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Donazione con riserva di usufrutto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14891/2024, chiarisce la tassazione applicabile alla donazione con riserva di usufrutto a favore di un terzo, sottoposta a condizione sospensiva. La Corte stabilisce che, al momento della stipula, l’atto è soggetto a imposta di registro in misura fissa, indipendentemente dalla franchigia prevista per l’imposta sulle donazioni. Quest’ultima sarà dovuta solo al verificarsi della condizione sospensiva. La sentenza distingue nettamente l’imposta di registro, dovuta per il servizio di registrazione dell’atto, dall’imposta sulla donazione, che colpisce l’incremento patrimoniale.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Donazione con riserva di usufrutto: la Cassazione distingue imposta di registro e di donazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14891 del 28 maggio 2024) offre un importante chiarimento sulla tassazione applicabile a una specifica tipologia di atto di liberalità: la donazione con riserva di usufrutto a favore di un terzo, sottoposta a condizione sospensiva. La Corte ha stabilito una netta distinzione tra l’imposta di registro, dovuta al momento della stipula, e l’imposta sulle donazioni, applicabile solo in un secondo momento.

I Fatti del Caso: una Struttura Complessa

Il caso esaminato riguardava un atto notarile con cui un donante trasferiva al proprio figlio la nuda proprietà di un immobile. Contestualmente, il donante riservava l’usufrutto del bene a proprio vantaggio per tutta la durata della sua vita e, dopo la sua morte, a favore della moglie. Quest’ultima parte dell’accordo costituiva una seconda donazione, quella dell’usufrutto, ma era sottoposta a una condizione sospensiva: sarebbe diventata efficace solo se il donante fosse premorto alla moglie.

L’Agenzia delle Entrate ha richiesto il pagamento di un’imposta fissa di 200 euro, ritenendo che l’atto, in quanto contenente una disposizione condizionata, dovesse essere comunque registrato e tassato in misura fissa. Il notaio rogante ha impugnato l’avviso di liquidazione, sostenendo che, trattandosi di una donazione tra coniugi, essa rientrasse nella franchigia di un milione di euro e, pertanto, non dovesse essere soggetta ad alcuna imposta, neppure fissa.

La Questione Giuridica: Imposta di Donazione o Imposta di Registro?

Il cuore della controversia risiedeva nel determinare quale imposta fosse applicabile al momento della redazione dell’atto. Il ricorrente sosteneva che la franchigia prevista per le donazioni tra coniugi dovesse assorbire qualsiasi onere fiscale, inclusa l’imposta fissa richiesta per la registrazione di un atto sottoposto a condizione.

La questione sottoposta alla Corte di Cassazione era quindi se l’atto di donazione di usufrutto tra coniugi, sospensivamente condizionato, dovesse essere assoggettato all’imposta di registro in misura fissa al momento della sua stipula, nonostante l’operatività della franchigia per l’imposta sulle donazioni.

La Decisione della Cassazione sulla donazione con riserva di usufrutto

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della pretesa fiscale dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno chiarito che l’imposta di registro e l’imposta sulle donazioni sono due tributi distinti, con presupposti e finalità differenti, anche quando si applicano allo stesso atto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su una precisa distinzione concettuale e normativa.

Imposta di Registro vs. Imposta sulle Donazioni

Il punto centrale della motivazione è la separazione tra i due tributi.
– L’imposta di registro, secondo l’art. 27 del d.P.R. n. 131/1986, si applica agli atti giuridici per il solo fatto della loro formazione e registrazione. Per gli atti sottoposti a condizione sospensiva, è dovuta un’imposta in misura fissa al momento della registrazione. Questa imposta remunera il “servizio” di dare data certa e pubblicità all’atto.
– L’imposta sulle donazioni, invece, colpisce l’arricchimento patrimoniale gratuito del beneficiario. Questa imposta diventa esigibile solo quando l’arricchimento si realizza effettivamente. Nel caso di specie, ciò avverrebbe solo al verificarsi della condizione sospensiva, cioè con la premorienza del donante rispetto alla moglie.

L’Irrilevanza della Franchigia ai Fini del Registro

Di conseguenza, la franchigia di un milione di euro, prevista dall’art. 2 del D.L. n. 262/2006, riguarda esclusivamente l’imposta sulle donazioni. Essa non ha alcun effetto sull’imposta di registro, che deve essere corrisposta in misura fissa per la formalità della registrazione dell’atto condizionato. L’obbligo di pagare l’imposta fissa di registro sorge indipendentemente dal valore del bene donato e dalla futura (e solo eventuale) applicazione dell’imposta proporzionale di donazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La sentenza chiarisce un principio fondamentale per la pratica notarile e fiscale: un atto di donazione che include una disposizione sottoposta a condizione sospensiva deve essere assoggettato all’imposta di registro in misura fissa al momento della sua stipulazione. La franchigia prevista per le donazioni non esime da questo adempimento iniziale. L’imposta proporzionale sulla donazione sarà liquidata e richiesta solo se e quando la condizione si verificherà, e l’importo fisso già versato per la registrazione verrà scomputato da quanto dovuto.

Una donazione tra coniugi soggetta a condizione sospensiva deve pagare imposte al momento della stipula?
Sì, secondo la sentenza, l’atto deve essere assoggettato all’imposta di registro in misura fissa al momento della sua registrazione, poiché contiene una disposizione i cui effetti sono sospesi.

La franchigia di un milione di euro per le donazioni tra coniugi copre anche l’imposta di registro?
No, la franchigia si applica esclusivamente all’imposta sulle donazioni, che colpisce l’incremento patrimoniale. Non copre l’imposta di registro, la quale è un tributo distinto dovuto per la formalità della registrazione dell’atto.

Cosa succede, a livello fiscale, quando si avvera la condizione sospensiva in una donazione con riserva di usufrutto?
Al verificarsi della condizione (in questo caso, la premorienza del donante), l’atto produce i suoi effetti e diventa dovuta l’imposta sulle donazioni. Questa sarà calcolata sul valore del diritto trasferito in quel momento, tenendo conto della franchigia applicabile. L’imposta di registro fissa già pagata verrà scomputata dall’importo dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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