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Esenzione accise energia: no per i soci di cooperative

Una cooperativa produttrice di energia rinnovabile ha richiesto l’esenzione dalle accise per l’elettricità fornita ai suoi membri. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione accise energia si applica solo all’autoconsumo diretto da parte del produttore. La cessione ai soci, considerati soggetti terzi, configura una vendita e non rientra nell’agevolazione. Le definizioni di ‘autoproduttore’ di altre normative non sono applicabili in ambito fiscale.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione Accise Energia: la Cassazione fa Chiarezza sulla Cessione ai Soci

L’esenzione accise energia rappresenta un’importante agevolazione per chi produce e consuma energia da fonti rinnovabili. Tuttavia, la sua applicazione può generare dubbi interpretativi, specialmente nel contesto delle società cooperative. Con la recente ordinanza n. 791/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo: l’esenzione non si estende all’energia ceduta dalla cooperativa ai propri soci, poiché tale operazione non costituisce autoconsumo.

I Fatti del Caso: una Cooperativa Energetica e la Richiesta di Esenzione

Una società cooperativa, attiva nella produzione di energia elettrica, si è vista notificare un avviso di pagamento dall’Amministrazione finanziaria per le accise non versate relative agli anni dal 2009 al 2013. L’ente impositore contestava l’applicazione illegittima dell’esenzione prevista dal Testo Unico sulle Accise (d.lgs. 504/1995) per l’energia prodotta e successivamente ceduta ai soci della cooperativa. Secondo l’Agenzia, i soci dovevano essere considerati consumatori finali distinti dalla società produttrice, rendendo la transazione una cessione a terzi e non un autoconsumo.

La cooperativa ha impugnato l’atto, ma sia la commissione tributaria di primo grado che quella di secondo grado hanno respinto le sue argomentazioni, confermando la pretesa fiscale. La questione è così approdata dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: l’Esenzione Accise Energia non è Estensibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la linea dei giudici di merito. Il principio di diritto affermato è netto: una società cooperativa che autoproduce energia da fonti rinnovabili beneficia dell’esenzione dalle accise limitatamente all’energia prodotta e consumata in proprio, e non anche per quella prodotta e ceduta ai singoli soci.

le motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su una serie di argomentazioni giuridiche precise e coerenti.

In primo luogo, ha sottolineato la distinzione giuridica tra la società cooperativa e i suoi soci. Questi ultimi sono soggetti autonomi e distinti rispetto all’ente collettivo. Di conseguenza, la fornitura di energia dalla cooperativa ai soci non può essere qualificata come autoconsumo, bensì come una cessione a terzi. In questo scenario, la cooperativa assume il ruolo di fornitore e i soci quello di clienti finali.

In secondo luogo, la Corte ha respinto il tentativo della ricorrente di applicare la definizione di ‘autoproduttore’ contenuta nel c.d. Decreto Bersani (d.lgs. 79/1999). I giudici hanno chiarito che tale definizione è valida solo ai fini di quella specifica normativa, che regola il mercato interno dell’energia, e non può essere estesa all’ambito tributario. Le norme fiscali, e in particolare quelle agevolative, sono soggette a un principio di stretta interpretazione e non ammettono applicazioni analogiche o estensive.

Inoltre, è stata esclusa l’applicabilità retroattiva di una norma del 2015 (Legge di Stabilità 2016) che ha esteso l’esenzione anche all’energia consumata dai soci di cooperative. La Corte ha specificato che tale disposizione ha carattere innovativo, non di interpretazione autentica, e pertanto produce i suoi effetti solo per il futuro, a partire dal 2016, senza poter sanare le situazioni pregresse.

Infine, sono state respinte anche le censure relative alla violazione di principi costituzionali e dello Statuto del contribuente. Secondo la Corte, non vi è alcuna discriminazione, poiché il requisito dell’autoconsumo si applica a tutte le imprese, indipendentemente dalla loro forma giuridica. Il principio di tutela dell’affidamento, d’altro canto, può esonerare il contribuente da sanzioni e interessi moratori in caso di cambio di orientamento dell’amministrazione, ma non dal pagamento dell’imposta principale dovuta.

le conclusioni

La pronuncia della Corte di Cassazione consolida un orientamento restrittivo sull’esenzione accise energia per le società cooperative. Le implicazioni pratiche sono significative: le cooperative che producono energia e la distribuiscono ai propri soci devono considerare tale cessione come fiscalmente rilevante ai fini delle accise. Per beneficiare dell’esenzione, l’energia deve essere consumata direttamente dall’impresa produttrice per le proprie attività. Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta pianificazione fiscale e la necessità di non fare affidamento su interpretazioni estensive di norme agevolative, le quali, per loro natura, sono soggette a un’applicazione rigorosa da parte dell’ordinamento. Le cooperative del settore energetico dovranno quindi strutturare le loro operazioni tenendo conto di questa chiara distinzione tra autoconsumo e cessione a terzi, anche se questi ultimi sono i propri soci.

Una cooperativa che produce energia da fonti rinnovabili ha diritto all’esenzione dalle accise se cede l’energia ai propri soci?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’esenzione si applica solo all’energia che la cooperativa produce e consuma per sé (autoconsumo). La cessione ai soci è considerata una vendita a soggetti terzi, quindi è soggetta al pagamento delle accise.

La definizione di ‘autoproduttore’ prevista da normative non fiscali, come il Decreto Bersani, può essere usata per ottenere un’esenzione fiscale?
No. La Corte ha stabilito che le definizioni contenute in leggi che regolano altri settori (come il mercato dell’energia) non sono automaticamente applicabili in materia tributaria. Le norme fiscali agevolative sono di stretta interpretazione e non possono essere estese per analogia.

Una nuova legge che estende un’agevolazione fiscale si applica anche agli anni passati?
No, a meno che la legge stessa non lo preveda espressamente qualificandosi come ‘norma di interpretazione autentica’. Nel caso specifico, la legge del 2015 che ha esteso l’esenzione ai soci delle cooperative è stata considerata innovativa e quindi applicabile solo dall’anno d’imposta 2016 in poi, senza effetto retroattivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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