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Esenzione ICI abitazione principale: no se non si dimora

Una contribuente, proprietaria di un unico immobile ma con residenza anagrafica in un altro comune per lavoro, si è vista negare l’esenzione ICI per l’abitazione principale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che per ottenere il beneficio fiscale non è sufficiente possedere una sola casa, ma è indispensabile dimostrare di viverci abitualmente. La residenza anagrafica, pur essendo una presunzione, ha prevalso in assenza di prove contrarie che attestassero la dimora effettiva nell’immobile oggetto di tassazione.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione ICI abitazione principale: la residenza conta più della proprietà unica

L’esenzione ICI abitazione principale è un tema che tocca molti proprietari di immobili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: possedere un solo immobile non garantisce automaticamente il diritto all’esenzione se la residenza anagrafica e, soprattutto, la dimora abituale si trovano altrove. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire le regole da seguire.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una contribuente, avvocato di professione, proprietaria di un unico immobile situato nel Comune di Magliano Sabina. Per l’anno d’imposta 2010, il Comune le ha notificato un avviso di accertamento per il pagamento dell’ICI, per un importo di 783,00 euro oltre accessori. La contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo di avere diritto all’esenzione prevista per l’abitazione principale.

Il problema nasceva da una circostanza specifica: pur essendo quello l’unico immobile di sua proprietà in tutto il territorio nazionale, la contribuente aveva trasferito la propria residenza anagrafica a Roma per motivi professionali. La Commissione Tributaria Regionale del Lazio aveva respinto il suo appello, ritenendo che non fosse stato dimostrato il requisito fondamentale della dimora abituale nell’immobile di Magliano Sabina, facendo prevalere la presunzione legata alla residenza anagrafica romana.

La questione giuridica

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione. La ricorrente ha sostenuto che, essendo proprietaria di un’unica unità immobiliare, non si dovrebbe fare riferimento al requisito della residenza anagrafica per individuare l’abitazione principale. A suo dire, il fatto di aver dovuto spostare la residenza a Roma per lavoro non poteva pregiudicare il suo diritto all’esenzione sull’unica casa di proprietà. In sostanza, si chiedeva se il possesso di un solo immobile fosse una condizione sufficiente per ottenere l’agevolazione, a prescindere da dove il contribuente avesse formalmente la residenza.

L’analisi della Cassazione sulla esenzione ICI abitazione principale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la linea interpretativa consolidata, definita come “diritto vivente”. I giudici hanno ribadito che, ai fini dell’esenzione ICI abitazione principale, i due requisiti essenziali sono:

1. Possesso dell’immobile: Il contribuente deve essere proprietario o titolare di altro diritto reale sull’immobile.
2. Dimora abituale: Il contribuente e la sua famiglia devono dimorare abitualmente in quell’immobile.

La Corte ha chiarito che la normativa (art. 8, comma 2, d.lgs. n. 504/1992) introduce una presunzione relativa: si presume che l’abitazione principale coincida con la residenza anagrafica. Tuttavia, questa presunzione può essere superata. Il contribuente ha l’onere di fornire la prova contraria, dimostrando che, nonostante una diversa residenza anagrafica, la sua dimora effettiva e stabile si trova nell’immobile per cui chiede l’esenzione.

Nel caso specifico, non solo la contribuente non ha fornito tale prova, ma ha di fatto confermato la presunzione, ammettendo di aver trasferito la residenza a Roma per svolgere la sua attività professionale. Questo ha reso irrilevante la circostanza che l’immobile a Magliano Sabina fosse l’unico di sua proprietà.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha sottolineato l’errore concettuale alla base della difesa della ricorrente: ritenere che la sola proprietà di un unico immobile nel territorio italiano dia automaticamente diritto all’esenzione. La legge, invece, subordina il beneficio alla dimostrazione della collocazione della dimora abituale nell’immobile stesso. La dimora abituale è il luogo in cui una persona vive stabilmente e in modo prevalente, dove ha il centro dei propri interessi. La residenza anagrafica è solo l’indicatore formale di tale luogo.

I giudici hanno specificato che la contribuente non è riuscita a dimostrare di dimorare abitualmente nel Comune di Magliano Sabina. Anzi, le sue stesse affermazioni sul trasferimento della residenza a Roma per lavoro hanno rafforzato la tesi della Commissione Tributaria Regionale. La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi di ricorso, tra cui la richiesta di non applicare le sanzioni per presunta incertezza normativa (ritenuta inesistente data la chiarezza della legge e la giurisprudenza consolidata) e la questione di legittimità costituzionale (ritenuta infondata).

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale in materia di tributi locali: per l’esenzione ICI abitazione principale, non contano le intenzioni o il numero di immobili posseduti, ma la realtà fattuale della vita del contribuente. Il requisito della dimora abituale è imprescindibile e spetta al cittadino che ha una residenza anagrafica diversa fornire prove concrete e inequivocabili del suo effettivo luogo di vita. Le esigenze lavorative che portano a spostare la residenza non sono, di per sé, una giustificazione sufficiente per ottenere l’agevolazione su un immobile in cui non si vive più abitualmente.

È sufficiente possedere un solo immobile per ottenere l’esenzione ICI come abitazione principale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola proprietà di un unico immobile non è sufficiente. È necessario dimostrare anche che in tale immobile si abbia la propria dimora abituale, ovvero che vi si viva stabilmente e in modo prevalente.

Cosa prevale per l’esenzione ICI: la residenza anagrafica o la dimora abituale?
Prevale la dimora abituale, che è il requisito sostanziale. La residenza anagrafica crea una presunzione legale su dove sia la dimora abituale, ma il contribuente può superare questa presunzione fornendo la prova contraria, dimostrando di vivere effettivamente in un altro luogo.

La residenza in un altro comune per motivi di lavoro giustifica l’esenzione ICI sull’unico immobile di proprietà?
No. La sentenza chiarisce che il trasferimento della residenza anagrafica per motivi di lavoro non giustifica di per sé l’esenzione sull’immobile lasciato. Anzi, tale circostanza può rafforzare la presunzione che la dimora abituale sia stata effettivamente spostata nel nuovo comune, facendo così perdere il diritto all’agevolazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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