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Esenzione ICI Enti Religiosi: la Cassazione decide

Una congregazione religiosa contesta l’assoggettamento a ICI per un immobile ad uso promiscuo. La Corte di Cassazione, di fronte a due ricorsi connessi, li riunisce. Rilevando la sopravvenienza di nuove normative europee in materia di aiuti di Stato (jus superveniens), che impattano direttamente sulla questione dell’esenzione ICI per enti religiosi, la Corte ritiene la materia complessa e meritevole di approfondimento. Pertanto, con ordinanza interlocutoria, rinvia la causa a pubblica udienza invece di deciderla in camera di consiglio.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI Enti Religiosi: La Cassazione e la Svolta degli Aiuti di Stato

La questione dell’esenzione ICI per gli enti religiosi torna al centro del dibattito giurisprudenziale con una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il caso riguarda una congregazione religiosa a cui era stato negato il beneficio fiscale per un immobile adibito a casa per ferie, ritenuto dal fisco un’attività di natura commerciale. La Suprema Corte, anziché decidere nel merito, ha rinviato la causa a pubblica udienza, evidenziando la necessità di valutare la vicenda alla luce delle sopravvenute norme europee in materia di aiuti di Stato.

Il Contesto: L’Uso Promiscuo dell’Immobile

I fatti traggono origine da alcuni avvisi di accertamento emessi dal Comune di Roma nei confronti di una congregazione religiosa per il mancato pagamento dell’ICI relativa agli anni dal 2007 al 2009. L’immobile oggetto della controversia era una “casa per ferie”, utilizzata in parte come abitazione per le consorelle e in parte per l’accoglienza di persone e gruppi, anche a carattere religioso.

Secondo l’amministrazione comunale, tale attività, seppur marginalmente, assumeva i contorni di un’attività ricettiva a carattere commerciale, escludendo così la possibilità di beneficiare dell’esenzione fiscale, prevista solo per gli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività non commerciali, come quelle di religione o di culto.

Le Decisioni Precedenti e il Rinvio della Cassazione

Il percorso giudiziario è stato lungo e complesso. Dopo una prima pronuncia della Cassazione che aveva annullato una decisione precedente, la Commissione Tributaria Regionale, in qualità di giudice del rinvio, si era pronunciata con due sentenze distinte ma connesse. Entrambe le sentenze sono state nuovamente impugnate davanti alla Suprema Corte.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha preliminarmente disposto la riunione dei due ricorsi per evidenti ragioni di connessione. Tuttavia, l’elemento cruciale che ha orientato la decisione non è stato l’analisi dei motivi di ricorso, ma la presa d’atto di uno jus superveniens, ovvero di un nuovo quadro normativo e giurisprudenziale che ha profondamente modificato la materia.

L’Impatto dello Jus Superveniens sull’Esenzione ICI Enti Religiosi

La Corte ha evidenziato come la definizione della controversia non possa prescindere dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato. In particolare, si fa riferimento a:
1. La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) del 6 novembre 2018, che ha trattato la questione dell’esenzione ICI come potenziale aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno.
2. Le decisioni della Commissione Europea, che hanno disposto il recupero dell’aiuto ritenuto illegittimo, pur con l’applicazione della regola de minimis (che esclude gli aiuti di importo limitato).
3. La normativa nazionale di recepimento, introdotta con un recente decreto-legge, per dare attuazione alle decisioni europee.

Questo nuovo scenario normativo impone una rilettura complessiva della normativa nazionale sull’esenzione ICI per gli enti non commerciali, che deve ora essere interpretata in conformità con i principi vincolanti del diritto dell’Unione Europea.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la propria decisione di rinvio a pubblica udienza sulla base della particolare rilevanza e complessità delle questioni da trattare. L’interferenza tra il diritto tributario nazionale e le regole europee in materia di aiuti di Stato solleva profili delicati che richiedono un dibattito approfondito, non adeguatamente gestibile nella forma più snella della camera di consiglio.

Il rinvio permetterà un esame più completo della questione, consentendo alle parti di argomentare e alla Corte di ponderare attentamente come i principi europei sul recupero degli aiuti di Stato debbano essere coordinati con la normativa interna sull’esenzione fiscale degli enti religiosi. La decisione non è quindi una decisione sul merito, ma una scelta procedurale dettata dalla necessità di garantire un giudizio accurato su una materia di fondamentale importanza.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria segna un momento significativo nell’evoluzione della giurisprudenza sull’esenzione ICI per gli enti religiosi e non commerciali. La decisione che scaturirà dalla pubblica udienza sarà di cruciale importanza, poiché dovrà definire i confini dell’esenzione fiscale alla luce dei vincoli imposti dal diritto europeo. Le conclusioni a cui perverrà la Cassazione influenzeranno non solo il caso specifico, ma potrebbero stabilire un precedente determinante per innumerevoli controversie simili, chiarendo in che misura le attività svolte da enti religiosi possano essere considerate commerciali e, di conseguenza, soggette a tassazione ordinaria.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte non ha deciso immediatamente perché è emerso uno ‘jus superveniens’, cioè un nuovo quadro normativo derivante dal diritto dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato. Questa nuova disciplina è complessa e interferisce con la normativa nazionale, richiedendo un esame più approfondito che si svolgerà in una pubblica udienza.

Cosa si intende per ‘jus superveniens’ e perché è importante in questo caso?
Per ‘jus superveniens’ si intende una nuova legge o un nuovo orientamento giurisprudenziale che entra in vigore dopo i fatti ma prima della sentenza. In questo caso, si tratta delle decisioni della Commissione Europea e della Corte di Giustizia UE che hanno qualificato l’esenzione ICI per gli enti non commerciali come un potenziale aiuto di Stato da recuperare. Questo cambia radicalmente i termini della questione, che non è più solo di diritto tributario interno.

Cosa implica il rinvio a pubblica udienza per il futuro dell’esenzione ICI per gli enti religiosi?
Il rinvio a pubblica udienza indica che la questione è di particolare importanza e complessità. La decisione finale dovrà bilanciare il diritto nazionale all’esenzione con gli obblighi derivanti dal diritto UE in materia di concorrenza e aiuti di Stato. Il verdetto che ne uscirà potrebbe stabilire principi guida fondamentali per tutti i casi simili, definendo più chiaramente i limiti dell’esenzione fiscale per gli immobili degli enti religiosi che svolgono attività anche solo parzialmente ricettive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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