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Doppia conforme IMU: ricorso inammissibile

Un Comune ha negato l’esenzione IMU per abitazione principale a un contribuente. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, il Comune ha fatto ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per il principio della **doppia conforme**, dato che le sentenze di merito si basavano sulla stessa valutazione dei fatti, impedendo un riesame in sede di legittimità.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Doppia Conforme sull’IMU: Inammissibile il Ricorso del Comune

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un importante principio processuale, quello della doppia conforme, dichiarando inammissibile il ricorso di un Comune in una controversia sull’IMU per l’abitazione principale. Questa decisione sottolinea i limiti del ricorso in Cassazione quando le sentenze dei primi due gradi di giudizio sono fondate sulla medesima valutazione dei fatti.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da alcuni avvisi di rettifica con cui un Comune richiedeva a un contribuente il pagamento dell’IMU per gli anni dal 2014 al 2017. L’ente locale contestava il diritto del cittadino a beneficiare dell’agevolazione per l’abitazione principale, sostenendo che la sua residenza effettiva in quell’immobile non fosse stata adeguatamente dimostrata per il periodo in questione.

Il contribuente, assistito dal suo legale, ha impugnato gli avvisi, ottenendo ragione sia in primo grado sia in appello presso la Commissione Tributaria Regionale. I giudici di merito hanno ritenuto provato che il contribuente avesse stabilito la propria residenza e dimora abituale nell’immobile sin da molto prima degli anni contestati, e che una successiva dichiarazione anagrafica avesse avuto il solo scopo di precisare i dati catastali dell’unità immobiliare a seguito di un frazionamento, senza costituire un cambio di residenza.

Nonostante le due sentenze favorevoli al contribuente, il Comune ha deciso di proseguire la battaglia legale, proponendo ricorso per cassazione. La tesi del Comune si basava sull’omesso esame, da parte dei giudici di merito, di un documento anagrafico che, a suo dire, dimostrava che il contribuente risultava parte del nucleo familiare della madre fino a una data molto successiva, escludendo così la possibilità di beneficiare dell’esenzione IMU.

La Decisione della Cassazione e la Regola della Doppia Conforme

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso del Comune inammissibile. La decisione non entra nel merito della questione della residenza, ma si ferma a un’analisi preliminare di natura processuale, basata sull’applicazione dell’art. 348-ter del codice di procedura civile, che disciplina la cosiddetta “doppia conforme”.

Questo principio stabilisce che, se la sentenza d’appello conferma la decisione di primo grado basandosi sulle stesse ragioni di fatto, è precluso il ricorso in Cassazione fondato sul vizio di “omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio”. In sostanza, la Cassazione non può essere chiamata a una terza valutazione dei medesimi fatti già esaminati in modo uniforme dai due giudici di merito.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha rilevato che il Comune, nel suo ricorso, ha omesso di dimostrare una diversità nel percorso logico-fattuale seguito dai giudici di primo e secondo grado. Al contrario, dall’analisi degli atti è emerso che entrambe le sentenze si fondavano su una “valutazione omogenea”, incentrata sul medesimo convincimento: il contribuente, dopo l’acquisizione dell’immobile, vi aveva effettivamente stabilito la propria residenza anagrafica e abitazione principale.

I giudici di legittimità hanno chiarito che, per superare lo sbarramento della doppia conforme, il ricorrente ha l’onere di indicare in modo specifico le ragioni di fatto poste a base delle due decisioni, dimostrando che esse sono diverse e non sovrapponibili. Poiché il Comune non ha adempiuto a tale onere, e dato che il nucleo concettuale delle due sentenze risultava identico, la censura relativa all’omesso esame del documento anagrafico è stata ritenuta inammissibile.

Le Conclusioni

La pronuncia ribadisce la funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove e i fatti, ma assicurare la corretta applicazione delle norme di diritto. La regola della doppia conforme serve proprio a rafforzare questa distinzione, evitando che la Cassazione diventi un terzo grado di giudizio sui fatti. Per i Comuni e per le altre parti processuali, questa ordinanza rappresenta un monito importante: prima di presentare un ricorso in Cassazione dopo due sentenze sfavorevoli, è fondamentale verificare non solo la fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche l’esistenza dei presupposti processuali per l’ammissibilità del ricorso stesso, in particolare l’assenza di una valutazione fattuale omogenea da parte dei giudici dei gradi precedenti.

Quando si applica la regola della “doppia conforme” che impedisce il ricorso in Cassazione per omesso esame di un fatto decisivo?
Si applica quando la sentenza d’appello conferma la decisione di primo grado basandosi sulla stessa valutazione dei fatti e sulle stesse ragioni.

Cosa deve dimostrare chi ricorre in Cassazione per superare l’ostacolo della “doppia conforme”?
Il ricorrente deve specificamente indicare le ragioni di fatto poste a base delle due decisioni di merito, dimostrando che esse sono diverse tra loro e che la valutazione non è stata omogenea.

Perché in questo caso specifico il ricorso del Comune è stato giudicato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il Comune non ha dimostrato una diversità nelle ragioni di fatto tra la sentenza di primo grado e quella d’appello. Entrambe le decisioni si fondavano sul medesimo convincimento che il contribuente avesse la sua abitazione principale nell’immobile oggetto di tassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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