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Esenzione ICI cooperative: conta la dimora abituale

Una società cooperativa edilizia in liquidazione ha richiesto l’esenzione ICI per gli alloggi assegnati ai soci, sostenendo che fossero le loro abitazioni principali. Il Comune ha negato il beneficio, poiché i soci avevano trasferito la residenza anagrafica solo successivamente all’anno d’imposta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della cooperativa, stabilendo che, sebbene la nozione di abitazione principale si basi sulla dimora abituale effettiva e non solo sulla residenza anagrafica, spetta al contribuente (in questo caso la cooperativa) fornire la prova di tale utilizzo. In assenza di prove, l’esenzione ICI cooperative non può essere concessa.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI Cooperative: Residenza Anagrafica o Dimora Abituale? La Cassazione Chiarisce

La questione dell’esenzione ICI cooperative per gli immobili adibiti ad abitazione principale dei soci è un tema di grande rilevanza pratica, che contrappone spesso le esigenze abitative alla rigidità delle normative fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: ai fini del beneficio fiscale, prevale la residenza anagrafica formale o l’effettiva dimora abituale? L’analisi di questa decisione offre importanti chiarimenti per le cooperative e i loro soci.

Il Caso: Una Cooperativa Edilizia e la Richiesta di Esenzione ICI

Una società cooperativa edilizia a proprietà indivisa si è vista notificare un avviso di accertamento da parte di un Comune per il mancato pagamento dell’ICI relativa all’anno 2010. La cooperativa sosteneva di avere diritto all’esenzione, in quanto gli alloggi erano stati assegnati ai soci e da questi utilizzati come abitazione principale. Il Comune, tuttavia, contestava tale diritto sulla base del fatto che i soci avevano trasferito la propria residenza anagrafica negli immobili solo tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, quindi in data successiva a quella rilevante per l’annualità d’imposta.

La controversia è giunta fino alla Corte di Cassazione, che è stata chiamata a decidere sulla legittimità dell’atto impositivo.

La Distinzione Chiave: Cooperativa a Proprietà Divisa vs. Indivisa

Per comprendere la decisione, è fondamentale distinguere tra due tipi di cooperative edilizie:

* A proprietà divisa: Il socio, dopo l’assegnazione, diventa pieno proprietario dell’alloggio. In questo caso, il socio è il soggetto passivo d’imposta dal momento dell’assegnazione.
* A proprietà indivisa: La proprietà dell’immobile rimane in capo alla cooperativa. I soci acquisiscono un diritto di godimento sull’alloggio, ma non la proprietà. Di conseguenza, il soggetto passivo d’imposta resta la cooperativa stessa.

Nel caso in esame, trattandosi di una cooperativa a proprietà indivisa, era la società a essere tenuta al pagamento dell’imposta e, di conseguenza, a dover dimostrare la sussistenza dei requisiti per l’esenzione.

L’Esenzione ICI Cooperative e il Concetto di “Abitazione Principale”

La normativa tributaria (specificamente l’art. 8 del D.Lgs. 504/1992) prevede una detrazione, poi trasformatasi in esenzione, per l’abitazione principale. Questa agevolazione si applica anche alle unità immobiliari di cooperative a proprietà indivisa, a condizione che siano adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari.

Residenza Anagrafica non è Tutto

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la nozione di “abitazione principale” non coincide necessariamente con la residenza anagrafica. La legge introduce una presunzione relativa, secondo cui l’abitazione principale è quella di residenza. Tuttavia, questa presunzione può essere superata dal contribuente fornendo la prova contraria, ovvero dimostrando che la dimora abituale e quella del proprio nucleo familiare si trovava di fatto in un altro immobile.

La Decisione della Corte: La Prova della Dimora Abituale è Fondamentale

Nonostante l’apertura verso la prevalenza della sostanza (dimora effettiva) sulla forma (residenza anagrafica), la Cassazione ha rigettato il ricorso della cooperativa. I giudici di merito avevano accertato, con una valutazione in fatto non sindacabile in sede di legittimità, che la cooperativa non aveva fornito alcuna prova che gli immobili fossero effettivamente utilizzati come dimora abituale dai soci nell’anno d’imposta in questione. L’unico dato oggettivo era il successivo trasferimento della residenza anagrafica, che non poteva retroagire a sanare la situazione dell’anno precedente.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto tributario: l’onere della prova. Per beneficiare di un’agevolazione fiscale, è il contribuente che deve dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge. In questo caso, la cooperativa avrebbe dovuto provare, con documentazione adeguata (es. consumi di utenze, dichiarazioni di terzi, ecc.), l’effettivo utilizzo degli alloggi come dimora abituale da parte dei soci per l’intero anno 2010. La semplice affermazione non era sufficiente. La Corte ha concluso che i giudici d’appello non hanno erroneamente equiparato abitazione principale a residenza anagrafica, ma hanno correttamente rilevato la totale assenza di prove sull’utilizzo effettivo degli immobili, rendendo legittimo l’avviso di accertamento del Comune.

Conclusioni: Cosa Imparare da questa Decisione

La decisione in esame offre una lezione importante per tutte le cooperative edilizie a proprietà indivisa e per i loro soci. Per ottenere l’esenzione ICI cooperative (e oggi IMU), non basta che gli alloggi siano formalmente assegnati. È indispensabile poter dimostrare con prove concrete e oggettive che i soci utilizzano quegli immobili come loro dimora abituale, a prescindere dalla data di trasferimento della residenza anagrafica. Una gestione documentale attenta e la raccolta di prove sull’effettivo utilizzo degli immobili diventano quindi strumenti essenziali per difendere il diritto all’agevolazione fiscale ed evitare contenziosi con gli enti locali.

Chi è il soggetto passivo ICI per gli alloggi di una cooperativa a proprietà indivisa?
Il soggetto passivo d’imposta, e quindi tenuto al pagamento, è la cooperativa stessa, anche dopo l’assegnazione degli alloggi ai soci, poiché questi non ne diventano proprietari ma acquisiscono solo un diritto di godimento.

Per ottenere l’esenzione ICI, è sufficiente la residenza anagrafica dei soci negli alloggi?
No. La residenza anagrafica costituisce solo una presunzione relativa. Ciò che conta è la “dimora abituale” effettiva. Tuttavia, se la residenza non è stata trasferita, spetta al contribuente (la cooperativa) fornire la prova rigorosa che i soci dimoravano abitualmente negli immobili.

Cosa deve dimostrare una cooperativa per ottenere l’esenzione ICI per “abitazione principale” dei soci?
La cooperativa deve fornire la prova contraria alla presunzione di coincidenza tra residenza e dimora. Deve dimostrare, con elementi concreti, l’effettivo utilizzo dell’immobile quale dimora abituale del socio e del suo nucleo familiare per l’annualità d’imposta per cui si chiede l’esenzione, anche se la residenza anagrafica è stata trasferita in un momento successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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