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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

Un ente di edilizia residenziale pubblica ha impugnato un avviso di accertamento IMU, sostenendo di avere diritto all’esenzione. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’esenzione IMU per alloggi sociali non è automatica per tutti gli immobili di tali enti, ma è subordinata alla prova che i singoli immobili possiedano le caratteristiche specifiche di ‘alloggio sociale’ definite dalla normativa. La Corte ha annullato la decisione del giudice di merito per non aver esaminato le prove fornite dall’ente, rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU alloggi sociali: la prova spetta all’ente

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarimento in materia di esenzione IMU per gli alloggi sociali. La decisione sottolinea che tale beneficio fiscale non è automatico per tutti gli immobili di proprietà degli enti di edilizia residenziale pubblica, ma richiede una prova specifica delle caratteristiche dell’immobile. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia fondamentale per enti e comuni.

I Fatti del Caso: La controversia tra Ente e Comune sull’IMU

Un’Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale (ALER) si è vista recapitare un avviso di accertamento IMU per l’annualità 2014, emesso da un Comune lombardo. L’ente ha impugnato l’atto, ritenendo che i propri immobili dovessero beneficiare dell’esenzione fiscale.

Tuttavia, sia la commissione tributaria di primo grado che quella regionale hanno dato ragione al Comune, confermando la legittimità della pretesa fiscale. Secondo i giudici di merito, l’ente non aveva sufficientemente provato che gli immobili in questione rientrassero nella specifica categoria di “alloggi sociali” come definiti dalla normativa nazionale, requisito indispensabile per ottenere l’esenzione. L’ente ha quindi deciso di presentare ricorso in Cassazione.

La questione giuridica e l’esenzione IMU alloggi sociali

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione della normativa sull’IMU. La legge prevede un’esenzione specifica per i “fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali come definiti dal decreto del Ministero delle infrastrutture 22 aprile 2008”.

Il punto cruciale è stabilire se questa esenzione si applichi a tutti gli immobili gestiti dagli ex Istituti Autonomi Case Popolari (IACP) o solo a quelli che rispettano puntualmente i parametri tecnici e di destinazione previsti dal decreto ministeriale. La Corte di Cassazione è stata chiamata a chiarire questo aspetto e a definire su chi gravi l’onere di dimostrare la sussistenza di tali requisiti.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente, ma non per le ragioni inizialmente addotte da quest’ultimo. I giudici hanno innanzitutto ribadito un principio fondamentale: l’esenzione IMU per gli alloggi sociali non è un beneficio generalizzato e automatico. Esso spetta solo se l’immobile possiede le precise caratteristiche di “alloggio sociale”, finalizzate a soddisfare il disagio abitativo di nuclei familiari svantaggiati.

Il vero errore della sentenza impugnata, secondo la Cassazione, è stato di natura procedurale. Il giudice di secondo grado non ha compiuto un’analisi specifica delle caratteristiche degli alloggi, nonostante l’ente avesse prodotto una relazione tecnica asseverata proprio per dimostrare la sussistenza dei requisiti per l’esenzione. In pratica, il giudice di merito ha omesso una valutazione fondamentale delle prove presentate. La Cassazione ha specificato che tale verifica dei fatti non può essere svolta in sede di legittimità, ma deve essere compiuta dal giudice di merito.

Le conclusioni: L’importanza della verifica in concreto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte di giustizia di secondo grado in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso e, questa volta, effettuare una verifica concreta e specifica delle prove fornite dall’ente. Dovrà analizzare la relazione tecnica e decidere se, sulla base di quella, gli immobili in questione possono essere qualificati come “alloggi sociali” e beneficiare quindi dell’esenzione IMU.

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: chi intende beneficiare di un’agevolazione fiscale, come un’esenzione, ha l’onere di provare di possederne tutti i requisiti. Al contempo, sottolinea il dovere del giudice di merito di analizzare attentamente tutte le prove prodotte dalle parti prima di emettere una decisione.

Un immobile di proprietà di un ente di edilizia residenziale pubblica è automaticamente esente da IMU?
No. L’esenzione IMU si applica solo agli immobili che possiedono le specifiche caratteristiche di “alloggio sociale” definite dal decreto del Ministero delle infrastrutture del 22 aprile 2008. Non è un’esenzione generalizzata per tutti gli immobili dell’ente.

A chi spetta dimostrare che un immobile ha i requisiti per essere considerato “alloggio sociale” ai fini dell’esenzione IMU?
L’onere della prova spetta al contribuente, ovvero all’ente proprietario dell’immobile, che deve dimostrare la sussistenza delle condizioni oggettive per beneficiare dell’esenzione.

Cosa accade se il giudice di merito non analizza le prove fornite dal contribuente sulle caratteristiche dell’immobile?
La sentenza è viziata. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice di merito ha l’obbligo di compiere una verifica in concreto dei requisiti, analizzando le prove prodotte (come le relazioni tecniche), e non può negare l’esenzione senza tale valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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