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Esenzione fiscale enti: no alla responsabilità solidale

Un ente no-profit, nominato erede e beneficiario di esenzione fiscale, era stato ritenuto dall’Agenzia delle Entrate coobbligato in solido per l’imposta di successione dovuta da una legataria. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: l’esenzione fiscale per gli enti del Terzo Settore esclude la responsabilità solidale per i debiti tributari di altri coeredi o legatari, poiché altrimenti la finalità dell’agevolazione verrebbe vanificata. La sentenza impugnata è stata cassata.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione Fiscale Enti: la Cassazione esclude la Responsabilità Solidale nell’Imposta di Successione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto di fondamentale importanza per il Terzo Settore, rafforzando la portata della esenzione fiscale per gli enti no-profit. La Corte ha chiarito che un ente, beneficiario di un lascito ereditario e per legge esente dall’imposta di successione, non può essere chiamato a rispondere in solido per le imposte dovute da altri beneficiari dell’eredità. Questa decisione protegge la finalità stessa dell’agevolazione fiscale, impedendo che venga indirettamente erosa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una successione testamentaria in cui una persona defunta nominava come unico erede un’importante associazione no-profit, attiva a livello nazionale. Nel testamento, era disposto anche un legato a favore di una persona fisica, consistente in una rendita vitalizia mensile. L’Agenzia delle Entrate, pur riconoscendo l’esenzione dall’imposta di successione per l’ente no-profit, notificava un avviso di liquidazione con cui chiedeva il pagamento dell’imposta sul legato, imputandola in via solidale sia alla legataria sia all’ente erede. La pretesa si basava sull’articolo 36 del Testo Unico sulle successioni, che prevede la responsabilità solidale tra eredi e legatari per il pagamento dell’imposta complessivamente dovuta.

La questione della responsabilità solidale per gli enti no-profit

L’ente no-profit impugnava l’atto, sostenendo che la sua totale esenzione dall’imposta dovesse escludere anche qualsiasi forma di coobbligazione per imposte altrui. Accettare la tesi dell’Agenzia delle Entrate avrebbe significato, di fatto, vanificare il beneficio fiscale, costringendo l’ente a utilizzare i fondi ricevuti per pagare un’imposta da cui era stato esentato. Le corti di merito accoglievano le ragioni dell’ente, ma l’Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione, insistendo sull’applicazione letterale della norma sulla solidarietà passiva.

La decisione della Corte di Cassazione sulla esenzione fiscale enti

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso incidentale dell’associazione, stabilendo un principio di diritto che chiarisce definitivamente la questione. I giudici hanno affermato che l’esenzione prevista per gli enti del Terzo Settore ha una portata ampia, finalizzata a preservare integralmente il patrimonio devoluto a tali soggetti per il perseguimento delle loro finalità di pubblica utilità.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la ratio legis dell’esenzione fiscale per gli enti è quella di favorire e proteggere le attività di assistenza, ricerca, istruzione e altre finalità di pubblica utilità. Imporre una responsabilità solidale per debiti tributari di altri soggetti contraddirebbe direttamente questo scopo. L’ente si troverebbe, infatti, a dover pagare con il patrimonio ricevuto un’imposta da cui la legge lo esenta, subendo un’erosione patrimoniale che il legislatore voleva evitare.

I giudici hanno inoltre evidenziato come questo principio fosse già immanente nel sistema normativo, ancor prima di un recente intervento legislativo (legge 104/2024) che lo ha esplicitato. Il coordinamento tra le norme sull’esenzione (art. 3 D.Lgs. 346/1990) e quelle sulla solidarietà (art. 36 D.Lgs. 346/1990) doveva già essere interpretato nel senso di escludere gli enti esenti dal novero dei coobbligati solidali. In parallelo, la Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate su un altro punto: la necessità per il giudice di merito di rideterminare l’imposta dovuta dalla legataria, dopo aver disapplicato un coefficiente di calcolo per la rendita vitalizia ritenuto palesemente illogico e sproporzionato.

Le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta una vittoria significativa per tutto il Terzo Settore. Le conclusioni pratiche sono chiare:

1. Protezione Totale: L’esenzione dall’imposta di successione per gli enti no-profit è totale e non può essere aggirata tramite l’istituto della responsabilità solidale.
2. Certezza del Diritto: Viene fornita certezza giuridica agli enti che ricevono lasciti testamentari, i quali non dovranno temere pretese fiscali relative a imposte dovute da altri coeredi o legatari.
3. Coerenza del Sistema: La decisione riafferma la coerenza dell’ordinamento, interpretando le norme in modo da dare pieno effetto alla volontà del legislatore di sostenere le attività di pubblica utilità.

Un ente no-profit, esente da imposta di successione, deve pagare le tasse per un altro beneficiario dell’eredità?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ente erede, beneficiario dell’esenzione fiscale, non è soggetto a responsabilità solidale per l’imposta di successione dovuta da altri eredi o legatari.

Perché la Corte ha ritenuto che la responsabilità solidale vanificherebbe l’esenzione fiscale?
Perché costringerebbe l’ente a pagare, con il patrimonio ricevuto e destinato a scopi di pubblica utilità, un’imposta da cui la legge lo esenta. Questo contraddirebbe la ‘ratio legis’ (lo scopo della norma), che è quella di preservare integralmente il patrimonio devoluto a tali enti.

La nuova legge che esclude la responsabilità solidale degli enti del Terzo Settore si applica anche ai casi precedenti?
Sì, secondo l’interpretazione della Corte. La sentenza chiarisce che la nuova norma (introdotta con la L. 104/2024) non è innovativa ma si è limitata a esplicitare un principio già immanente e desumibile dall’interpretazione sistematica delle leggi preesistenti. Pertanto, il principio si applica anche alle successioni apertesi prima della sua entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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