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Esenzione ICI enti non commerciali: la Cassazione rinvia

Un comune ha revocato un rimborso ICI a una parrocchia per un immobile adibito a scuola. Le commissioni tributarie avevano dato ragione alla parrocchia, riconoscendo l’esenzione ICI per enti non commerciali poiché le rette non coprivano i costi di gestione. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione finale a una pubblica udienza. La scelta è motivata dalla necessità di interpretare una nuova legge nazionale alla luce della complessa normativa europea sugli aiuti di Stato, che incide direttamente sulla concessione del beneficio fiscale.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI Enti Non Commerciali: La Cassazione Fa il Punto su Scuole e Aiuti di Stato

Il tema dell’esenzione ICI enti non commerciali torna al centro del dibattito giurisprudenziale con una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il caso riguarda una scuola paritaria e solleva questioni complesse sull’equilibrio tra la natura non profit dell’attività didattica e il rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato. La Suprema Corte, anziché emettere una sentenza definitiva, ha scelto di rinviare la causa a una pubblica udienza, segnalando l’elevata importanza e complessità della materia.

I Fatti di Causa: Una Scuola e il Rimborso ICI Negato

La vicenda ha origine dall’impugnazione, da parte di una parrocchia, di un atto con cui un Comune revocava un rimborso dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) per gli anni 2009, 2010 e 2011. L’immobile in questione era destinato a scuola paritaria. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla parrocchia, annullando l’atto del Comune e confermando il diritto all’esenzione.

La Decisione dei Giudici di Merito

I giudici dei primi due gradi di giudizio hanno basato la loro decisione su un’attenta analisi economica dell’attività scolastica. Hanno riconosciuto che, sebbene le rette pagate dagli studenti non fossero puramente simboliche, il loro ammontare complessivo era “comunque inidoneo a coprire i costi di esercizio”. Nel dettaglio, è emerso che gli incassi delle rette non riuscivano a coprire né i costi totali di gestione né il solo costo del personale. Di conseguenza, l’attività didattica si chiudeva sistematicamente in perdita, escludendo così la sua natura “esclusivamente commerciale” e garantendo il diritto all’esenzione fiscale prevista dalla legge all’epoca vigente.

Il Nodo Giuridico sull’Esenzione ICI Enti Non Commerciali e Diritto Europeo

Il Comune ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’esenzione fosse stata erroneamente riconosciuta. La Suprema Corte ha inquadrato la controversia in un contesto molto più ampio, che va oltre la semplice interpretazione della normativa nazionale. La decisione, infatti, deve tenere conto delle decisioni della Commissione Europea e delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato. L’esenzione fiscale, se concessa a un ente che svolge un’attività economica, può infatti configurarsi come un aiuto di Stato illegale se altera la concorrenza. A complicare ulteriormente il quadro è intervenuta una recentissima legge (L. 166/2024) che ha introdotto l’art. 16-bis, una norma specifica sul recupero dell’ICI per il periodo 2006-2011, subordinando la non debenza del tributo al rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalle discipline europee sugli aiuti di Stato.

Le Motivazioni della Cassazione: Un Rinvio Necessario

Proprio alla luce di questo quadro normativo complesso e in evoluzione, la Corte di Cassazione ha ritenuto opportuno non decidere immediatamente la causa. I giudici hanno evidenziato il “rilievo nomofilattico” della questione, ossia la sua importanza per assicurare un’interpretazione uniforme della legge a livello nazionale. La nuova normativa introdotta nel 2024 richiede un’interpretazione approfondita per capire come si applichi alle controversie in corso relative all’esenzione ICI. Pertanto, la Corte ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza. Questa scelta consentirà un dibattito più ampio e una ponderazione più attenta di tutti gli interessi in gioco, inclusi quelli derivanti dal diritto dell’Unione Europea.

Le Conclusioni: Quali Scenari per il Futuro?

L’ordinanza della Cassazione lascia la questione in sospeso ma delinea chiaramente il percorso futuro. La decisione che emergerà dalla pubblica udienza avrà un impatto significativo non solo sul caso specifico, ma su tutti gli enti non commerciali che gestiscono attività, come quelle scolastiche, dietro pagamento di un corrispettivo. Sarà fondamentale stabilire criteri chiari per distinguere un’attività non commerciale da un’attività economica soggetta alle regole di concorrenza europee. La sentenza finale dovrà bilanciare il valore sociale di queste attività con la necessità di garantire un mercato equo, definendo una volta per tutte i confini dell’esenzione ICI per gli enti del terzo settore.

Un ente non commerciale che chiede una retta per un servizio ha sempre diritto all’esenzione ICI?
Non necessariamente. L’ordinanza chiarisce che il punto cruciale è se l’attività abbia natura “esclusivamente commerciale”. Se le rette, pur non essendo simboliche, non coprono i costi di gestione e l’attività si chiude in perdita, i giudici di merito hanno ritenuto che l’esenzione spetti. Tuttavia, la Cassazione ha sospeso il giudizio per valutare la compatibilità di tale beneficio con le norme UE sugli aiuti di Stato.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la decisione a causa della complessità e dell’importanza della questione (“rilievo nomofilattico”). È recentemente intervenuta una nuova legge (L. 166/2024) che collega l’esenzione ICI per gli anni passati al rispetto dei limiti europei sugli aiuti di Stato. È quindi necessario un approfondimento in pubblica udienza per interpretare correttamente questa nuova norma e la sua interazione con il diritto dell’Unione Europea.

In che modo l’esenzione ICI può essere considerata un “aiuto di Stato”?
Un’agevolazione fiscale come l’esenzione ICI, se concessa a un’entità che offre servizi sul mercato (come l’istruzione), può darle un vantaggio competitivo rispetto ad altri operatori che pagano le imposte. Secondo il diritto dell’Unione Europea, questo vantaggio può configurare un “aiuto di Stato”, che è soggetto a regole precise per non falsare la concorrenza. La Corte deve quindi verificare se l’esenzione concessa rispetti tali regole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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