Correzione di Errore Materiale: Quando la Cassazione si Corregge
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche i giudici possono commettere sviste. L’ordinanza in esame ci offre un chiaro esempio di come il sistema giuridico gestisca l’errore materiale, un concetto cruciale che permette di correggere imprecisioni formali senza alterare la sostanza di una decisione. Analizziamo come la Corte di Cassazione ha affrontato e risolto un proprio errore, riaffermando l’importanza della chiarezza e della correttezza degli atti giudiziari.
Il Caso: Un Numero di Ordinanza Sbagliato
La vicenda nasce da un ricorso presentato da un cittadino contro un Comune. La Corte di Cassazione, nel pronunciarsi su una precedente questione, aveva emesso un’ordinanza per correggere un altro provvedimento. Tuttavia, in tale ordinanza di correzione, la stessa Corte era incorsa in un nuovo errore: aveva indicato un numero di provvedimento errato sia nella motivazione che nel dispositivo.
In particolare, la Corte aveva scritto:
1. Nella prima pagina, di dover correggere l’ordinanza n. 6462 del 2023, mentre il numero corretto era n. 6264 del 2023.
2. Nel dispositivo, di dover correggere l’ordinanza n. 26264 del 2 marzo 2023, mentre il riferimento corretto era sempre all’ordinanza n. 6264 del 2 marzo 2023.
Accortasi d’ufficio, cioè di propria iniziativa, della svista, la Corte è intervenuta con il provvedimento qui analizzato per sanare la situazione.
La Definizione di Errore Materiale della Cassazione
Il cuore della decisione risiede nella definizione di errore materiale suscettibile di correzione. La Corte ribadisce un principio consolidato, citando precedenti pronunce giurisprudenziali. L’errore materiale si configura quando:
– Non riguarda la sostanza della decisione del giudice, ma unicamente la manifestazione del suo pensiero.
– Si risolve in una fortuita divergenza tra il giudizio (il pensiero del giudice) e la sua espressione letterale (ciò che è stato scritto).
– È causato da mera svista o disattenzione nella redazione dell’atto.
– È percepibile e rilevabile ictu oculi, ovvero a colpo d’occhio, senza necessità di complesse analisi interpretative.
In questo caso, era evidente che la Corte intendesse riferirsi a un provvedimento specifico ma, per una semplice svista, ne ha trascritto un numero errato.
Le motivazioni della decisione
La motivazione della Corte è diretta e pragmatica. Riconosciuto l’errore come puramente formale, ha disposto la correzione della propria precedente ordinanza. Il Collegio ha ordinato di sostituire i numeri errati con quelli corretti, sia nella parte motiva che nel dispositivo. Questo intervento assicura che l’atto giudiziario rifletta fedelmente la volontà del giudice e non generi confusione o incertezza giuridica. La Corte ha quindi incaricato la Cancelleria di annotare la correzione sull’originale del provvedimento errato, completando così il processo di rettifica.
Le conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza, sebbene verta su un aspetto procedurale, ha importanti implicazioni pratiche. Dimostra l’efficienza del sistema nel correggere i propri difetti formali senza la necessità di avviare nuovi e complessi procedimenti di impugnazione. La procedura di correzione dell’errore materiale garantisce la coerenza e l’affidabilità degli atti giudiziari, confermando che una semplice svista non può e non deve inficiare la giustizia sostanziale. Per avvocati e cittadini, è un promemoria che il sistema prevede meccanismi per assicurare che la forma corrisponda sempre alla sostanza della decisione.
Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È un errore che non riguarda la sostanza della decisione, ma la sua manifestazione esteriore, come un refuso o l’indicazione di un numero sbagliato. È una divergenza fortuita tra il pensiero del giudice e la sua espressione scritta, rilevabile a colpo d’occhio.
La Corte può correggere un proprio errore materiale di sua iniziativa?
Sì, il provvedimento in esame dimostra che la Corte ha rilevato d’ufficio l’errore presente nel proprio atto e ha disposto autonomamente la correzione, senza che fosse necessaria una richiesta da parte dei soggetti coinvolti nel processo.
Qual è la differenza tra un errore materiale e un errore di giudizio?
L’errore materiale, come l’indicazione di un numero errato, riguarda la redazione del testo ed è correggibile con una procedura semplificata. L’errore di giudizio, invece, riguarda la valutazione dei fatti o l’applicazione delle norme di diritto e può essere contestato solo attraverso i mezzi di impugnazione previsti dalla legge, come l’appello o il ricorso per cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 14786 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 5 Num. 14786 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME RAGIONE_SOCIALE
Data pubblicazione: 27/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 20514/2023 R.G. proposto da:
NOME COGNOME, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE) che lo rappresenta e difende
-ricorrente
contro
COMUNE DI SCOPPITO
-intimato-
avverso ORDINANZA di CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE ROMA n. 29156/2023 depositata il 19/10/2023.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 16/05/2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
Considerato che:
la Corte ha rilevato d’ufficio l’errore presente nella motivazione e nel dispositivo dell’ordinanza n. 29156 del 2023, nella parte in cui,
rispettivamente, alla prima pagina è indicato il numero errato dell’ordinanza da correggere, vale a dire l’ordinanza n. 6462 del 2023 anziché l’ordinanza della Corte n. 6264 del 2023 e nel dispositivo è indicato il numero dell’ordinanza della Corte n. 26264 del 2 marzo 2023, anziché l’ordinanza della Corte n. 6264 del 2 marzo 2023; deve qualificarsi come errore materiale suscettibile di correzione quello che riguarda non la sostanza decisoria del giudizio ma la manifestazione del pensiero all’atto della formazione del provvedimento e che si risolve in una fortuita divergenza fra il giudizio e la sua espressione letterale, cagionata da mera svista o disattenzione nella redazione della sentenza e come tale percepibile e rilevabile ictu oculi (Cass. n. 19601 del 2011; Cass., S.U. n. 16415 del 2018; Cass. n. 572 del 2019; Cass. n. 16877 del 2020);
P.Q.M.
La Corte dispone che l’ordinanza di questa Corte di Cassazione n. 29156 del 19 ottobre 2023 sia corretta, dovendosi sostituire il riferimento fatto, nella prima pagina della motivazione, alla ordinanza con il riferimento alla ordinanza n. 6264 del 2023 pronunciata tra COGNOME NOME ed il Comune di Scopitto; dispone che sia, altresì corretto il dispositivo dell’ordinanza suindicata sostituendo il riferimento fatto all’ordinanza di questa Corte n. 26264 del 2 marzo 2023 con il riferimento all’ordinanza n. 6264 del 2 marzo 2023. Manda alla Cancelleria di annotare la correzione sull’originale della ordinanza n. 29156/2023.
Così deciso nell’adunanza camerale della Sezione Tributaria del 16