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Esenzione IMU abitazione principale: il rinvio alle SU

Una contribuente si è vista negare l’esenzione IMU abitazione principale in quanto la sua residenza era diversa da quella del coniuge. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha deciso di sospendere il giudizio. La ragione risiede nel fatto che la questione fondamentale, ovvero come definire l’abitazione principale per i coniugi separati di fatto con residenze diverse, è stata rimessa alle Sezioni Unite per una decisione definitiva. L’ordinanza attende quindi questo chiarimento per poter risolvere il caso specifico.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Abitazione Principale: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa delle Sezioni Unite

L’esenzione IMU abitazione principale rappresenta uno dei temi più dibattuti nel diritto tributario immobiliare, specialmente quando la compagine familiare presenta delle peculiarità. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, la n. 15794/2024, mette in pausa un contenzioso proprio su questo tema, evidenziando la necessità di un intervento chiarificatore da parte delle Sezioni Unite per dirimere una questione interpretativa di fondamentale importanza: come si definisce l’abitazione principale per i coniugi che, pur non essendo legalmente separati, vivono in immobili diversi?

I Fatti del Contenzioso

Il caso ha origine dall’impugnazione di due avvisi di accertamento emessi da un Comune toscano nei confronti di una contribuente. L’ente locale contestava il mancato pagamento dell’ICI (ora IMU) per gli anni 2010 e 2011, disconoscendo il diritto all’esenzione per l’abitazione principale. La Commissione Tributaria Regionale aveva confermato la pretesa del Comune, basando la propria decisione sul fatto che la residenza anagrafica e la dimora abituale della contribuente non coincidevano con quelle del proprio nucleo familiare. In sostanza, marito e moglie vivevano in due case diverse.

Le Doglianze della Ricorrente in Cassazione

La contribuente ha presentato ricorso in Cassazione articolando quattro motivi di contestazione, tutti incentrati su presunti errori procedurali (violazione dell’art. 112 c.p.c., che impone al giudice di pronunciarsi su tutte le domande) e di merito.

1. Difetto di motivazione degli atti: Si lamentava che la sentenza di appello non si fosse pronunciata sulla nullità degli avvisi di accertamento per mancata allegazione dei documenti in essi richiamati.
2. Illegittimità della sanzione: Veniva contestata l’omessa pronuncia sulla nullità della sanzione per infedele dichiarazione, sostenendo che nessuna dichiarazione era stata presentata e che l’obbligo dichiarativo era stato soppresso a partire dal 2008. Inoltre, si invocava il principio del legittimo affidamento.
3. Errata condanna alle spese: La ricorrente denunciava un errore nella regolamentazione delle spese processuali del primo grado.
4. Errata interpretazione di “abitazione principale”: Questo è il motivo centrale. La contribuente sosteneva che la separazione di fatto dal coniuge, comprovata da accordi sul mantenimento, avesse dato vita a un nuovo e distinto nucleo familiare. Di conseguenza, la sua dimora abituale doveva essere considerata “abitazione principale” a tutti gli effetti, garantendole il diritto all’esenzione.

La questione dell’esenzione IMU abitazione principale rimessa alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, nell’esaminare il ricorso, rileva un punto pregiudiziale che sovrasta ogni altra considerazione. La definizione di abitazione principale ai fini dell’esenzione, soprattutto nel contesto di coniugi con residenze anagrafiche e dimore abituali distinte, è una questione interpretativa complessa e controversa. Proprio questa problematica, come richiamato dalla stessa ordinanza, è stata oggetto di precedenti provvedimenti (Cass. n. 5878/2023 e n. 5870/2023) che ne hanno disposto la rimessione al vaglio delle Sezioni Unite della Corte.

L’intervento delle Sezioni Unite è richiesto per fornire un’interpretazione uniforme e definitiva della normativa, al fine di garantire la certezza del diritto su un tema che tocca moltissimi contribuenti.

Le Motivazioni della Sospensione

La motivazione della Corte è di natura puramente processuale e prudenziale. Poiché la risoluzione del quarto motivo di ricorso – quello cruciale sull’applicabilità dell’esenzione IMU abitazione principale al coniuge separato di fatto – dipende direttamente dall’interpretazione che le Sezioni Unite forniranno, i giudici della Quinta Sezione hanno ritenuto opportuno non decidere. Proseguire con il giudizio avrebbe significato emettere una pronuncia potenzialmente in contrasto con la futura decisione delle Sezioni Unite, creando ulteriore incertezza. Pertanto, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia nomofilattica delle Sezioni Unite. In altre parole, il processo è sospeso fino a quando non sarà fatta luce sulla questione di principio.

Conclusioni

L’ordinanza n. 15794/2024, pur non decidendo il merito della controversia, assume una notevole importanza. Essa conferma l’esistenza di un profondo dibattito giurisprudenziale sulla nozione di abitazione principale per le famiglie “divise”. La decisione di attendere il pronunciamento delle Sezioni Unite è un atto di responsabilità volto a evitare sentenze contraddittorie e a fornire, finalmente, un criterio interpretativo chiaro e univoco. I contribuenti che si trovano in situazioni analoghe dovranno quindi attendere questa fondamentale decisione per conoscere il destino del loro diritto all’esenzione fiscale sulla prima casa.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso la decisione sul ricorso?
La Corte ha sospeso la decisione perché la questione giuridica centrale del caso, ovvero come si definisce l’abitazione principale per l’esenzione ICI/IMU quando i coniugi vivono in case diverse, è stata rimessa alle Sezioni Unite per una pronuncia definitiva. Per evitare decisioni contrastanti, si è preferito attendere questo chiarimento.

Qual era l’argomento principale della contribuente per richiedere l’esenzione?
La contribuente sosteneva che, a causa della frattura del rapporto coniugale, aveva costituito un nucleo familiare distinto da quello del marito. Pertanto, l’immobile in cui aveva stabilito la propria dimora abituale doveva essere considerato a tutti gli effetti la sua abitazione principale, dandole diritto all’esenzione fiscale.

Quali altri vizi sono stati denunciati nel ricorso oltre alla questione dell’abitazione principale?
La ricorrente ha denunciato anche vizi procedurali, tra cui la nullità degli avvisi di accertamento per difetto di motivazione (mancata allegazione di documenti citati) e l’illegittimità delle sanzioni applicate per infedele dichiarazione, sostenendo che non vi era alcun obbligo dichiarativo per gli anni in questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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