LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione ICI coniugi: ricorso del Comune inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Comune contro una contribuente che beneficiava dell’esenzione ICI per l’abitazione principale, nonostante il coniuge godesse della stessa agevolazione in un’altra città. La decisione non entra nel merito del diritto alla doppia esenzione ICI coniugi, ma si fonda su motivi procedurali: il Comune non ha superato l’ostacolo della ‘doppia conforme’, avendo i giudici di primo e secondo grado emesso sentenze identiche basate sulla mancata prova, da parte dell’ente, dei fatti contestati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI Coniugi e Doppia Residenza: la Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso del Comune

La questione dell’esenzione ICI coniugi con residenze anagrafiche diverse è da tempo al centro di un acceso dibattito giuridico. Con l’ordinanza n. 4355 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso specifico, fornendo chiarimenti non tanto sulla questione sostanziale, quanto sugli aspetti procedurali che un ente impositore deve rispettare per far valere le proprie ragioni. La decisione sottolinea l’importanza dell’onere della prova e i limiti del sindacato di legittimità, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’.

I Fatti di Causa

Una contribuente si vedeva recapitare un avviso di accertamento dal proprio Comune per il pagamento dell’ICI relativa all’anno 2009. L’ente contestava il diritto all’esenzione per l’abitazione principale, sostenendo che il nucleo familiare non potesse beneficiare di due diverse agevolazioni, dato che il coniuge della signora risultava residente e proprietario di un altro immobile in un’altra città, per il quale aveva a sua volta goduto dell’esenzione.

La contribuente impugnava l’atto e sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Commissione Tributaria Regionale le davano ragione. I giudici di merito, in entrambe le sedi, concludevano che il Comune non aveva fornito prove sufficienti a dimostrare né che il coniuge fosse effettivamente proprietario di un altro immobile e avesse usufruito delle agevolazioni fiscali, né il carattere fittizio della residenza della contribuente.

Il Ricorso del Comune e la Questione dell’Esenzione ICI Coniugi

Insoddisfatto dell’esito dei primi due gradi di giudizio, il Comune proponeva ricorso per cassazione. L’ente basava il proprio unico motivo di ricorso sulla violazione dell’art. 8 del D.Lgs. 504/1992, ribadendo il principio secondo cui un nucleo familiare non può godere di una doppia esenzione per l’abitazione principale. Secondo la tesi del Comune, la sentenza di appello era illegittima perché aveva consentito una pluralità di esenzioni all’interno della stessa famiglia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della legittimità della doppia esenzione ICI coniugi. La decisione si fonda interamente su ragioni di carattere processuale.

In primo luogo, i giudici hanno osservato che il motivo del ricorso, seppur formalmente presentato come una violazione di legge, tendeva in realtà a contestare l’accertamento dei fatti compiuto dai giudici di merito. La Corte Regionale aveva infatti stabilito che il Comune non aveva adempiuto al proprio onere probatorio. L’accertamento dei fatti e la valutazione delle prove sono attività riservate ai giudici di primo e secondo grado e non possono essere riesaminate in sede di legittimità, salvo specifici vizi che nel caso di specie non sono stati ravvisati.

In secondo luogo, la Corte ha evidenziato la presenza di una ‘doppia conforme’. Le decisioni di primo e secondo grado erano giunte alla medesima conclusione, basandosi sullo stesso presupposto fattuale: la carenza di prove da parte del Comune. In questi casi, l’art. 348-ter del codice di procedura civile rende inammissibile il ricorso per cassazione che contesta un vizio di motivazione, a meno che il ricorrente non dimostri che le ragioni di fatto poste a base delle due sentenze siano tra loro diverse, cosa che il Comune non ha fatto.

Infine, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese di giudizio, tenendo conto di una pronuncia della Corte Costituzionale (n. 209/2022) intervenuta nel corso del processo. Sebbene relativa all’IMU, tale sentenza ha modificato il quadro normativo sull’agevolazione per l’abitazione principale, incidendo sulla rilevanza delle circostanze oggetto del giudizio e giustificando così la decisione sulle spese.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre una lezione fondamentale in materia di contenzioso tributario: l’importanza cruciale dell’onere della prova e la corretta formulazione dei motivi di ricorso in Cassazione. La Corte non ha stabilito se due coniugi con residenze diverse abbiano diritto a una doppia esenzione ICI, ma ha chiarito che un ente impositore non può sperare di vincere un processo basandosi su mere affermazioni. È necessario provare in giudizio i fatti posti a fondamento della pretesa fiscale. Se non lo si fa nei gradi di merito, non si può pretendere che la Corte di Cassazione supplisca a tale carenza, poiché il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di garantire la corretta applicazione della legge.

Due coniugi con residenze diverse hanno diritto alla doppia esenzione ICI per l’abitazione principale?
Questa ordinanza non risponde alla domanda nel merito. La Corte ha dichiarato il ricorso del Comune inammissibile per motivi procedurali, senza pronunciarsi sulla legittimità sostanziale della doppia esenzione per il nucleo familiare.

Perché il ricorso del Comune è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile principalmente per due ragioni: 1) contestava l’accertamento dei fatti (la mancata prova da parte del Comune), che è di competenza dei giudici di merito e non della Cassazione; 2) si era in presenza di una ‘doppia conforme’, cioè due sentenze identiche nei gradi precedenti, il che pone limiti più stringenti all’ammissibilità del ricorso per vizi di motivazione.

Cosa insegna questa decisione sull’onere della prova nel processo tributario?
La decisione evidenzia che la parte che avanza una pretesa (in questo caso, il Comune che negava l’esenzione) ha l’obbligo di provare i fatti su cui si basa. I giudici di merito hanno respinto la pretesa del Comune proprio perché quest’ultimo non aveva fornito prove adeguate a sostegno delle sue argomentazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati