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Esenzione accise energia: limiti per i consorzi

Una società consortile, produttrice di energia da fonti rinnovabili, si è vista negare l’esenzione accise energia per l’elettricità ceduta ai propri soci. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 22120/2024, ha stabilito che l’agevolazione fiscale per gli ‘autoproduttori’ si applica solo all’energia autoconsumata direttamente dal produttore e non può essere estesa alla cessione a soggetti terzi, seppur consorziati, in quanto entità giuridiche e fiscali distinte.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione Accise Energia: La Cassazione Fissa i Paletti per i Consorzi

L’esenzione accise energia per l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili è un tema cruciale per le imprese che investono nella sostenibilità. Tuttavia, i confini di questa agevolazione non sono sempre chiari, specialmente in strutture complesse come i consorzi. Con l’ordinanza n. 22120 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione restrittiva, chiarendo che il beneficio fiscale per l’autoproduzione non si estende all’energia ceduta ai soci di una società consortile.

I Fatti del Caso: La Controversia sull’Energia Rinnovabile

Una società consortile, operante nel settore dell’energia idroelettrica, aveva ricevuto un avviso di pagamento per le accise relative agli anni dal 2009 al 2014. La società riteneva di avere diritto all’esenzione in quanto ‘autoproduttore’ di energia da fonti rinnovabili, destinata al consumo delle imprese consorziate.

La Commissione Tributaria Regionale aveva inizialmente dato ragione alla società, riconoscendola come ‘autoproduttore’ e annullando le pretese del Fisco. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non condividendo questa interpretazione, ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che l’esenzione spetta solo per l’energia autoconsumata direttamente dal produttore e non per quella ceduta a terzi, anche se soci del consorzio.

L’Analisi della Corte: Distinzione tra Autoproduzione e Cessione a Terzi

Il cuore della questione risiede nella corretta interpretazione della nozione di ‘autoproduzione’ ai fini fiscali. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, fondando la sua decisione su una distinzione netta tra le norme che regolano il mercato dell’energia e quelle che disciplinano la materia tributaria.

La Nozione Fiscale di Autoproduzione

Secondo il Testo Unico delle Accise (D.Lgs. 504/1995), l’esenzione è prevista per l’energia prodotta e ‘consumata dalle imprese di autoproduzione’. I giudici hanno sottolineato che questa disposizione deve essere interpretata in modo rigoroso. L’agevolazione è limitata all’energia che il soggetto produttore utilizza per sé stesso, nei propri impianti e per i propri processi produttivi.

Quando la società consortile cede l’energia prodotta alle singole società consorziate, si configura una vendita a soggetti giuridici e fiscali distinti. Anche se legati da un vincolo consortile, i soci rimangono ‘terzi’ rispetto alla società che produce l’energia. Pertanto, l’operazione non può essere qualificata come autoconsumo, ma come una fornitura a consumatori finali, soggetta ad accisa.

L’Irrilevanza del ‘Decreto Bersani’ ai Fini Tributari

La difesa della società si basava sulla definizione di ‘Autoproduttore’ contenuta nel D.Lgs. 79/1999 (noto come Decreto Bersani), che include nel concetto di ‘uso proprio’ anche l’utilizzo da parte dei soci di consorzi. La Cassazione ha chiarito che tale definizione ha finalità diverse: è stata introdotta per liberalizzare il mercato dell’energia, non per regolare aspetti fiscali. Le norme tributarie, come il Testo Unico delle Accise, hanno invece l’obiettivo di armonizzare la tassazione a livello comunitario e seguono principi autonomi e di stretta interpretazione.

La Decisione della Cassazione e l’Impatto sull’Esenzione Accise Energia

La Corte ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale, rinviando la causa per un nuovo esame che dovrà attenersi ai principi enunciati. Ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso incidentale presentato dalla società.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si basano sui seguenti punti cardine:
1. Interpretazione restrittiva delle norme agevolative: Le esenzioni fiscali non possono essere applicate in via analogica. L’esenzione accise energia è prevista solo per l’autoconsumo, inteso come utilizzo diretto da parte del produttore.
2. Alterità soggettiva: Le società consorziate sono soggetti fiscali autonomi rispetto al consorzio. La cessione di energia dal consorzio ai soci costituisce una transazione commerciale tra entità distinte, non un autoconsumo.
3. Finalità delle norme: La definizione di autoproduttore nel Decreto Bersani persegue obiettivi di concorrenza del mercato, mentre il Testo Unico Accise ha scopi puramente fiscali. Le due normative operano su piani diversi e non sono intercambiabili.
4. Evoluzione normativa: Una legge successiva (L. 208/2015) ha esteso l’esenzione ai soci delle società cooperative, ma non ai consorzi. Secondo la Corte, questo conferma, a contrario, che i consorzi erano e restano esclusi dal perimetro dell’agevolazione per l’energia ceduta.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione stabilisce un principio chiaro: la struttura consortile non permette di ‘trasferire’ l’esenzione fiscale dal produttore ai consumatori finali, anche se questi sono i suoi stessi soci. Per beneficiare dell’esenzione accise energia, la società produttrice deve consumare direttamente l’elettricità generata. Questa pronuncia ha importanti implicazioni per la pianificazione fiscale dei gruppi di imprese e dei consorzi che investono in impianti di produzione da fonti rinnovabili, costringendoli a una valutazione più attenta della struttura operativa per poter accedere alle agevolazioni fiscali.

Un consorzio che produce energia rinnovabile e la vende ai propri soci ha diritto all’esenzione dalle accise?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’esenzione si applica solo all’energia che il soggetto produttore consuma direttamente (autoconsumo). La vendita ai soci, anche se membri del consorzio, è considerata una cessione a terzi e quindi è soggetta al pagamento delle accise.

La definizione di ‘autoproduttore’ prevista dal Decreto Bersani (D.Lgs. 79/1999) è valida per ottenere l’esenzione fiscale?
No. La Corte ha chiarito che la definizione del Decreto Bersani è funzionale alla liberalizzazione del mercato dell’energia e non si applica in ambito fiscale. Ai fini delle accise, vale la nozione più restrittiva contenuta nel Testo Unico delle Accise (D.Lgs. 504/1995).

Perché il ricorso incidentale della società è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso incidentale è stato dichiarato inammissibile perché una parte che risulta vittoriosa in un grado di giudizio non può impugnare le questioni che il giudice ha ritenuto ‘assorbite’ (cioè non esaminate perché la decisione era già favorevole). Tali questioni potranno essere riproposte davanti al giudice del rinvio, a seguito della cassazione della sentenza favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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