le Motivazioni: la distinzione fondamentale per l’esenzione IMU alloggi sociali

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi della normativa fiscale, sottolineando che il legislatore ha creato due regimi fiscali distinti e non sovrapponibili per gli immobili di edilizia residenziale pubblica.

La differenza tra alloggi IACP e ‘alloggi sociali’

La Cassazione chiarisce che non tutti gli immobili di proprietà degli ex IACP sono automaticamente ‘alloggi sociali’. La normativa prevede due scenari:
1. Alloggi regolarmente assegnati da IACP: Per questi immobili, la legge (art. 13, comma 10, D.L. 201/2011) prevede un’agevolazione specifica, consistente in una detrazione d’imposta di 200 euro.
2. Alloggi sociali: Si tratta di una categoria specifica, definita dal D.M. 22 aprile 2008, che a partire dal 1° gennaio 2014 è stata equiparata all’abitazione principale e, di conseguenza, è totalmente esente da IMU.

L’errore della corte territoriale è stato quello di considerare la norma sulla detrazione come prevalente e ostativa all’applicazione dell’esenzione, senza procedere alla necessaria verifica di fatto. La questione non è se una norma speciale deroghi a una generale, ma se un immobile rientri in una fattispecie (quella dell’alloggio IACP con detrazione) oppure in un’altra, diversa e più favorevole (quella dell’alloggio sociale con esenzione totale).

Il principio di stretta interpretazione e l’onere della prova

I giudici hanno ribadito che le norme di esenzione e agevolazione fiscale sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia. Tuttavia, hanno precisato che negare l’esenzione senza verificare se ne sussistano i presupposti costituisce un errore di diritto. Spetta al giudice di merito accertare, caso per caso, se gli immobili oggetto della controversia abbiano le caratteristiche individuate dal decreto ministeriale per essere definiti ‘sociali’.

Le Conclusioni: cosa cambia per gli enti di edilizia pubblica?

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Gli enti di edilizia residenziale pubblica non possono vedersi negare a priori il diritto all’esenzione IMU per i propri immobili. Per ottenerla, tuttavia, hanno l’onere di dimostrare che tali immobili non sono semplicemente ‘assegnati’, ma che possiedono le specifiche caratteristiche strutturali e di destinazione previste per gli ‘alloggi sociali’. Di contro, i Comuni non possono emettere avvisi di accertamento escludendo l’esenzione senza considerare la potenziale qualifica degli immobili. La decisione finale spetterà al giudice tributario, che dovrà effettuare una valutazione concreta basata sulle prove fornite dalle parti.

Tutti gli immobili degli ex IACP sono esenti dall’IMU?
No, non tutti. L’esenzione totale è prevista solo per quelli che rientrano nella definizione di ‘alloggi sociali’ secondo il Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008. Per gli altri alloggi regolarmente assegnati, è prevista solo una detrazione di 200 euro.

Qual è la differenza fondamentale tra un alloggio ex IACP e un ‘alloggio sociale’ ai fini IMU?
La differenza risiede nel rispetto di specifici requisiti normativi. Un ‘alloggio sociale’ ha caratteristiche definite dal D.M. 22 aprile 2008 ed è finalizzato a ridurre il disagio abitativo. Un immobile ex IACP è considerato ‘alloggio sociale’, e quindi esente da IMU, solo se possiede tali caratteristiche; la qualifica non è automatica.

Cosa ha sbagliato il giudice di merito secondo la Corte di Cassazione?
Il giudice di merito ha errato nel negare l’esenzione a priori, senza verificare se gli immobili in questione avessero effettivamente i requisiti per essere classificati come ‘alloggi sociali’. Ha applicato in modo scorretto la norma sulla detrazione per gli IACP come se escludesse la possibilità di un’esenzione totale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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