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Edificabilità fiscale: basta il Piano Strutturale?

Un Comune ha impugnato la decisione di una commissione tributaria che aveva escluso la tassabilità di un terreno di proprietà di una società, in quanto, pur essendo inserito nel Piano Strutturale Comunale (PSC), mancava il Piano Operativo Comunale (POC) attuativo. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, affermando il principio consolidato secondo cui l’edificabilità fiscale di un’area, e la sua conseguente tassazione basata sul valore venale, deriva dalla sua qualificazione nello strumento urbanistico generale, indipendentemente dall’approvazione di piani attuativi.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Edificabilità Fiscale: Quando un Terreno è Tassabile? La Cassazione Chiarisce

Comprendere il concetto di edificabilità fiscale è cruciale per proprietari di terreni e amministrazioni comunali, poiché determina quando un’area diventa soggetta a tassazione in base al suo valore di mercato anziché a quello catastale, con un impatto economico significativo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per la tassazione, è sufficiente l’inserimento del terreno in un piano urbanistico generale, anche in assenza di piani attuativi specifici. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso: Il Comune contro la Società

Un Comune emiliano aveva richiesto a una società il pagamento dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) per un terreno, considerandolo area edificabile. La società si era opposta, sostenendo che il terreno, pur essendo incluso nel Piano Strutturale Comunale (PSC), non fosse ancora concretamente edificabile. La normativa regionale, infatti, prevedeva che il diritto a costruire (ius aedificandi) venisse conferito solo da un successivo strumento, il Piano Operativo Comunale (POC), all’epoca non ancora approvato.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

Inizialmente, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società. I giudici regionali avevano ritenuto che, senza l’approvazione del POC, mancasse la concreta possibilità di vantare un diritto edificatorio. Pertanto, secondo questa interpretazione, l’inclusione del terreno nel solo PSC non era sufficiente a qualificarlo come ‘edificabile’ ai fini del pagamento dell’imposta basata sul valore venale.

Il concetto di Edificabilità Fiscale nel Ricorso del Comune

Il Comune non si è arreso e ha presentato ricorso in Cassazione. La tesi dell’ente locale si basava su un punto cruciale: la nozione di edificabilità fiscale è più ampia di quella puramente urbanistica. Ai fini tributari, ciò che rileva non è il diritto immediato a costruire, ma la potenzialità edificatoria che un’area acquisisce nel momento in cui uno strumento di pianificazione generale la qualifica come tale. Questa qualificazione è sufficiente a far lievitare il valore venale dell’immobile, che è la base imponibile per l’imposta.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni del Comune, cassando la sentenza regionale. I giudici supremi hanno ribadito il loro orientamento consolidato, supportato anche da norme di interpretazione autentica. Hanno spiegato che l’edificabilità di un’area, ai fini dell’applicazione del criterio di determinazione della base imponibile fondato sul valore venale, deve essere desunta dalla qualificazione attribuita dal piano regolatore generale (o strumento equivalente come il PSC).

La Corte ha sottolineato che questa qualificazione è indipendente sia dall’approvazione del piano da parte della Regione, sia dall’adozione di strumenti urbanistici attuativi. Il motivo è semplice ed economico: l’inizio del procedimento di trasformazione urbanistica è di per sé sufficiente a incrementare il valore di mercato del terreno. L’aspettativa di edificabilità è un fattore che il mercato prezza immediatamente. Pertanto, per la legge tributaria, l’area è già ‘edificabile’ in senso potenziale e deve essere tassata di conseguenza.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione riafferma una distinzione fondamentale tra il diritto a costruire (ius aedificandi), che richiede piani attuativi, e la natura edificabile del terreno ai fini fiscali, che sorge con il piano generale. Per i contribuenti, ciò significa che l’obbligo di pagare l’IMU (erede dell’ICI) su un’area come ‘edificabile’ scatta non appena il Comune la inserisce nel proprio strumento urbanistico generale (PRG, PSC, etc.). Non è possibile attendere l’approvazione dei piani di dettaglio per iniziare a versare l’imposta calcolata sul valore di mercato. Questa ordinanza fornisce certezza giuridica e orienta Comuni e proprietari terrieri nella corretta applicazione delle imposte immobiliari.

Per la tassazione di un’area, è sufficiente che sia inserita nel Piano Strutturale Comunale (PSC)?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, ai fini fiscali, l’inclusione di un’area in uno strumento urbanistico generale come il PSC è sufficiente per qualificarla come edificabile e tassarla in base al suo valore venale, anche in assenza di un piano attuativo.

Qual è la differenza tra edificabilità urbanistica ed edificabilità fiscale?
L’edificabilità urbanistica si riferisce al diritto concreto di costruire (ius aedificandi), che sorge solo con l’approvazione di piani attuativi (come il POC). L’edificabilità fiscale, invece, è una nozione più ampia che si basa sulla potenzialità edificatoria e sul conseguente aumento di valore di mercato del terreno, che si manifesta già con la sua inclusione nel piano generale.

La mancanza di un Piano Operativo Comunale (POC) può rendere un’area non tassabile come edificabile?
No. La Corte ha stabilito che la mancanza di un piano particolareggiato o attuativo non inficia la qualifica di area edificabile ai fini fiscali. La sola previsione nel piano urbanistico generale è dirimente per l’assoggettamento al tributo basato sul valore di mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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