LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU agricola: Sì anche ai pensionati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14919/2025, ha stabilito che l’esenzione IMU agricola per i terreni spetta anche ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli in pensione, a condizione che mantengano l’iscrizione alla previdenza agricola. La Corte ha chiarito che lo status di pensionato e la prevalenza del reddito da pensione non sono ostativi al beneficio fiscale, annullando la decisione di merito che aveva negato l’agevolazione a un contribuente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Agricola: La Cassazione Conferma il Diritto anche per i Pensionati

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha finalmente chiarito un dubbio che affliggeva molti agricoltori pensionati: la percezione di un reddito da pensione preclude il diritto all’esenzione IMU agricola? La risposta è un netto no. La Suprema Corte ha stabilito che l’unico requisito fondamentale è il mantenimento dell’iscrizione alla previdenza agricola, indipendentemente dall’entità del reddito pensionistico. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguardava un coltivatore diretto in pensione a cui il Comune aveva notificato avvisi di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU sui suoi terreni agricoli per le annualità dal 2013 al 2016. Il contribuente aveva impugnato gli avvisi, sostenendo di avere diritto all’esenzione in quanto continuava a svolgere l’attività agricola e a essere regolarmente iscritto alla gestione previdenziale agricola.

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva respinto l’appello del contribuente. Secondo i giudici di merito, il fatto che il suo reddito prevalente derivasse dalla pensione e non dall’attività agricola era motivo sufficiente per escludere l’agevolazione fiscale. Insoddisfatto, il contribuente ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte sull’esenzione IMU agricola

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. I giudici di legittimità hanno basato la loro decisione su una norma di interpretazione autentica (art. 78-bis del D.L. n. 104/2020), la quale ha chiarito retroattivamente la portata delle norme sull’IMU agricola.

Il principio affermato è che lo status di pensionato non costituisce di per sé un elemento ostativo al riconoscimento dell’agevolazione. Ciò che conta è la permanenza del requisito dell’iscrizione alla previdenza agricola. Questa iscrizione, infatti, presuppone già una valutazione del reddito agrario secondo i criteri previdenziali e garantisce la persistenza dei requisiti sostanziali dell’attività agricola.

L’impatto dell’Interpretazione Autentica

La Corte ha sottolineato come la norma sopravvenuta (ius superveniens) non abbia introdotto un’innovazione, ma si sia limitata a chiarire il significato originario della legge. Questo intervento del legislatore si è reso necessario per dirimere i contrasti giurisprudenziali e le incertezze applicative. Pertanto, la Commissione Tributaria Regionale ha errato nell’imporre un requisito ulteriore – la prevalenza del reddito agricolo su quello da pensione – non previsto dalla normativa.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un’interpretazione sistematica e costituzionalmente orientata. La ratio dell’agevolazione è sostenere e implementare l’attività agricola. Questo scopo è sufficientemente garantito dalla presenza del requisito formale e sostanziale dell’iscrizione alla gestione previdenziale.

La Cassazione ha ribadito che l’iscrizione all’INPS come coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale è l’unica condizione richiesta per fruire dei benefici fiscali. Tale iscrizione certifica il mantenimento di un’effettiva attività agricola, rendendo superflua qualsiasi altra indagine sulla composizione del reddito del contribuente. Escludere i pensionati che continuano a lavorare la terra sarebbe contrario alla logica della norma, che mira a incentivare la continuità del presidio agricolo sul territorio. Inoltre, la Corte ha respinto i dubbi di legittimità costituzionale sulla norma interpretativa, ritenendo ragionevole e non innovativa la scelta del legislatore di vincolare il beneficio alla sola iscrizione previdenziale.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica: un agricoltore, anche se pensionato, ha pieno diritto all’esenzione IMU agricola per i terreni che continua a coltivare, a patto che mantenga attiva la propria iscrizione alla cassa previdenziale di categoria. La prevalenza del reddito da pensione è irrilevante. Questa decisione offre certezza giuridica ai contribuenti e impone alle amministrazioni comunali di adeguarsi a un’interpretazione normativa ormai consolidata, evitando l’imposizione di requisiti non previsti dalla legge.

Un agricoltore che percepisce una pensione ha diritto all’esenzione IMU sui terreni agricoli?
Sì, ha diritto all’esenzione a condizione che continui a svolgere l’attività agricola e mantenga l’iscrizione nella gestione previdenziale agricola come coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale. Lo status di pensionato non è di per sé un ostacolo.

Qual è l’unico requisito necessario per ottenere l’esenzione IMU agricola secondo la Cassazione?
L’unico requisito richiesto è la permanenza dell’iscrizione alla previdenza agricola. Questa iscrizione è considerata sufficiente a garantire la sussistenza dei requisiti sostanziali per l’attività agricola, senza necessità di verificare la prevalenza del reddito agricolo rispetto ad altri redditi, come quello da pensione.

Perché la decisione della Cassazione si basa su una norma retroattiva?
La decisione si fonda sull’art. 78-bis del D.L. 104/2020, una norma di “interpretazione autentica”. Questo tipo di norma non crea nuovo diritto, ma chiarisce il significato di una legge precedente fin dalla sua origine. La sua applicazione è quindi retroattiva e serve a risolvere incertezze e contrasti interpretativi sorti in passato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati