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Esenzione imposta pubblicità: no per carrelli spesa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 16856/2025, ha stabilito che l’esenzione dall’imposta sulla pubblicità non si applica ai messaggi sui carrelli della spesa utilizzati anche all’esterno del supermercato. La Corte ha chiarito che l’esenzione è valida solo se la pubblicità è visibile esclusivamente all’interno dei locali di vendita, escludendo quindi i casi in cui i carrelli circolano in aree pertinenziali esterne come i parcheggi.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione Imposta Pubblicità: Stop ai Carrelli della Spesa Fuori dal Negozio

L’esenzione dall’imposta sulla pubblicità è un tema di costante dibattito tra le aziende e il fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale riguardo alla sua applicazione, in particolare per i messaggi pubblicitari veicolati tramite i carrelli della spesa. La Corte ha stabilito un principio netto: se i carrelli circolano anche al di fuori dei locali di vendita, come nei parcheggi, la pubblicità su di essi non può beneficiare dell’esenzione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato da una società concessionaria della riscossione dei tributi comunali a una nota azienda alimentare. L’oggetto del contendere era l’imposta sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni per l’anno 2016, relativa a iscrizioni e pannelli pubblicitari apposti sui carrelli di un supermercato.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia aveva dato ragione all’azienda, confermando l’accoglimento del suo ricorso. I giudici regionali avevano ritenuto applicabile l’esenzione prevista dalla legge (art. 17, comma 1 bis, d.lgs. 507/1993), considerando l’area esterna al supermercato, dove i carrelli venivano utilizzati, come un’area pertinenziale e quindi rientrante nel perimetro della struttura commerciale.

Insoddisfatta della decisione, la società di riscossione ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Cassazione sull’Esenzione Imposta Pubblicità

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, accogliendo il ricorso della società concessionaria. Il punto centrale della controversia era l’interpretazione della norma che esenta dall’imposta la pubblicità realizzata all’interno dei locali adibiti alla vendita di beni, quando si riferisce all’attività svolta negli stessi.

La Corte ha specificato che la ratio della norma è quella di esentare i messaggi pubblicitari che si rivolgono a una clientela già presente all’interno del punto vendita. Il presupposto impositivo del tributo sulla pubblicità, infatti, risiede nella capacità del messaggio di raggiungere un numero indeterminato di destinatari in un determinato luogo.

Le Motivazioni della Corte

I giudici di legittimità hanno spiegato che, per beneficiare dell’esenzione dall’imposta sulla pubblicità, devono sussistere due condizioni contemporaneamente:
1. L’attività pubblicizzata (la vendita di un bene o servizio) deve essere svolta all’interno di specifici locali.
2. L’attività di pubblicizzazione (il messaggio promozionale) deve essere realizzata all’interno degli stessi locali.

Il messaggio, per essere esente, deve essere percepibile solo da chi è già un potenziale acquirente perché si trova fisicamente all’interno del negozio.

Nel caso dei carrelli della spesa, la fattispecie è diversa. Essi sono collocati e circolano non solo all’interno del supermercato, ma anche nelle aree esterne, come il parcheggio del centro commerciale. In questo modo, i messaggi pubblicitari che recano sono visibili a un pubblico indeterminato, che non si è ancora qualificato come potenziale cliente entrando nel locale.

Di conseguenza, viene meno la condizione fondamentale per l’esenzione. La Corte ha sottolineato che un’interpretazione diversa, come quella adottata dai giudici di merito, si tradurrebbe in un’applicazione analogica e contra legem di una norma di esenzione, che per sua natura è di stretta interpretazione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione stabilisce un principio chiaro e di notevole impatto pratico per tutte le attività commerciali che utilizzano veicoli o supporti pubblicitari mobili, come i carrelli della spesa. L’esenzione dall’imposta sulla pubblicità è applicabile solo se il messaggio pubblicitario rimane confinato esclusivamente entro le mura del locale commerciale.

Qualsiasi forma di pubblicità che, per la sua collocazione o mobilità, sia visibile anche nelle aree esterne (parcheggi, gallerie commerciali, aree di transito), è soggetta all’imposta. Le aziende dovranno quindi valutare attentamente dove e come posizionare i propri messaggi pubblicitari per evitare di incorrere in accertamenti fiscali. La Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio.

La pubblicità sui carrelli della spesa è sempre esente dall’imposta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è esente se i carrelli sono utilizzati e visibili anche in aree esterne al locale di vendita, come i parcheggi, perché in tal caso il messaggio raggiunge un pubblico indeterminato.

Cosa si intende per pubblicità ‘all’interno dei locali’ ai fini dell’esenzione fiscale?
Significa che sia l’attività pubblicizzata (la vendita dei beni) sia il mezzo pubblicitario devono trovarsi ed essere percepibili esclusivamente entro il perimetro fisico dei locali dove avviene la vendita, rivolgendosi solo a chi è già entrato.

Qual è il principio stabilito dalla Cassazione in questa ordinanza?
Il principio è che l’esenzione dall’imposta sulla pubblicità opera solo a condizione che il messaggio pubblicitario sia diretto e percepibile esclusivamente da chi si trova già all’interno del locale commerciale, escludendo quindi i supporti, come i carrelli, che circolano anche all’esterno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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