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Elusione fiscale leveraged buyout: la Cassazione

La Cass. Civ., Sez. 5, n. 34595 del 30/12/2019, ha stabilito che un’operazione di elusione fiscale leveraged buyout si configura quando manca una valida ragione economica. La Corte ha rigettato il ricorso di una società, confermando che l’onere di provare la sostanza economica dell’operazione, volta a dedurre oneri finanziari (push down del debito), spetta al contribuente e non basta un generico riferimento a modelli finanziari leciti.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34595/2019, torna a tracciare i confini tra legittima pianificazione fiscale e abuso del diritto, con un focus specifico sulle operazioni di finanza straordinaria. Al centro della controversia vi è una complessa operazione di elusione fiscale leveraged buyout, un caso che offre spunti fondamentali per le imprese che intendono riorganizzare la propria struttura societaria. La pronuncia chiarisce un principio cardine: la forma giuridica non può prevalere sulla sostanza economica, e l’onere di dimostrare tale sostanza ricade interamente sul contribuente.

I Fatti di Causa: Un’Operazione nel Mirino del Fisco

Il caso trae origine da un accertamento fiscale nei confronti di una società holding. L’Amministrazione Finanziaria aveva contestato la deducibilità di ingenti oneri finanziari derivanti da un’operazione strutturata come segue:
1. Una holding estera costituisce una sub-holding italiana (una società veicolo).
2. La sub-holding riceve un cospicuo finanziamento dalla propria controllante.
3. Con i fondi ottenuti, la sub-holding acquista le partecipazioni in altre società operative già appartenenti allo stesso gruppo.

L’effetto pratico di questa architettura era il cosiddetto push down del debito: il debito contratto per l’acquisizione veniva, di fatto, posto a carico delle società operative acquisite. Questo permetteva di dedurre i relativi interessi passivi dai loro profitti, erodendo significativamente la base imponibile e generando un cospicuo risparmio d’imposta. Secondo il Fisco, l’intera manovra era priva di una reale motivazione economica e finalizzata unicamente a ottenere un vantaggio fiscale indebito, configurando così un’ipotesi di abuso del diritto.

La Decisione della Cassazione sull’Elusione Fiscale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la validità dell’accertamento fiscale. I giudici hanno ritenuto che l’operazione di riorganizzazione interna al gruppo, nonostante fosse formalmente lecita, integrasse un caso di elusione fiscale leveraged buyout.

La sentenza stabilisce che, a fronte di una contestazione di abuso del diritto da parte dell’Amministrazione Finanziaria, è il contribuente a dover dimostrare in modo concreto e specifico l’esistenza di ‘valide ragioni economiche’ che giustifichino la struttura posta in essere, al di là del semplice vantaggio fiscale.

Le Motivazioni: L’Assenza di Valide Ragioni Economiche

Il cuore della motivazione della Suprema Corte si fonda sulla carenza probatoria da parte della società ricorrente. I giudici hanno sottolineato i seguenti punti cruciali:

* Onere della Prova: Il principio fondamentale ribadito è che l’onere di provare la sostanza economica dell’operazione grava sul contribuente. Non basta affermare l’esistenza di ragioni di business; bisogna dimostrarle con elementi concreti.
* Genericità delle Giustificazioni: La società si era difesa facendo generico riferimento a modelli finanziari astrattamente leciti, come il leveraged buyout e il push down del debito. Per la Corte, questo non è sufficiente. Era necessario spiegare perché, nel caso specifico, quella precisa sequenza negoziale avrebbe portato a un miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa, e non solo a un beneficio fiscale.
* Sostanza vs. Forma: La Corte ha privilegiato la sostanza economica rispetto alla forma giuridica. L’operazione è stata vista come una manovra circolare e interna al gruppo, il cui unico scopo tangibile era quello di trasferire il debito per creare costi deducibili. Questa assenza di ‘sostanza commerciale’ è l’elemento che trasforma un’operazione astrattamente lecita in un abuso del diritto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Operazioni Societarie

La sentenza rappresenta un importante monito per le imprese. Qualsiasi operazione di riorganizzazione societaria, specialmente se complessa e capace di generare significativi vantaggi fiscali, deve essere sostenuta da un solido e documentabile razionale economico extra-fiscale. Non è sufficiente che l’operazione sia formalmente ineccepibile. È imperativo poter dimostrare, in caso di contestazione, quali benefici concreti (organizzativi, industriali, commerciali) essa ha apportato al gruppo, al di là del risparmio di imposta. Le aziende devono quindi adottare un approccio proattivo, documentando fin dalla fase di pianificazione le ragioni non fiscali che motivano le proprie scelte strategiche, per superare il vaglio del principio di ‘sostanza sulla forma’ costantemente applicato dalla giurisprudenza.

1. Quando un’operazione di Leveraged Buyout (LBO) è considerata elusione fiscale?
Risposta: Un’operazione di LBO è considerata elusiva quando è priva di valide ragioni economiche e il suo scopo predominante è ottenere un vantaggio fiscale indebito, come la creazione di costi deducibili attraverso l’indebitamento artificiale di una società del gruppo.2. A chi spetta l’onere di provare la legittimità economica di un’operazione contestata dal Fisco?
Risposta: L’onere della prova spetta interamente al contribuente. Secondo la Cassazione, non è l’Amministrazione Finanziaria a dover dimostrare l’assenza di ragioni economiche, ma è la società a dover provare in modo specifico e concreto la loro esistenza.

3. È sufficiente giustificare un’operazione dicendo che si basa su un modello finanziario comune come il ‘push down’ del debito?
Risposta: No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il riferimento a modelli finanziari astrattamente leciti è insufficiente. Il contribuente deve dimostrare quali vantaggi gestionali, organizzativi o funzionali concreti derivano da quella specifica operazione per la propria realtà aziendale, al di là del mero risparmio fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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