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Esenzione ICI enti non commerciali e aiuti di Stato UE

Un ente religioso contesta avvisi di accertamento ICI per attività didattiche e ricettive. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza. La decisione è motivata dalla necessità di esaminare il ‘jus superveniens’, ovvero le nuove normative europee e nazionali in materia di aiuti di Stato che impattano direttamente sulla questione dell’esenzione ICI per enti non commerciali.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI Enti Non Commerciali: La Cassazione e l’Impatto degli Aiuti di Stato UE

La questione dell’esenzione ICI enti non commerciali è da tempo al centro di dibattiti giuridici e fiscali. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione getta nuova luce sulla materia, non risolvendo il caso specifico, ma introducendo una variabile cruciale: il diritto dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato. La Corte ha infatti deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza per approfondire le implicazioni di nuove normative, il cosiddetto jus superveniens, che potrebbero ridisegnare i confini dell’esenzione fiscale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dal ricorso di un ente religioso contro due avvisi di accertamento emessi da un Comune. L’amministrazione locale richiedeva il pagamento dell’ICI per gli anni 2010 e 2011, relativa a immobili adibiti a attività didattiche e ricettive. L’ente sosteneva di aver diritto all’esenzione in quanto ente non commerciale.

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva respinto l’appello dell’ente. Secondo i giudici di merito, l’esenzione presuppone non solo la natura non commerciale del soggetto (requisito soggettivo), ma anche che l’attività svolta sia a titolo gratuito o dietro un corrispettivo meramente simbolico (requisito oggettivo). Nel caso della struttura ricettiva, la Commissione aveva ritenuto che essa operasse sul mercato con finalità di accoglienza turistica, perdendo così il carattere non commerciale necessario per beneficiare dell’agevolazione fiscale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’ente religioso ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, articolando il proprio ricorso su quattro motivi principali:

1. Omessa motivazione: Mancata spiegazione sulla non applicabilità delle sanzioni.
2. Errata valutazione delle prove: Omesso esame di documenti che, a dire del ricorrente, dimostravano la natura non commerciale dell’attività ricettiva (svolta per gruppi di preghiera, senza servizi aggiuntivi e con un rimborso spese minimo).
3. Violazione di legge: Errata interpretazione delle norme sull’esenzione ICI.
4. Incertezza normativa: Illegittima applicazione delle sanzioni data l’obiettiva incertezza delle norme in materia.

L’Impatto dello Jus Superveniens sull’Esenzione ICI Enti Non Commerciali

Il punto focale dell’ordinanza della Cassazione non è la valutazione dei motivi di ricorso, ma il riconoscimento di un cambiamento radicale del quadro normativo. La Corte ha rilevato l’esistenza di un jus superveniens di derivazione europea che incide direttamente sulla controversia.

Si fa riferimento, in particolare, a una recente decisione della Commissione Europea (2023/2103) che, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha disposto il recupero dell’aiuto di Stato incompatibile concesso dall’Italia sotto forma di esenzione ICI agli enti non commerciali. Questo significa che l’esenzione stessa è stata qualificata come un potenziale aiuto di Stato che può falsare la concorrenza.

La Regola ‘De Minimis’

La Corte sottolinea anche l’importanza della regola de minimis. Questo principio europeo consente aiuti di Stato di importo limitato, ritenendo che non incidano significativamente sugli scambi tra Stati membri. La sua applicazione potrebbe salvare alcune esenzioni dal recupero.

Le Motivazioni della Corte

Alla luce di questo scenario normativo complesso e in evoluzione, che intreccia diritto tributario nazionale, decisioni della Commissione Europea e sentenze della Corte di Giustizia UE, la Cassazione ha ritenuto di non poter decidere immediatamente la causa. Le questioni sollevate dal jus superveniens – relative al recupero dell’aiuto e ai limiti di applicazione della regola de minimis – sono state giudicate di tale rilevanza da richiedere un approfondimento in una pubblica udienza. La Corte, quindi, sospende il giudizio per esaminare in modo più completo le nuove norme e il loro impatto sul caso specifico, garantendo un contraddittorio pieno tra le parti su questi nuovi e decisivi profili.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non fornisce una risposta definitiva sul diritto all’esenzione ICI enti non commerciali nel caso di specie, ma segna un punto di svolta. Evidenzia come la valutazione di un tributo nazionale sia ormai indissolubilmente legata alle regole europee sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato. Gli enti che hanno beneficiato di tali esenzioni in passato dovranno ora confrontarsi con un quadro giuridico più complesso, in cui la natura non commerciale delle loro attività sarà vagliata anche alla luce del diritto dell’Unione Europea. La decisione finale, che seguirà la pubblica udienza, è attesa con grande interesse per le importanti implicazioni che avrà su innumerevoli casi simili.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto necessario rinviare la decisione a una pubblica udienza a causa dell’entrata in vigore di nuove e complesse normative europee e nazionali (il cosiddetto ‘jus superveniens’) in materia di aiuti di Stato, che influenzano direttamente la questione dell’esenzione ICI.

Cosa si intende per ‘jus superveniens’ in questo contesto?
Si riferisce a una decisione della Commissione Europea del 2023 e a una nuova legge nazionale che recepiscono una sentenza della Corte di Giustizia UE. Questa normativa qualifica l’esenzione ICI come un potenziale aiuto di Stato e ne disciplina il recupero, introducendo anche la regola ‘de minimis’ per gli aiuti di piccolo importo.

Questa ordinanza significa che l’ente religioso ha perso la sua battaglia per l’esenzione ICI?
No, l’ordinanza non è una decisione sul merito della questione. È un provvedimento interlocutorio che sospende il giudizio per permettere alla Corte di analizzare approfonditamente le nuove normative. L’esito finale della controversia è ancora incerto e dipenderà dalla trattazione nella futura udienza pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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