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Esenzione IMU abitazione principale: conta il catasto

Un contribuente ha unito di fatto due unità immobiliari contigue, utilizzandole come unica abitazione principale. Tuttavia, non avendole fuse al catasto per l’anno d’imposta in questione, si è visto negare l’esenzione IMU. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Comune, stabilendo che per l’esenzione IMU abitazione principale è indispensabile che l’immobile risulti come un’unica unità immobiliare nel catasto edilizio urbano. La situazione di fatto è irrilevante se non corrisponde alla registrazione formale.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Abitazione Principale: La Fusione Catastale è Decisiva

Molti proprietari decidono di acquistare un immobile adiacente a quello in cui già vivono per ampliare la propria casa. Spesso, questi due appartamenti vengono uniti di fatto, abbattendo un muro e creando un unico, grande spazio abitativo. Ma cosa succede ai fini fiscali? È sufficiente questa unione materiale per beneficiare dell’esenzione IMU abitazione principale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la forma prevale sulla sostanza: senza una fusione catastale ufficiale, l’agevolazione non spetta.

I Fatti del Caso: Due Appartamenti, Un’Unica Casa?

Il caso ha origine da un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’anno 2015. L’ente contestava a un contribuente il pagamento solo parziale dell’imposta. Il proprietario si è opposto, sostenendo di avere diritto all’esenzione totale poiché, già dal 2011, aveva acquistato un’unità immobiliare contigua a quella che già possedeva, unendole di fatto per creare la sua abitazione principale, dove viveva stabilmente con la sua famiglia.

Il Comune, tuttavia, ha insistito sul punto che la fusione catastale ufficiale delle due unità era avvenuta solo nel 2018, ben dopo l’anno d’imposta contestato. Pertanto, nel 2015, i due immobili risultavano ancora formalmente distinti.

Il Percorso Giudiziario: Dalle Commissioni Tributarie alla Cassazione

Nei primi due gradi di giudizio, le corti tributarie avevano dato ragione al contribuente. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano ritenuto che la documentazione prodotta (atto di compravendita, SCIA, certificati di residenza) fosse sufficiente a dimostrare l’utilizzo unitario dell’immobile come abitazione principale fin dal 2011, rendendo legittima l’esenzione.

Insoddisfatto, il Comune ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione della normativa IMU.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Esenzione IMU Abitazione Principale

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti e accolto il ricorso del Comune. Il ragionamento dei giudici si fonda su un’interpretazione letterale e rigorosa della legge. L’articolo 13, comma 2, del D.L. n. 201/2011 definisce l’abitazione principale come ‘l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare‘.

Secondo la Suprema Corte, questo requisito è tassativo. La norma, avendo natura agevolativa, deve essere interpretata in modo stretto. Pertanto, l’esenzione non può essere estesa a più unità immobiliari, anche se contigue e di fatto unificate, se queste risultano ancora separatamente iscritte al catasto. La situazione di fatto, ovvero l’utilizzo concreto come unica abitazione, non è sufficiente a superare il dato formale della registrazione catastale.

Inoltre, la Corte ha specificato che la successiva modifica catastale, avvenuta nel 2018, non può avere efficacia retroattiva. La sua validità decorre solo dalla data della variazione stessa, non sanando gli anni precedenti.

Conclusioni: Cosa Imparare da questa Sentenza

La decisione della Cassazione offre un’importante lezione pratica per tutti i proprietari di immobili: per ottenere i benefici fiscali legati all’abitazione principale, non basta agire sulla realtà materiale dell’immobile, ma è fondamentale allineare tempestivamente la situazione catastale. La fusione formale di due unità immobiliari non è un mero adempimento burocratico, ma un presupposto indispensabile per l’esenzione IMU abitazione principale. Chi intende unire due immobili deve quindi provvedere quanto prima alla relativa variazione catastale per evitare spiacevoli sorprese fiscali negli anni a venire. La sentenza riafferma il principio secondo cui, in materia di agevolazioni fiscali, il dato formale e documentale prevale sulla situazione di fatto.

È sufficiente unire di fatto due appartamenti contigui e viverci per ottenere l’esenzione IMU come abitazione principale?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte di Cassazione, per beneficiare dell’esenzione è indispensabile che l’immobile sia iscritto al catasto come un’unica unità immobiliare. La situazione di fatto non prevale sul dato formale della registrazione.

La fusione catastale di due immobili ha effetto retroattivo ai fini dell’IMU?
No. La modifica catastale assume rilevanza giuridica e fiscale solo a partire dalla data in cui viene effettuata la variazione. Non può essere applicata retroattivamente per sanare periodi d’imposta precedenti.

Come interpreta la legge la nozione di ‘abitazione principale’ per l’esenzione IMU?
La legge la interpreta in modo restrittivo e formale. Per ‘abitazione principale’ si intende un’unica unità immobiliare iscritta come tale nel catasto edilizio urbano. L’agevolazione non è estensibile a più unità immobiliari, anche se di fatto unite e utilizzate come unica dimora.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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