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Enunciazione atto non registrato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro un notaio, ritenuto responsabile per l’imposta di registro su un finanziamento soci. Il finanziamento era stato menzionato in un verbale di assemblea. La Corte ha stabilito che la valutazione sulla completezza dell’enunciazione dell’atto non registrato è un accertamento di fatto insindacabile in sede di legittimità, confermando la decisione dei giudici di merito che avevano escluso la tassazione per mancanza degli elementi essenziali del contratto enunciato.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Enunciazione Atto Non Registrato: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Tassazione

L’istituto dell’enunciazione atto non registrato, previsto dalla legge sull’imposta di registro, rappresenta un tema delicato e di grande rilevanza pratica, specialmente per i professionisti come i notai. La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 2910 del 31 gennaio 2024, offre chiarimenti cruciali sui presupposti per la sua applicazione e sui limiti della responsabilità del notaio. La pronuncia analizza il caso di un finanziamento soci menzionato in un verbale di assemblea, stabilendo quando tale menzione sia sufficiente a far scattare l’obbligo fiscale.

I Fatti del Caso: Il Verbale di Assemblea e il Finanziamento Soci

Una società a responsabilità limitata teneva un’assemblea straordinaria per deliberare un aumento di capitale sociale. Nel verbale, redatto da un notaio, si dava atto che uno dei soci avrebbe liberato la propria quota utilizzando parte di un precedente finanziamento, non registrato, che egli stesso aveva erogato alla società.

L’Agenzia delle Entrate, venuta a conoscenza di tale finanziamento tramite il verbale, notificava al notaio un avviso di liquidazione. L’Agenzia riteneva che la menzione del finanziamento costituisse un’enunciazione tassabile ai fini dell’imposta di registro e che il notaio fosse solidalmente responsabile per il pagamento dell’imposta, insieme alle parti.

Il notaio impugnava l’avviso, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. I giudici tributari sostenevano che la semplice menzione dell’esistenza di un mutuo, desumibile dalle scritture contabili, non fosse sufficiente a integrare una vera e propria enunciazione, in quanto mancavano gli elementi essenziali del contratto (come onerosità o gratuità, termini di restituzione, ecc.).

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due profili: l’errata esclusione della responsabilità solidale del notaio e il presunto difetto di enunciazione. La Suprema Corte, pur riconoscendo i recenti orientamenti delle Sezioni Unite sulla potenziale responsabilità del notaio, ha dichiarato il ricorso inammissibile.

La decisione si è fondata sul secondo profilo di censura. La Corte ha chiarito che la valutazione sulla completezza o meno degli elementi enunciati è un accertamento di fatto, riservato al giudice di merito e non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi specifici che, nel caso in esame, non erano stati correttamente dedotti.

Le Motivazioni: L’Incompletezza dell’Enunciazione Atto Non Registrato come Accertamento di Fatto

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra violazione di legge e erronea ricognizione dei fatti. La Cassazione ha ribadito che, affinché si configuri un’enunciazione atto non registrato tassabile, l’atto menzionato deve essere apprezzabile “ab intrinseco”, cioè senza bisogno di ulteriori indagini extratestuali. Devono essere specificati tutti gli elementi costitutivi che ne identificano natura e contenuto.

Nel caso di specie, il giudice d’appello aveva compiuto un accertamento specifico, concludendo che la menzione nel verbale era generica e si limitava a constatare l’esistenza di un mutuo risultante dalle scritture contabili, senza indicarne gli elementi essenziali. Questa valutazione, secondo la Cassazione, è un giudizio di fatto.

L’Agenzia, nel suo ricorso, ha tentato di rimettere in discussione questo accertamento, ma tale operazione è preclusa in Cassazione. Inoltre, la Corte ha evidenziato come la decisione d’appello fosse una mera conferma di quella di primo grado, facendo scattare il meccanismo della cosiddetta “doppia conforme”, che rende inammissibile il ricorso per vizio di motivazione sui fatti se le due decisioni di merito si fondano sulle stesse ragioni fattuali.

Conclusioni: Implicazioni per Notai e Contribuenti sull’Enunciazione Atto Non Registrato

La sentenza consolida un principio fondamentale: la tassazione per enunciazione non è automatica. Non basta una qualsiasi menzione di un negozio non registrato per far sorgere l’obbligo fiscale. È necessario che l’enunciazione sia completa e autosufficiente, tale da descrivere il negozio pregresso in tutti i suoi elementi essenziali.

Per i notai, questa pronuncia rappresenta un’importante precisazione sui confini della loro responsabilità solidale. Sebbene la giurisprudenza più recente ammetta tale responsabilità, essa è subordinata a un’enunciazione che abbia tutti i crismi della completezza. Per i contribuenti, la sentenza ribadisce l’importanza di una corretta redazione degli atti societari, evitando menzioni generiche che potrebbero generare contenziosi fiscali. La decisione sottolinea che l’accertamento del Fisco non può basarsi su deduzioni o integrazioni extratestuali, ma deve fondarsi esclusivamente su quanto chiaramente ed esaustivamente riportato nell’atto enunciante.

Un notaio è sempre responsabile per l’imposta su un atto enunciato in un documento da lui rogato?
No. Secondo la sentenza, la responsabilità solidale del notaio, pur ammessa in linea di principio dalla giurisprudenza, è subordinata alla condizione che l’enunciazione dell’atto non registrato sia completa di tutti i suoi elementi essenziali, tali da renderlo tassabile autonomamente. Se l’enunciazione è incompleta, non sorge l’obbligo fiscale e, di conseguenza, nemmeno la responsabilità del notaio.

Cosa si intende per ‘enunciazione completa’ di un atto ai fini dell’imposta di registro?
Per enunciazione completa si intende una menzione che contenga tutti gli elementi costitutivi essenziali dell’atto non registrato, in modo tale da identificarne la natura e il contenuto senza necessità di ricorrere a elementi esterni all’atto enunciante. Nel caso di un finanziamento, ad esempio, dovrebbero essere chiari gli estremi della dazione, i termini, le modalità di restituzione e la sua natura gratuita o onerosa.

Perché il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava l’accertamento di fatto compiuto dai giudici di merito. La valutazione secondo cui la menzione del finanziamento nel verbale era generica e priva degli elementi essenziali è un giudizio di fatto, non una violazione di legge. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme. Inoltre, la decisione era protetta dal principio della ‘doppia conforme’, che limita ulteriormente il sindacato della Suprema Corte sui fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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