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Eccezione nuova in appello: le regole della Cassazione

Una società del settore energetico chiede un rimborso IRES. L’Amministrazione Finanziaria eccepisce la tardività della richiesta solo in secondo grado. La Commissione Tributaria Regionale respinge l’eccezione con una doppia motivazione: la ritiene sia inammissibile come eccezione nuova in appello, sia infondata nel merito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, dichiara inammissibile il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria perché ha impugnato solo una delle due autonome motivazioni, confermando un principio fondamentale del processo civile.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Eccezione nuova in appello: perché impugnare una sola motivazione non basta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale del diritto processuale: l’impugnazione di sentenze fondate su molteplici ragioni. Il caso, nato da una richiesta di rimborso per agevolazioni fiscali nel settore delle energie rinnovabili, offre uno spunto prezioso per comprendere la regola sull’eccezione nuova in appello e il principio delle plurime rationes decidendi. Vediamo nel dettaglio come la Corte ha risolto la questione, fornendo indicazioni vincolanti per chiunque si appresti a contestare una decisione di merito.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore delle energie rinnovabili, dopo aver realizzato diversi impianti fotovoltaici, presentava un’istanza di rimborso per eccedenze IRES versate tra il 2011 e il 2014. La richiesta si basava sulla c.d. agevolazione ‘Tremonti ambiente’, un incentivo fiscale per investimenti ecologici. Inizialmente, la società non aveva usufruito del beneficio a causa di incertezze normative sulla sua cumulabilità con altre tariffe incentivanti, dubbio poi risolto a favore dei contribuenti.

Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Amministrazione Finanziaria, la società adiva la Commissione Tributaria Provinciale (CTP), che accoglieva il ricorso basandosi anche su una perizia di parte che quantificava l’investimento agevolabile. L’Ufficio proponeva appello, sollevando per la prima volta un’eccezione di tardività della domanda di rimborso per l’annualità 2011 e contestando la motivazione della sentenza di primo grado, ritenuta carente perché fondata unicamente sulla perizia stragiudiziale.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) confermava la decisione di primo grado, respingendo l’appello dell’Ufficio con una doppia argomentazione: in primo luogo, dichiarava l’eccezione nuova in appello sulla tardività inammissibile; in secondo luogo, la riteneva comunque infondata nel merito.

Il Ricorso in Cassazione dell’Amministrazione Finanziaria

L’Amministrazione Finanziaria ricorreva in Cassazione affidandosi a due motivi.

1. Violazione delle norme sull’eccezione nuova in appello: L’Ufficio sosteneva che la CTR avesse errato nel considerare ‘nuova’ l’eccezione di decadenza dal diritto al rimborso, poiché tale questione, secondo la giurisprudenza, è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del processo. Contestava quindi la declaratoria di inammissibilità, ma ometteva di criticare la seconda parte della motivazione della CTR, quella che riteneva la richiesta comunque tempestiva.
2. Violazione dell’onere della prova: Con il secondo motivo, l’Ufficio lamentava che la CTR avesse erroneamente ritenuto assolto l’onere probatorio a carico della società sulla base di una semplice perizia di parte, considerata inidonea a provare la quantificazione del ‘sovraccosto ambientale’ deducibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi di ricorso inammissibili, offrendo importanti chiarimenti procedurali.

Sul primo motivo, la Corte ha ribadito un principio consolidato: quando una sentenza si fonda su due o più rationes decidendi (ragioni della decisione), ciascuna di per sé sufficiente a sorreggere la conclusione, il ricorrente ha l’onere di impugnarle tutte con successo. Se anche una sola delle ragioni non viene contestata o se la censura relativa viene respinta, il ricorso diventa inammissibile per carenza di interesse, poiché la sentenza rimarrebbe comunque valida sulla base della motivazione non attaccata.

Nel caso specifico, la CTR aveva basato la sua decisione sull’eccezione di tardività su due pilastri autonomi: l’inammissibilità procedurale (perché eccezione nuova in appello) e l’infondatezza nel merito. L’Amministrazione Finanziaria aveva attaccato solo il primo pilastro, trascurando il secondo. Questa omissione è stata fatale: non avendo contestato la valutazione di merito sulla tempestività della richiesta, il ricorso su questo punto è stato dichiarato inammissibile.

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha precisato che la violazione dell’art. 2697 c.c. sull’onere della prova si configura solo quando il giudice inverte o attribuisce erroneamente tale onere a una parte, non quando si limita a valutare le prove prodotte. La CTR, nel ritenere sufficiente la perizia stragiudiziale, ha compiuto una valutazione di merito sull’adeguatezza delle prove, un’attività che non può essere sindacata in sede di legittimità se non per vizi logici o procedurali che, nel caso di specie, non sono stati dedotti.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, la necessità di un approccio strategico e completo nell’impugnazione: tralasciare anche solo una delle motivazioni autonome che sorreggono una sentenza equivale a rendere l’intero motivo di ricorso inutile. In secondo luogo, conferma che la valutazione del valore probatorio di una perizia di parte rientra nella discrezionalità del giudice di merito. La decisione finale, quindi, non solo respinge le pretese dell’Amministrazione Finanziaria, ma offre una lezione di tecnica processuale di grande rilevanza pratica per tutti gli operatori del diritto.

Cosa succede se una sentenza d’appello si basa su due diverse motivazioni e il ricorso per cassazione ne contesta solo una?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che se una sentenza è sorretta da più ragioni autonome (rationes decidendi), tutte devono essere specificamente e con successo impugnate. Se anche una sola ragione non viene contestata, essa è sufficiente a sostenere la decisione, rendendo inutile l’esame delle altre censure.

Un’eccezione di decadenza dal diritto al rimborso può essere sollevata per la prima volta in appello?
Secondo l’Amministrazione Finanziaria, sì, in quanto rilevabile d’ufficio. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale nel caso di specie l’ha ritenuta un’eccezione nuova e quindi inammissibile ai sensi dell’art. 57 del D.Lgs. 546/1992. La Cassazione non si è pronunciata sul punto specifico, dichiarando il motivo inammissibile per altre ragioni procedurali.

Che valore probatorio ha una perizia stragiudiziale (di parte) in un processo tributario?
Una perizia stragiudiziale ha valore di prova e il giudice di merito può basare la propria decisione su di essa. La sua valutazione rientra nel potere discrezionale del giudice, che può ritenerla sufficiente a dimostrare i fatti allegati dalla parte. La Corte di Cassazione può sindacare tale valutazione solo per vizi logici o procedurali, non per riesaminare il merito della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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