LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU abitazione principale: basta la residenza

La Corte di Cassazione ha concesso l’esenzione IMU per l’abitazione principale a una contribuente il cui coniuge risiedeva in un altro comune. Applicando la sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale, i giudici hanno chiarito che l’unico requisito necessario è la dimora abituale e la residenza anagrafica del solo proprietario nell’immobile, rendendo irrilevante la residenza del resto del nucleo familiare. Di conseguenza, gli avvisi di accertamento sono stati annullati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU abitazione principale: la Cassazione chiarisce la questione dei coniugi con residenze diverse

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione che ha interessato migliaia di contribuenti: l’esenzione IMU abitazione principale per i coniugi che hanno residenze in comuni differenti. Sulla scia di un fondamentale intervento della Corte Costituzionale, è stato confermato che il beneficio fiscale spetta al proprietario che risiede e dimora nell’immobile, a prescindere da dove viva il coniuge. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Controversia sull’IMU

Il caso nasce dal ricorso di una contribuente contro due avvisi di accertamento emessi da un Comune toscano per il mancato pagamento dell’IMU relativa agli anni 2013 e 2014. Il Comune, tramite il proprio agente di riscossione, negava l’esenzione fiscale sull’abitazione principale della signora, motivando la decisione con il fatto che il coniuge di quest’ultima risiedeva in un altro comune. Secondo l’interpretazione restrittiva della norma, per beneficiare dell’agevolazione, l’intero nucleo familiare avrebbe dovuto avere la residenza e la dimora abituale nell’immobile in questione. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al Comune, rigettando i ricorsi della contribuente. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Intervento della Corte Costituzionale e l’impatto sull’esenzione IMU abitazione principale

Il punto di svolta della vicenda è rappresentato dalla sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale. Prima di questa pronuncia, la legge definiva l’abitazione principale come l’immobile in cui “il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”. Questa formulazione creava ambiguità e penalizzava i coniugi che, per motivi lavorativi o personali, erano costretti a vivere in città diverse.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di questa parte della norma, ritenendola irragionevole e in contrasto con i principi costituzionali. Ha stabilito che, ai fini dell’esenzione, è sufficiente che il solo possessore dell’immobile vi abbia stabilito la propria dimora abituale e residenza anagrafica. La condizione del nucleo familiare è stata quindi eliminata dal novero dei requisiti necessari.

L’Analisi della Cassazione: Applicazione del Nuovo Principio

La Corte di Cassazione, nel decidere il caso, ha preso atto del sopravvenuto intervento del Giudice delle leggi. Ha accolto il ricorso della contribuente, rovesciando l’ordine di trattazione dei motivi e concentrandosi direttamente sull’applicazione del nuovo principio costituzionale. I giudici hanno sottolineato come l’orientamento consolidato, che negava il beneficio in caso di residenze diverse dei coniugi, fosse stato superato dalla pronuncia della Consulta. Di conseguenza, non era più necessario che l’intero nucleo familiare risiedesse nell’immobile per poter godere dell’esenzione IMU abitazione principale.

Le motivazioni della decisione

La motivazione della Corte di Cassazione è netta e si fonda interamente sulla sentenza della Corte Costituzionale. Poiché era pacifico e non contestato che la ricorrente avesse la propria residenza anagrafica e dimora abituale nell’immobile oggetto di tassazione, questo singolo fatto è stato ritenuto sufficiente per riconoscerle il diritto all’esenzione. La residenza del coniuge in un altro Comune è diventata, alla luce della nuova interpretazione, un elemento irrilevante. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha annullato gli avvisi di accertamento originari, compensando le spese di giudizio tra le parti proprio in virtù del mutamento normativo.

Conclusioni: Cosa Cambia per i Coniugi con Residenze Diverse

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per molti cittadini. L’esenzione IMU sull’abitazione principale non può essere negata sulla base della sola circostanza che i coniugi abbiano fissato la propria residenza in immobili diversi, situati anche in comuni differenti. Ciò che conta è il legame fattuale tra il possessore e l’immobile, ovvero la sua effettiva dimora abituale e residenza anagrafica. Si tratta di una decisione che allinea la normativa fiscale alla realtà sociale, riconoscendo le legittime esigenze di vita e di lavoro che possono portare i coniugi a vivere separatamente senza per questo dover subire un aggravio fiscale.

È possibile ottenere l’esenzione IMU per l’abitazione principale se il proprio coniuge risiede in un altro Comune?
Sì. La Corte di Cassazione, applicando una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che per l’esenzione è sufficiente che il proprietario dell’immobile vi dimori abitualmente e vi abbia la residenza anagrafica. La residenza del coniuge in un’altra abitazione non è più un ostacolo.

Quale requisito è stato dichiarato incostituzionale per l’esenzione IMU sull’abitazione principale?
È stato dichiarato incostituzionale il requisito che imponeva la dimora abituale e la residenza anagrafica non solo del possessore dell’immobile, ma anche del suo intero “nucleo familiare”.

Perché la Corte ha annullato gli avvisi di accertamento del Comune?
La Corte ha annullato gli avvisi perché si basavano su una norma (quella che richiedeva la residenza dell’intero nucleo familiare) dichiarata incostituzionale. Poiché la contribuente aveva la propria residenza e dimora abituale nell’immobile, il suo diritto all’esenzione è stato riconosciuto, rendendo gli accertamenti illegittimi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati