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Edificabilità di fatto: no al rimborso IMU se il PGT è nullo

La Corte di Cassazione ha negato il rimborso dell’IMU a un contribuente proprietario di un terreno il cui piano urbanistico (PGT) era stato annullato. La Corte ha stabilito che, ai fini fiscali, rileva non solo l’edificabilità di diritto ma anche l’edificabilità di fatto, ovvero la potenziale vocazione edificatoria del terreno basata su elementi oggettivi. L’annullamento del piano non cancella retroattivamente questa potenzialità economica, pertanto l’imposta versata non è automaticamente rimborsabile.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Edificabilità di Fatto: Niente Rimborso IMU se il Piano Urbanistico Viene Annullato

L’annullamento di un piano urbanistico da parte del giudice amministrativo non comporta automaticamente il diritto al rimborso dell’IMU versata negli anni precedenti. Questo è il principio chiave ribadito dalla Corte di Cassazione, che pone l’accento sul concetto di edificabilità di fatto come criterio fondamentale per la determinazione dell’imposta. Un’ordinanza recente chiarisce come la potenzialità economica di un terreno, anche se non formalizzata in uno strumento urbanistico valido, abbia piena rilevanza fiscale.

I Fatti del Caso

Un contribuente aveva richiesto il rimborso dell’IMU pagata per l’anno 2012 su un terreno, originariamente considerato edificabile in base a delibere del Consiglio Comunale che adottavano il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT). Successivamente, tali delibere venivano annullate dal giudice amministrativo. La Commissione Tributaria Regionale, in un primo momento, aveva dato ragione al contribuente, sostenendo che l’annullamento del PGT avesse un effetto retroattivo (ex tunc), rendendo il terreno agricolo fin dall’origine e, di conseguenza, l’imposta non dovuta.
Il Comune e la società concessionaria per la riscossione dei tributi hanno impugnato questa decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Edificabilità di Diritto vs. Edificabilità di Fatto

Il cuore della controversia risiede nella distinzione tra due tipi di edificabilità ai fini fiscali:

1. Edificabilità di Diritto: È quella formalmente sancita da uno strumento urbanistico approvato e vigente (come un PGT o un Piano Regolatore Generale).
2. Edificabilità di Fatto: Riguarda la vocazione edificatoria intrinseca di un’area, desumibile da elementi oggettivi e concreti. Questi includono la vicinanza al centro abitato, lo sviluppo edilizio delle zone circostanti, la presenza di servizi pubblici essenziali (strade, fognature, illuminazione) e il collegamento con centri urbani già organizzati.

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’annullamento di un piano urbanistico incide sull’edificabilità di diritto, ma non elimina necessariamente l’edificabilità di fatto.

La Decisione sulla base dell’Edificabilità di Fatto

Secondo la Suprema Corte, il sistema tributario, ai fini della determinazione del valore imponibile di un’area, considera non solo la qualifica formale ma anche e soprattutto il suo potenziale economico. L’avvio di un procedimento di trasformazione urbanistica è di per sé sufficiente a far lievitare il valore venale di un immobile. Questo aumento di valore, che riflette una concreta potenzialità di sfruttamento edilizio, costituisce il presupposto dell’imposta.

L’annullamento del PGT non cancella retroattivamente questa potenzialità economica che il terreno possedeva durante il periodo d’imposta in questione. Pertanto, non giustifica automaticamente il rimborso dell’imposta versata.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Si è affermato che ai fini fiscali (IMU, ma anche imposte di registro e di successione), l’edificabilità di fatto è giuridicamente rilevante. La legge stessa considera questa nozione per determinare il valore imponibile, che deve rispecchiare il valore di mercato del bene. L’annullamento di un atto amministrativo non trasforma istantaneamente un terreno con alte potenzialità edilizie in un semplice terreno agricolo ai fini del suo valore economico.
Inoltre, la Corte ha sottolineato che il diritto alla ripetizione di un’imposta versata (secondo l’art. 2033 c.c.) opera in modo diverso in materia tributaria. Specificamente per l’IMU, l’art. 59 del D.Lgs. 446/1997 non prevede un diritto automatico al rimborso per le aree “successivamente divenute inedificabili”. Al contrario, lascia alla discrezionalità dei Comuni la facoltà di prevedere rimborsi tramite propri regolamenti, stabilendone termini e condizioni. In assenza di una tale previsione regolamentare, la regola generale è l’irripetibilità del tributo versato sulla base di una legittima aspettativa di edificabilità esistente in quel periodo d’imposta.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi del Comune e della società di riscossione. Ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e, decidendo nel merito, ha rigettato la richiesta di rimborso del contribuente. Il principio che emerge è chiaro: l’annullamento di un piano urbanistico non è sufficiente a fondare una richiesta di rimborso dell’IMU se, durante il periodo d’imposta, il terreno possedeva una edificabilità di fatto. Per ottenere il rimborso, il contribuente dovrebbe dimostrare che l’area era priva di qualsiasi vocazione edificatoria concreta, un onere probatorio ben più complesso del semplice richiamo alla sentenza amministrativa.

L’annullamento di un piano urbanistico dà automaticamente diritto al rimborso dell’IMU versata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’annullamento non giustifica automaticamente il rimborso, poiché ai fini fiscali rileva anche l'”edificabilità di fatto” del terreno, ovvero la sua potenziale vocazione edificatoria basata su elementi concreti.

Cosa si intende per “edificabilità di fatto” ai fini fiscali?
È la potenzialità edificatoria di un’area che si individua attraverso fattori oggettivi come la vicinanza al centro abitato, lo sviluppo edilizio delle zone adiacenti, la presenza di servizi pubblici essenziali e di opere di urbanizzazione, anche in assenza di una qualifica formale in un piano urbanistico vigente.

Il diritto al rimborso per un’area divenuta inedificabile è sempre garantito?
No, non è un diritto automatico. La normativa tributaria (art. 59, D.Lgs. 446/1997) rimette alla discrezionalità dei singoli Comuni la possibilità di prevedere, tramite regolamento, il rimborso dell’imposta per le aree divenute inedificabili, stabilendone termini e condizioni. In assenza di tale regolamento, il rimborso non è dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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