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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Comune contro un ente di edilizia residenziale, confermando il diritto all’esenzione IMU per gli alloggi sociali. La Corte ha stabilito che per questi immobili vige una presunzione di utilizzo come abitazione principale da parte degli assegnatari. Di conseguenza, spetta al Comune, e non all’ente, l’onere di provare l’eventuale mancanza di tale requisito per negare il beneficio fiscale.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU alloggi sociali: La Cassazione Stabilisce l’Onere della Prova

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un tema di grande rilevanza per gli enti pubblici e i Comuni: l’esenzione IMU alloggi sociali. La decisione chiarisce in modo definitivo a chi spetti l’onere di dimostrare la sussistenza dei requisiti per beneficiare dell’esenzione, introducendo un principio di presunzione che semplifica la posizione degli enti gestori di edilizia residenziale pubblica.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dal ricorso di un Comune contro la decisione della Commissione Tributaria Regionale, che aveva riconosciuto a un Ente di edilizia residenziale pubblica (ex IACP) il diritto all’esenzione totale dall’IMU per l’annualità 2014, relativamente ai suoi alloggi. Il Comune sosteneva che tali immobili non potessero beneficiare dell’esenzione completa, ma al massimo di una detrazione fissa di 200 euro, in quanto l’Ente li concedeva in locazione, percependo un canone, e non aveva fornito, a suo dire, prova sufficiente che gli immobili fossero adibiti ad abitazione principale dagli assegnatari e che possedessero tutte le caratteristiche dell'”alloggio sociale” definite dalla legge.

La Questione Giuridica: Esenzione Totale o Semplice Detrazione?

Il cuore della disputa legale risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 13 del D.L. 201/2011. Questo articolo prevede due regimi fiscali distinti:
1. Una detrazione di 200 euro per gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) o enti assimilati (comma 10).
2. Una esenzione totale per gli “alloggi sociali” come definiti dal Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008, equiparati all’abitazione principale (comma 2, lett. b).

Il Comune riteneva applicabile solo la prima ipotesi, mentre l’Ente gestore e, infine, la Corte di Cassazione hanno confermato la piena applicabilità della seconda.

Esenzione IMU alloggi sociali e la Presunzione di Residenza

Il punto cardine della decisione della Cassazione è l’affermazione di una presunzione iuris tantum. La Corte ha stabilito che, una volta che un immobile è qualificato come “alloggio sociale” secondo i criteri normativi, si presume che esso sia destinato ad abitazione principale dell’assegnatario. Questa destinazione è, infatti, un requisito intrinseco e necessario per l’assegnazione stessa. L’inadempimento di tale obbligo da parte dell’inquilino comporterebbe la decadenza dal beneficio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del Comune, argomentando in modo chiaro e strutturato. I giudici hanno sottolineato che il legislatore ha volutamente creato una distinzione tra gli immobili genericamente gestiti dagli ex IACP e quelli specificamente qualificati come “alloggi sociali”. Per questi ultimi, a partire dal 1° gennaio 2014, è prevista l’equiparazione all’abitazione principale e, di conseguenza, l’esenzione totale dall’IMU.

La Corte ha specificato che, in virtù della presunzione di utilizzo come abitazione principale, l’onere della prova si inverte: non è più l’ente gestore a dover dimostrare, caso per caso, che ogni assegnatario risiede effettivamente nell’alloggio, ma è l’ente impositore (il Comune) a dover fornire la prova contraria. Se il Comune intende negare l’esenzione, deve dimostrare attivamente che l’assegnatario non ha adibito l’immobile a propria dimora abituale e residenza anagrafica.

Inoltre, la Corte ha giudicato irrilevante la percezione di un canone di locazione, poiché la normativa speciale sull’esenzione per gli alloggi sociali prevale sulle regole generali, data la finalità pubblica e sociale di tali immobili. La documentazione prodotta dall’ente (dichiarazione di attestazione e relazione tecnica) è stata ritenuta sufficiente a dimostrare che gli immobili in questione rientravano nella definizione di alloggio sociale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo importante per la gestione fiscale del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica. Le conclusioni pratiche sono significative:
* Certezza per gli Enti Gestori: Gli enti come gli ATER (ex IACP) possono fare affidamento su una presunzione legale per ottenere l’esenzione IMU per i loro alloggi sociali, senza dover produrre prove complesse per ogni singola unità immobiliare.
* Onere della Prova sui Comuni: I Comuni che intendono recuperare l’IMU su tali immobili devono svolgere un’attività di accertamento puntuale e dimostrare concretamente la mancanza dei requisiti soggettivi in capo all’assegnatario (mancata residenza o dimora abituale).

In definitiva, la Corte di Cassazione rafforza la tutela della funzione sociale dell’edilizia residenziale pubblica, semplificando gli adempimenti fiscali per gli enti che operano in questo settore cruciale per la coesione sociale.

A chi spetta l’esenzione IMU per gli alloggi sociali?
Spetta all’ente proprietario (come un ATER o ex IACP) a condizione che gli immobili siano qualificati come “alloggi sociali” ai sensi del D.M. 22 aprile 2008 e siano adibiti dall’assegnatario a propria abitazione principale.

Chi deve dimostrare che un alloggio sociale è utilizzato come abitazione principale ai fini dell’esenzione IMU?
La sentenza stabilisce una presunzione legale: si presume che l’alloggio sociale sia utilizzato come abitazione principale. Di conseguenza, spetta all’ente impositore, cioè il Comune, l’onere di fornire la prova contraria per poter negare l’esenzione.

La richiesta di un canone di locazione da parte dell’ente gestore esclude il diritto all’esenzione IMU per gli alloggi sociali?
No. Secondo la Corte, la percezione di un canone di locazione non è un elemento che esclude il diritto all’esenzione, poiché la normativa specifica per gli alloggi sociali, data la loro funzione di interesse generale, prevale sulle regole ordinarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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