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Donazione con riserva di usufrutto: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13298/2024, ha stabilito che la donazione di un immobile con riserva di usufrutto per il donante e, dopo la sua morte, per un terzo (es. il coniuge), costituisce due negozi giuridici distinti. Il primo è la donazione della nuda proprietà, il secondo è la donazione dell’usufrutto al terzo, sottoposta a condizione sospensiva. Quest’ultimo atto è autonomamente soggetto a imposta fissa di registro, confermando la tesi dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Donazione con Riserva di Usufrutto Successivo: la Cassazione conferma la Doppia Tassazione

La donazione con riserva di usufrutto è uno strumento giuridico molto utilizzato nella pianificazione patrimoniale e successoria. Tuttavia, quando la riserva di usufrutto è prevista non solo a favore del donante ma, dopo la sua morte, anche a favore di un terzo, sorgono complesse questioni fiscali. Con la recente sentenza n. 13298 del 14 maggio 2024, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: questa operazione configura due distinti negozi giuridici, entrambi soggetti a tassazione.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un atto di liberalità con cui un donante trasferiva la nuda proprietà di alcuni immobili alle proprie figlie. Contestualmente, il donante riservava l’usufrutto su tali beni per sé e, dopo la sua morte, a vantaggio del proprio coniuge, il quale interveniva nell’atto e accettava tale disposizione.
L’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di liquidazione, ritenendo che l’atto contenesse due negozi giuridici separati:
1. La donazione della nuda proprietà alle figlie.
2. La donazione dell’usufrutto al coniuge, sottoposta alla condizione sospensiva della premorienza del donante.
Di conseguenza, l’Agenzia richiedeva il pagamento dell’imposta fissa di registro per la seconda donazione. La contribuente impugnava l’avviso, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado, ma l’Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione.

La Questione Giuridica: Un Atto o Due Negozi Distinti?

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione fiscale dell’atto. Secondo la contribuente, si trattava di un’unica operazione, in cui la posizione del coniuge era una mera aspettativa di diritto, non un diritto attuale. Pertanto, l’atto doveva essere soggetto unicamente all’imposta sulle donazioni, che prevede specifiche franchigie.

Per l’Agenzia delle Entrate, invece, l’accettazione da parte del coniuge perfezionava una seconda donazione, quella dell’usufrutto successivo. Sebbene l’efficacia di tale donazione fosse subordinata a un evento futuro (la morte del donante), l’atto era giuridicamente perfetto e come tale doveva essere tassato autonomamente ai fini dell’imposta di registro.

La Decisione della Cassazione sulla donazione con riserva di usufrutto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello e confermando la legittimità dell’avviso di liquidazione. I giudici hanno stabilito che l’operazione in esame configura due distinti negozi di donazione, suscettibili di essere tassati separatamente.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Viene operata una netta distinzione tra due ipotesi:

1. Donazione con riserva di usufrutto per il solo donante: Questa è considerata un negozio giuridico unitario. Il donante trasferisce immediatamente la nuda proprietà e, al termine (la sua morte), si trasferirà il pieno dominio al nudo proprietario. Si tratta di un unico trasferimento che si completa nel tempo.

2. Donazione con riserva di usufrutto per il donante e successivamente per un terzo: Questa fattispecie, come quella del caso di specie, dà luogo a due negozi distinti. Il primo è il trasferimento della nuda proprietà al donatario principale. Il secondo è un’offerta di donazione dell’usufrutto a favore del terzo, la cui efficacia è sospensivamente condizionata alla premorienza del donante rispetto al terzo beneficiario. L’accettazione di quest’ultimo, avvenuta contestualmente all’atto, perfeziona il secondo negozio.

La Cassazione ha ribadito che, in presenza di una donazione con riserva (accettata) di usufrutto a favore di un terzo, si ravvisa la sussistenza di due distinti atti di liberalità. Questi devono essere separatamente ed autonomamente sottoposti a imposizione, ai sensi del combinato disposto delle norme sull’imposta di registro e sulle donazioni. Di conseguenza, la donazione dell’usufrutto successivo è soggetta all’imposta fissa di registro.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza n. 13298/2024 consolida un principio fiscale di grande importanza per la pianificazione patrimoniale. Chi intende strutturare una donazione con riserva di usufrutto non solo per sé ma anche a favore di un’altra persona dopo la propria morte, deve essere consapevole che l’atto sarà considerato dal Fisco come una doppia liberalità. Questo comporta che, oltre alla tassazione prevista per il trasferimento della nuda proprietà, sarà dovuta l’imposta di registro in misura fissa per la costituzione dell’usufrutto successivo. È quindi essenziale una consulenza legale e fiscale specializzata per valutare correttamente tutti i costi e le implicazioni di tali operazioni.

Una donazione con riserva di usufrutto per sé e, dopo di sé, per un terzo costituisce un unico atto giuridico?
No, secondo la Corte di Cassazione, questa operazione configura due negozi giuridici distinti e separati: il primo è la donazione della nuda proprietà, il secondo è la donazione dell’usufrutto al terzo, sottoposta a condizione sospensiva.

Come viene tassata la donazione dell’usufrutto successivo a favore di un terzo?
L’atto contenente la donazione dell’usufrutto successivo a un terzo, se accettata dal beneficiario, è soggetto autonomamente all’imposta di registro in misura fissa, in quanto considerato un distinto atto di liberalità.

Perché la donazione con riserva di usufrutto per un terzo è considerata un negozio separato?
Perché si configura come un’offerta di donazione dell’usufrutto fatta dal donante al terzo. Quando il terzo accetta (anche nello stesso atto), il negozio si perfeziona, pur essendo la sua efficacia subordinata alla condizione sospensiva della premorienza del donante. Questa struttura lo rende un atto di liberalità autonomo dal trasferimento della nuda proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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