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Error in procedendo: fascicoli di merito necessari

In una controversia su dazi antidumping, l’Amministrazione doganale ricorre in Cassazione lamentando un vizio procedurale. La Corte Suprema, di fronte a un presunto ‘error in procedendo’ relativo all’ammissibilità del ricorso originario, ha stabilito la necessità di acquisire i fascicoli di merito dei gradi precedenti prima di poter decidere. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo in attesa della documentazione.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Error in Procedendo: la Cassazione Sospende per Acquisire i Fascicoli

In materia processuale, la forma è sostanza. Un principio ribadito da una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, che sospende la decisione su una complessa vicenda di dazi doganali per un presunto error in procedendo. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale della documentazione processuale e chiarisce che, per valutare vizi di procedura, l’accesso diretto agli atti dei precedenti gradi di giudizio non è solo utile, ma indispensabile.

I Fatti del Caso: Una Disputa sui Dazi Antidumping

La vicenda ha origine da una segnalazione dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), secondo cui una società importatrice aveva falsamente dichiarato l’origine di merci (componenti di viteria) come provenienti dalle Filippine, ottenendo così un dazio preferenziale. In realtà, i prodotti provenivano da Taiwan, un paese soggetto a specifici dazi antidumping.

Di conseguenza, l’Amministrazione doganale emetteva avvisi di rettifica e atti di irrogazione delle sanzioni sia nei confronti della società importatrice sia dello spedizioniere doganale. Le società impugnavano gli atti e ottenevano ragione sia in primo grado (CTP) sia in appello (CTR). L’Amministrazione, ritenendo la decisione errata, proponeva ricorso per Cassazione.

L’Error in Procedendo al Centro del Ricorso

Tra i motivi di ricorso, la Cassazione ha ritenuto preliminare l’analisi del secondo motivo, con cui l’Amministrazione doganale denunciava un error in procedendo, ai sensi dell’art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c. La difesa dello Stato sosteneva l’inammissibilità del ricorso originario presentato dalla società di spedizioni per due vizi specifici:

1. Errata indicazione del legale rappresentante: nell’atto di ricorso era stato indicato un soggetto diverso da quello che aveva effettivamente firmato la procura alle liti.
2. Procura alle liti limitata: la procura era stata conferita solo per impugnare l’avviso di rettifica dell’accertamento, ma non anche il separato atto di contestazione delle sanzioni, che pure era stato oggetto del ricorso.

Queste censure, se accolte, avrebbero potuto invalidare l’intero giudizio fin dal suo principio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non entra nel merito della questione. Rileva, tuttavia, che le censure sollevate dall’Amministrazione doganale hanno una natura puramente procedurale. La loro fondatezza o infondatezza non può essere verificata sulla base dei soli atti depositati in Cassazione, ma richiede un esame diretto degli atti originali contenuti nei fascicoli dei gradi di merito.

Poiché le parti non avevano prodotto tali fascicoli, la Corte ha stabilito che la loro acquisizione fosse un passo necessario e ineludibile per poter decidere. Pertanto, ha disposto che la Cancelleria procedesse all’acquisizione d’ufficio dei fascicoli di primo grado e d’appello, rinviando la causa a nuovo ruolo in attesa di poter esaminare la documentazione completa. La decisione evidenzia che, in presenza di un dedotto error in procedendo, il giudice di legittimità ha il potere-dovere di accedere direttamente agli atti processuali per verificare la sussistenza del vizio denunciato.

Conclusioni

Questa pronuncia interlocutoria offre un importante spunto di riflessione: la denuncia di un vizio procedurale in Cassazione non è una mera affermazione teorica. Per avere successo, deve essere supportata da prove documentali concrete. L’ordinanza dimostra che la Corte Suprema prende molto sul serio tali censure, al punto da sospendere il proprio giudizio per procurarsi d’ufficio gli strumenti necessari alla verifica. Per gli operatori del diritto, ciò rappresenta un monito a curare con la massima attenzione non solo gli aspetti sostanziali, ma anche ogni singolo dettaglio formale e procedurale degli atti difensivi, fin dal primo grado di giudizio.

Cos’è un ‘error in procedendo’ nel contesto di questa ordinanza?
È un errore di natura procedurale che, secondo l’Amministrazione doganale, sarebbe stato commesso nel giudizio di primo grado. Nello specifico, si contesta l’ammissibilità del ricorso introduttivo a causa di un’errata indicazione del legale rappresentante e di una procura alle liti non estesa a tutti gli atti impugnati.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la causa invece di decidere subito?
La Corte ha rinviato la decisione perché, per verificare la fondatezza delle censure procedurali (l’error in procedendo), è indispensabile esaminare gli atti originali contenuti nei fascicoli di merito dei precedenti gradi di giudizio, che non erano stati depositati dalle parti. L’acquisizione di questi documenti è stata ritenuta un presupposto necessario per la pronuncia.

Quale potere esercita la Corte con questa ordinanza?
La Corte esercita il potere di disporre d’ufficio l’acquisizione degli atti processuali necessari per decidere su un motivo di ricorso che riguarda un vizio di procedura. Questo conferma che il giudice di legittimità può accedere direttamente agli atti del processo per accertare la realtà dei fatti procedurali contestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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