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Esenzione ICI immobili misti: la Cassazione rinvia

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso di un Comune contro la parziale esenzione ICI concessa a un ente religioso per un immobile a uso promiscuo. La questione centrale riguarda l’esenzione ICI immobili misti, ovvero se un bene catastalmente unitario, ma utilizzato sia per attività di culto esenti sia per attività commerciali, possa beneficiare di un’esenzione parziale. La Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza, in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale su un caso analogo e per valutare le implicazioni della normativa europea sugli aiuti di Stato.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI immobili misti: la Cassazione attende la Consulta

La questione dell’esenzione ICI immobili misti rappresenta un tema complesso e dibattuto nel diritto tributario italiano. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha messo in pausa una decisione cruciale, scegliendo di attendere il parere della Corte Costituzionale e di valutare importanti implicazioni del diritto europeo. Questa ordinanza interlocutoria evidenzia la delicatezza del bilanciamento tra l’autonomia impositiva degli enti locali e la tutela delle attività di culto.

I Fatti del Caso

Un ente comunale aveva emesso un avviso di accertamento ICI per l’annualità 2011 nei confronti di una congregazione religiosa. L’accertamento riguardava un immobile che, pur essendo catastalmente un’unica unità, era di fatto utilizzato in parte per attività di culto e in parte per attività di natura commerciale. La congregazione si opponeva alla pretesa tributaria, sostenendo il proprio diritto all’esenzione. Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato parzialmente ragione all’ente religioso, annullando l’avviso di accertamento limitatamente alla porzione dell’immobile destinata al culto. Il Comune, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’immobile, essendo un’unica particella catastale e non essendo utilizzato esclusivamente per fini di culto, dovesse essere interamente assoggettato a imposta.

La Questione Giuridica sull’Esenzione ICI Immobili Misti

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione della normativa sull’ICI (D.Lgs. 504/1992), che prevede l’esenzione per gli immobili utilizzati da enti non commerciali per lo svolgimento con modalità non commerciali di attività di religione o di culto. Il Comune sostiene una lettura rigida: se un immobile è registrato come un’unica unità e una parte di esso è destinata ad attività commerciali, l’esenzione viene meno per l’intero bene perché manca il requisito dell’utilizzo esclusivo. Al contrario, la congregazione e i giudici di merito hanno ritenuto possibile una sorta di “frazionamento virtuale” ai fini fiscali, garantendo l’esenzione per la porzione effettivamente destinata al culto.

La Decisione della Corte di Cassazione: Un Rinvio Strategico

La Suprema Corte, con un’ordinanza interlocutoria, non ha risolto la questione nel merito, ma ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza. Questa scelta è motivata da due ragioni di fondamentale importanza che trascendono il caso specifico.

L’Attesa della Corte Costituzionale

I giudici hanno evidenziato che su un caso molto simile è stata sollevata una questione di legittimità costituzionale, attualmente pendente davanti alla Corte Costituzionale (udienza fissata per il 29 gennaio 2025). Il dubbio di costituzionalità riguarda proprio la norma che, richiedendo l’utilizzo esclusivo, impedirebbe lo scorporo delle superfici adibite ad attività diverse all’interno di un unico immobile. Tale rigidità potrebbe contrastare con le norme del Concordato Lateranense, che tutelano le attività religiose da imposizioni fiscali, e con gli obblighi internazionali dello Stato italiano.

L’Impatto del Diritto Europeo sugli Aiuti di Stato

In secondo luogo, la Cassazione ha ritenuto necessario valutare la rilevanza della disciplina europea sugli aiuti di Stato, in particolare il regime de minimis. Le esenzioni fiscali, infatti, possono essere considerate aiuti di Stato e devono rispettare le normative europee per non falsare la concorrenza. Recenti decisioni della Commissione Europea e della Corte di Giustizia UE, recepite dalla legislazione italiana, hanno chiarito i contorni di questa materia, rendendo necessaria un’attenta valutazione della loro applicabilità al caso dell’esenzione ICI per gli enti ecclesiastici.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte per il rinvio sono prettamente prudenziali e strategiche. Decidere oggi la controversia significherebbe rischiare una sentenza che potrebbe essere smentita a breve dalla Corte Costituzionale. Inoltre, la questione degli aiuti di Stato aggiunge un livello di complessità che richiede un’analisi approfondita in una pubblica udienza, dove il dibattito può essere più completo. L’ordinanza dimostra la consapevolezza della Corte dell’interconnessione tra diritto interno, diritto costituzionale e diritto europeo, e la necessità di garantire una decisione coerente e stabile (funzione nomofilattica).

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza interlocutoria sospende il giudizio su un punto nevralgico della fiscalità immobiliare degli enti religiosi. La futura decisione della Corte Costituzionale sarà dirimente per stabilire se il principio di “esclusività” debba essere interpretato in senso rigido o se sia possibile ammettere un’esenzione parziale per gli immobili a uso promiscuo. Allo stesso tempo, il richiamo al diritto europeo sugli aiuti di Stato conferma che le agevolazioni fiscali nazionali devono sempre confrontarsi con i principi del mercato unico. Per ora, contribuenti ed enti impositori restano in attesa di un chiarimento che avrà importanti ripercussioni pratiche.

Un immobile catastalmente unitario ma con uso promiscuo (religioso e commerciale) ha diritto all’esenzione ICI?
Nei primi gradi di giudizio è stata riconosciuta un’esenzione parziale, limitata alla porzione di immobile usata per attività di culto. La Corte di Cassazione ha sospeso la decisione finale, evidenziando la complessità e l’incertezza della questione in attesa di pronunce superiori.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione?
La Corte ha rinviato la causa a una pubblica udienza per due motivi principali: attendere la decisione della Corte Costituzionale su un caso analogo relativo al requisito dell’uso esclusivo e valutare l’impatto della normativa europea sugli aiuti di Stato (regime de minimis).

Qual è il nodo centrale della questione di costituzionalità pendente?
Il dubbio di costituzionalità riguarda la conformità della norma sull’ICI, nella parte in cui richiede un uso esclusivamente religioso per l’esenzione senza permettere lo scorporo di parti con diversa destinazione. Tale rigidità potrebbe violare le norme del Concordato che proteggono le attività religiose dall’imposizione fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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