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Elusione fiscale: vendita infragruppo non salva

La Corte di Cassazione, con la sentenza 16248/2024, ha stabilito che la vendita di un immobile a un’altra società dello stesso gruppo, effettuata poco prima della scadenza del triennio per usufruire di un’agevolazione fiscale, costituisce elusione fiscale. L’operazione, priva di sostanza economica e finalizzata solo a ottenere un vantaggio fiscale indebito, è stata considerata abusiva in quanto vanifica lo scopo della norma agevolativa, che è quello di incentivare la rapida immissione degli immobili sul mercato finale.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Elusione Fiscale: Vendita Infragruppo per Salvare Benefici Fiscali è Abuso del Diritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia tributaria: le operazioni prive di una valida ragione economica, poste in essere al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale, configurano un’ipotesi di elusione fiscale. Il caso in esame riguarda una società immobiliare che, per non perdere un’importante agevolazione sull’imposta di registro, ha venduto i propri immobili a un’altra società dello stesso gruppo poco prima della scadenza del termine per la rivendita. Vediamo nel dettaglio i fatti e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Una Cessione Immobiliare Sospetta

Una società immobiliare, che chiameremo Immobiliare Alfa S.r.l., aveva acquistato alcuni immobili beneficiando di un regime fiscale agevolato: imposta di registro all’1% e imposte ipotecaria e catastale in misura fissa. Questo beneficio era subordinato a una condizione precisa: la società acquirente doveva rivendere gli immobili entro tre anni.

In prossimità della scadenza triennale, non essendo riuscita a vendere gli immobili a terzi, l’Immobiliare Alfa S.r.l. ha ceduto la proprietà a una società neocostituita, l’Immobiliare Beta S.r.l., interamente controllata dalla stessa capogruppo. L’Agenzia delle Entrate ha contestato questa operazione, ritenendola un atto di elusione fiscale, e ha emesso un avviso di liquidazione per recuperare le imposte ordinarie, maggiorate di sanzioni e interessi.

Secondo il Fisco, il trasferimento infragruppo era stato effettuato al solo scopo di aggirare la norma, prolungando artificialmente i termini per beneficiare dell’agevolazione e vanificando la finalità della legge, ovvero promuovere la rapida circolazione degli immobili sul mercato per soddisfare il fabbisogno abitativo.

La Decisione della Corte sull’Elusione Fiscale

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso della società contribuente. I giudici hanno stabilito che il duplice trasferimento successivo di immobili tra società facenti capo allo stesso gruppo configura un’operazione fiscalmente elusiva.

L’operazione è stata giudicata priva di sostanza economica e diretta unicamente a evitare la decadenza dal beneficio fiscale. In pratica, la vendita all’interno del gruppo non ha immesso realmente l’immobile sul mercato, ma ha solo permesso di “spostare” la proprietà da una tasca all’altra dello stesso soggetto economico, con l’unico risultato di ottenere un indebito vantaggio fiscale.

Le Motivazioni: Perché la Cessione Infragruppo è Abusiva

La Corte ha basato la sua decisione sui principi sanciti dall’art. 10-bis dello Statuto dei Diritti del Contribuente, che definisce l’abuso del diritto. I presupposti per configurare l’elusione fiscale sono tre, e nel caso di specie erano tutti presenti:

1. Assenza di sostanza economica: L’operazione non aveva valide ragioni extrafiscali. La società acquirente (Immobiliare Beta S.r.l.) era una “scatola vuota”, costituita poco prima, priva di una propria struttura organizzativa e finanziata dalla stessa controllante per compiere l’acquisto. La gestione degli immobili, di fatto, era rimasta in capo alla società venditrice.
2. Conseguimento di un vantaggio fiscale indebito: Il vantaggio consisteva nel prolungare la fruizione del beneficio fiscale oltre il termine triennale, in contrasto con la ratio della norma.
3. Essenzialità del vantaggio fiscale: L’operazione era essenzialmente diretta a ottenere tale vantaggio, mancando altre motivazioni economiche o gestionali significative.

I giudici hanno sottolineato che la finalità della norma agevolativa è quella di incentivare il trasferimento degli immobili a utenti finali (consumatori) entro un termine preciso e non prorogabile. Una cessione “in blocco” a un’altra società dello stesso gruppo, che a sua volta avrebbe dovuto rivendere, non realizza questo obiettivo, ma lo elude, distorcendo la logica del mercato e del beneficio fiscale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza rappresenta un importante monito per le imprese, specialmente quelle strutturate in gruppi societari. Le riorganizzazioni e le operazioni infragruppo devono sempre essere supportate da concrete e dimostrabili ragioni economiche e gestionali, non marginali.

Qualsiasi operazione che appaia costruita “ad hoc” per ottenere un risparmio d’imposta, senza produrre effetti economici significativi diversi da quelli fiscali, rischia di essere qualificata come elusione fiscale. In tal caso, l’amministrazione finanziaria ha il potere di disconoscere i vantaggi fiscali ottenuti e di applicare le imposte che sarebbero state dovute in assenza del comportamento abusivo, con l’aggiunta di pesanti sanzioni. La pianificazione fiscale è legittima, ma deve muoversi entro i confini tracciati dalla legge e dai principi generali dell’ordinamento, senza mai sfociare nell’abuso del diritto.

Quando una vendita di immobili tra società dello stesso gruppo è considerata elusione fiscale?
Quando l’operazione è priva di sostanza economica e ha come scopo principale quello di ottenere un vantaggio fiscale indebito, come evitare la decadenza da un’agevolazione per mancata rivendita a terzi entro un termine prestabilito.

Qual è la finalità della norma agevolativa sull’imposta di registro per le imprese di rivendita immobiliare?
La norma mira a incentivare e favorire la rapida rivendita degli immobili acquistati dalle imprese intermediarie agli utenti finali (consumatori) per soddisfare il fabbisogno abitativo, premiando la veloce ricollocazione degli immobili sul mercato.

Cosa deve dimostrare il contribuente per evitare una contestazione di abuso del diritto?
Il contribuente deve provare l’esistenza di valide ragioni extrafiscali, non marginali, che giustifichino l’operazione. Deve dimostrare che l’operazione risponde a finalità di miglioramento strutturale, organizzativo o gestionale dell’impresa, e non solo a un obiettivo di risparmio fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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