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Esenzione COSAP per Province: la Cassazione chiarisce

Un Comune richiedeva il pagamento del COSAP a una Provincia e a un’impresa edile per l’occupazione di suolo pubblico. La Corte di Cassazione ha confermato l’esenzione COSAP per la Provincia, stabilendo che tale beneficio, ereditato dalla normativa sulla TOSAP, si applica in modo incondizionato agli enti territoriali, indipendentemente dalla finalità specifica dell’occupazione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione COSAP per gli Enti Territoriali: La Cassazione Fa Chiarezza

L’esenzione COSAP per gli enti pubblici è un tema che genera spesso contenziosi tra amministrazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione cruciale dell’articolo 49 del D.Lgs. 507/1993, chiarendo definitivamente quando Province, Regioni e Comuni sono esenti dal pagamento del Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una richiesta di pagamento del COSAP avanzata da un Comune nei confronti della Provincia locale e di un’impresa edile. L’occupazione del suolo pubblico era avvenuta tramite ponteggi necessari per lavori edili commissionati dalla Provincia all’impresa. Inizialmente, il Comune aveva concesso l’occupazione gratuitamente, ma in seguito aveva annullato la concessione, ritenendo che mancassero i presupposti per l’esenzione, in particolare le “finalità specifiche di assistenza, previdenza, sanità, educazione, cultura e ricerca scientifica”.

Dopo un complesso iter giudiziario, che ha visto anche un intervento del Consiglio di Stato per questioni di giurisdizione, la Corte d’Appello aveva dato ragione alla Provincia e all’impresa, dichiarando non dovuto il canone. Il Comune, non soddisfatto, ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Interpretazione della norma sull’Esenzione COSAP

Il nodo centrale della controversia ruotava attorno all’interpretazione dell’articolo 49, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 507/1993. Questa norma, originariamente prevista per la TOSAP (Tassa Occupazione Suolo Pubblico), elenca i soggetti esenti dal pagamento. Il Comune sosteneva che tale disciplina non fosse applicabile al COSAP, che ha natura di canone patrimoniale e non di tributo. Inoltre, secondo il Comune, l’esenzione per la Provincia sarebbe stata comunque subordinata al perseguimento di specifiche finalità di interesse pubblico, che nel caso di lavori edili di natura privatistica non sussistevano.

La Corte di Cassazione era quindi chiamata a decidere due punti fondamentali:
1. Se le esenzioni previste per la TOSAP si estendano anche al COSAP.
2. Se l’esenzione per gli enti territoriali (come le Province) sia automatica o condizionata a specifiche finalità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del Comune, confermando la sentenza d’appello e fornendo un’analisi dettagliata della normativa.

Innanzitutto, i giudici hanno stabilito che, nonostante la diversa natura giuridica tra TOSAP e COSAP, la disciplina dei soggetti passivi e delle esenzioni contenuta nell’art. 49 del D.Lgs. 507/1993 rimane applicabile. La legge (art. 52 D.Lgs. 446/1997) riserva infatti allo Stato, e non ai regolamenti comunali, l’individuazione e la definizione dei soggetti passivi delle entrate locali.

Il punto più qualificante della decisione riguarda però l’interpretazione letterale e sintattica dell’art. 49. La norma elenca tre distinti gruppi di soggetti esenti:
1. Lo Stato, le regioni, le province, i comuni e loro consorzi.
2. Gli enti religiosi per l’esercizio di culti ammessi nello Stato.
3. Gli enti pubblici specifici (di cui all’art. 87 del TUIR) “per finalità specifiche di assistenza, previdenza, sanità, educazione, cultura e ricerca scientifica”.

Secondo la Corte, la struttura della frase è inequivocabile: la clausola finale che richiede le “finalità specifiche” si riferisce esclusivamente al terzo gruppo di soggetti, ovvero gli enti pubblici non territoriali. Il primo gruppo, che include le Province, gode di un’esenzione COSAP soggettiva e incondizionata, che discende direttamente dalla loro natura di enti territoriali. L’esenzione, pertanto, non dipende dallo scopo per cui avviene l’occupazione del suolo pubblico.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiaro e di grande importanza pratica: gli enti territoriali come Stato, Regioni, Province e Comuni sono esenti dal pagamento del COSAP ex se, ovvero per la loro stessa natura, indipendentemente dalla finalità dell’occupazione. Questa interpretazione, in linea con un precedente orientamento della stessa Corte (sent. n. 14140/2013), supera un precedente indirizzo più restrittivo (sent. n. 7197/2000) e fornisce certezza giuridica nei rapporti tra amministrazioni pubbliche. Per gli operatori e per le stesse pubbliche amministrazioni, questa decisione significa che, quando un ente territoriale occupa suolo pubblico, l’esenzione dal COSAP è la regola e non necessita di ulteriori verifiche sulle finalità perseguite.

Le Province sono tenute a pagare il COSAP (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche)?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che le Province, insieme a Stato, Regioni e Comuni, godono di un’esenzione soggettiva e incondizionata dal pagamento del COSAP.

L’esenzione COSAP per una Provincia dipende dalla finalità dell’occupazione del suolo pubblico?
No, l’esenzione non dipende dalla finalità. La Corte ha chiarito che il requisito delle “finalità specifiche di assistenza, previdenza, sanità, ecc.” si applica solo a una specifica categoria di enti pubblici non territoriali, ma non a enti come le Province.

Le esenzioni previste per la vecchia tassa sull’occupazione del suolo pubblico (TOSAP) valgono anche per il COSAP?
Sì. Secondo la sentenza, nonostante la diversa natura giuridica (tassa contro canone), le esenzioni soggettive previste dall’art. 49 del D.Lgs. 507/1993 per la TOSAP si applicano anche al COSAP, poiché è la legge statale a definire i soggetti tenuti al pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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