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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

Un ente di edilizia residenziale pubblica si è opposto a un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune, sostenendo l’esenzione per i propri immobili in quanto “alloggi sociali”. La Commissione Tributaria Regionale aveva negato l’esenzione, ritenendola applicabile solo in caso di utilizzo diretto dell’immobile da parte dell’ente. La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, ha cassato la sentenza, affermando che ai fini dell’esenzione IMU per gli alloggi sociali, il criterio non è l’utilizzo diretto, ma il possesso dei requisiti oggettivi stabiliti dal decreto ministeriale del 22 aprile 2008. La causa è stata rinviata al giudice di merito per verificare se gli immobili in questione soddisfino tali specifici requisiti.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione chiarisce i requisiti

L’esenzione IMU per gli alloggi sociali è un tema di grande rilevanza che interseca diritto tributario e politiche abitative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, distinguendo nettamente tra gli immobili di edilizia residenziale pubblica generica e quelli che possono essere specificamente qualificati come “alloggi sociali” ai fini del beneficio fiscale. La decisione sottolinea che l’esenzione non dipende dalla natura del soggetto proprietario o dall’uso indiretto del bene, ma dal possesso di precisi requisiti oggettivi.

I fatti di causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento IMU per l’annualità 2015, notificato da un Comune a un Istituto Autonomo Case Popolari (IACP). L’ente locale richiedeva il pagamento di una somma considerevole per una serie di immobili di proprietà dell’Istituto.

L’IACP ha impugnato l’avviso, sostenendo che gli immobili in questione dovessero beneficiare dell’esenzione totale dall’imposta, in quanto rientranti nella categoria degli “alloggi sociali” secondo la definizione fornita dal Decreto del Ministro delle Infrastrutture del 22 aprile 2008. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, dando ragione al Comune. Secondo il giudice d’appello, l’esenzione sarebbe spettata solo in caso di utilizzo diretto degli immobili da parte dell’ente proprietario e non, come nel caso di specie, in ipotesi di locazione a terzi (utilizzo indiretto).

L’Istituto ha quindi proposto ricorso per cassazione contro questa sentenza.

L’esenzione IMU per gli alloggi sociali secondo la Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Istituto, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno stabilito che la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore di diritto nel negare l’esenzione basandosi unicamente sul criterio dell’utilizzo indiretto degli immobili.

Il principio di diritto affermato è chiaro: per ottenere l’esenzione IMU, non è sufficiente essere un IACP, ma è necessario dimostrare che gli immobili possiedono le caratteristiche oggettive per essere qualificati come “alloggi sociali”.

Le motivazioni

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su diversi punti fondamentali:

1. Distinzione normativa: Il legislatore ha disciplinato in modo diverso la condizione degli immobili IACP rispetto a quella degli “alloggi sociali”. Per i primi, è prevista una detrazione specifica (200 euro), mentre per i secondi è prevista un’esenzione totale dal prelievo fiscale.

2. Requisiti oggettivi: L’esenzione è concessa solo per gli immobili che, per le loro caratteristiche intrinseche, sono specificamente destinati a finalità sociali. Tali caratteristiche sono individuate nel dettaglio dal decreto ministeriale del 22 aprile 2008. Questo decreto definisce l’alloggio sociale come un’unità immobiliare destinata a ridurre il disagio abitativo di soggetti svantaggiati. Deve essere “adeguato, salubre, sicuro” e costruito secondo principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico.

3. Irrilevanza dell’utilizzo indiretto: La Corte ha ritenuto errata la tesi del giudice d’appello secondo cui la locazione a terzi escluderebbe a priori l’esenzione. La finalità pubblica degli alloggi sociali si realizza proprio attraverso la loro concessione in locazione a canoni calmierati a nuclei familiari bisognosi. Pertanto, l’utilizzo indiretto è connaturato alla funzione stessa di tali immobili.

4. Onere della prova: La Cassazione ha implicitamente confermato che spetta all’ente che richiede l’esenzione dimostrare in giudizio che i propri immobili soddisfano tutti i requisiti oggettivi previsti dalla normativa per essere considerati “alloggi sociali”.

Conclusioni

La decisione rappresenta un punto fermo per tutti gli enti di edilizia residenziale pubblica. Per beneficiare dell’esenzione IMU per gli alloggi sociali, non basta essere un soggetto pubblico che gestisce case popolari. È indispensabile che gli immobili per cui si chiede il beneficio fiscale rispettino puntualmente le caratteristiche tecniche, costruttive e funzionali delineate dal Decreto Ministeriale del 2008. La sentenza chiarisce che il focus dell’analisi deve essere sulla natura oggettiva del bene e sulla sua effettiva destinazione a risolvere il disagio abitativo, e non sul mero rapporto di proprietà o sulla modalità di gestione (diretta o indiretta). La palla passa ora al giudice del rinvio, che dovrà accertare nel merito se gli immobili dell’Istituto possiedono o meno tali requisiti.

Tutti gli immobili degli Istituti per le case popolari (IACP) sono esenti da IMU?
No, non tutti. La Cassazione chiarisce che l’esenzione totale è prevista solo per gli “alloggi sociali”, che devono possedere specifiche caratteristiche definite da un decreto ministeriale. Per gli altri alloggi IACP, è prevista una detrazione, ma non l’esenzione completa.

Se un ente pubblico affitta un immobile “sociale” a terzi, perde il diritto all’esenzione IMU?
No. Secondo la Corte, il fatto che l’immobile sia concesso in locazione (uso indiretto) non è un ostacolo all’esenzione. L’elemento cruciale è che l’immobile sia qualificato come “alloggio sociale” e destinato a soddisfare il bisogno abitativo di soggetti svantaggiati, in linea con la sua finalità pubblica.

Quali sono i requisiti per definire un immobile come “alloggio sociale” ai fini dell’esenzione IMU?
I requisiti sono quelli oggettivi stabiliti dal Decreto del Ministro delle Infrastrutture del 22 aprile 2008. Questi includono caratteristiche tecnico-costruttive, di salubrità, sicurezza, sostenibilità ambientale e un numero di vani adeguato al nucleo familiare. La sentenza rinvia al giudice di merito il compito di verificare la sussistenza di tali requisiti nel caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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