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Doppia Conforme: Quando il Ricorso in Cassazione è Fermo

Un contribuente, soggetto a un accertamento fiscale per movimentazioni bancarie non giustificate, ha visto il suo ricorso respinto sia in primo che in secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il successivo ricorso inammissibile applicando la regola della “doppia conforme”, poiché entrambe le sentenze di merito si fondavano sulle medesime ragioni di fatto, precludendo un ulteriore esame nel giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Doppia Conforme: la Cassazione Blocca il Ricorso del Contribuente

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale del nostro sistema processuale: la regola della doppia conforme. Questa norma può determinare l’inammissibilità di un ricorso, come accaduto a un imprenditore nel settore dell’abbigliamento a seguito di un accertamento fiscale. Analizziamo la vicenda per comprendere le implicazioni pratiche di questo istituto giuridico.

I Fatti del Caso

La controversia nasce da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un commerciante. L’Ufficio, a seguito di indagini finanziarie, aveva contestato maggiori ricavi per oltre 72.000 euro per l’anno d’imposta 2007. L’accertamento si basava su movimentazioni bancarie ritenute non giustificate: versamenti per circa 48.000 euro e prelevamenti per oltre 24.000 euro, considerati presuntivamente ricavi non dichiarati.

Il contribuente ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale ha però respinto il ricorso, ritenendo che le giustificazioni fornite non fossero sufficienti a superare la presunzione legale. Non soddisfatto, l’imprenditore ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale, ma anche in questo caso il risultato è stato negativo: i giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza precedente, ribadendo la correttezza dell’operato dell’Agenzia e la genericità delle prove addotte dal contribuente.

Il Ricorso in Cassazione e l’ostacolo della doppia conforme

Di fronte a due decisioni sfavorevoli, il contribuente ha tentato l’ultima via, presentando ricorso alla Corte di Cassazione. Il motivo principale del ricorso era l’omesso esame di un fatto che riteneva decisivo: un verbale redatto durante un tentativo di accertamento con adesione, nel quale, a suo dire, l’Amministrazione finanziaria aveva riconosciuto la validità delle sue giustificazioni per i versamenti. Tale circostanza, secondo la sua difesa, avrebbe avuto valore di confessione stragiudiziale.

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è nemmeno entrata nel merito di questa doglianza. Ha invece rilevato l’applicazione dell’articolo 348-ter, ultimo comma, del codice di procedura civile, che disciplina proprio l’istituto della doppia conforme.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è puramente processuale e si fonda su un presupposto chiaro: quando il giudice d’appello conferma la decisione di primo grado basandosi sulle stesse identiche ragioni di fatto, è preclusa la possibilità di presentare ricorso in Cassazione per il motivo di ‘omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio’.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno constatato che sia la Commissione Provinciale che quella Regionale avevano rigettato le istanze del contribuente sulla base della medesima valutazione: l’inadeguatezza e la genericità delle prove fornite per giustificare le movimentazioni bancarie. La sentenza di appello, quindi, non aveva fatto altro che ripercorrere e fare proprio lo stesso iter logico-fattuale della prima decisione. Essendo l’atto di appello stato depositato nel 2015, la norma sulla doppia conforme, introdotta nel 2012, era pienamente applicabile.

Di conseguenza, il ricorso principale è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione ha comportato anche l’assorbimento del ricorso incidentale presentato dall’Agenzia delle Entrate, che era stato proposto solo in via condizionata.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque affronti un contenzioso, specialmente in materia tributaria. La regola della doppia conforme rappresenta un filtro significativo all’accesso al giudizio di legittimità. Se le prime due decisioni di merito sono fondate sulla stessa analisi dei fatti, le porte della Cassazione per contestare tale analisi si chiudono. Ciò sottolinea l’importanza cruciale di presentare, sin dal primo grado di giudizio, un quadro probatorio solido, completo e specifico, poiché le carenze iniziali difficilmente potranno essere sanate nelle fasi successive del processo, con il rischio di vedere preclusa anche l’ultima via di impugnazione.

Quando si applica la regola della “doppia conforme” nel processo?
Si applica quando la sentenza del giudice d’appello conferma la decisione del giudice di primo grado basandosi sulle medesime ragioni di fatto. Questo impedisce di ricorrere in Cassazione per il vizio di omesso esame di un fatto decisivo, come previsto dall’art. 348-ter c.p.c.

Perché il ricorso del contribuente è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le sentenze di primo e secondo grado erano conformi e basate sulla stessa valutazione dei fatti (le giustificazioni del contribuente erano state ritenute insufficienti in entrambi i giudizi), integrando così una fattispecie di “doppia conforme”.

Cosa succede al ricorso incidentale se quello principale è inammissibile?
Se il ricorso incidentale è proposto in via condizionata all’ammissibilità di quello principale, la dichiarazione di inammissibilità di quest’ultimo comporta l'”assorbimento” del ricorso incidentale. La Corte, in pratica, non lo esamina perché è venuto meno il presupposto per la sua valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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