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Dominus societario: responsabilità fiscale totale

La Corte di Cassazione stabilisce che l’amministratore di fatto, o ‘dominus societario’, è pienamente responsabile per i debiti fiscali di una ‘società schermo’. Una notifica tempestiva dell’avviso di accertamento a uno dei coobbligati (l’amministratore formale) interrompe i termini di decadenza per tutti, incluso il dominus. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente dichiarato l’accertamento tardivo.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Dominus Societario: Quando la Responsabilità Fiscale è Illimitata

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 30631/2025 affronta un tema cruciale nel diritto tributario: la responsabilità fiscale del dominus societario. Questa figura, spesso operante dietro le quinte, è colui che di fatto controlla un’azienda, pur non rivestendo cariche ufficiali. La Suprema Corte ha chiarito che chi gestisce una società come ‘cosa propria’, riducendola a un mero schermo, risponde personalmente e integralmente dei debiti fiscali, incluse imposte, sanzioni e interessi.

I Fatti del Caso: Una Società Schermo e la Fuga all’Estero

Il caso ha origine da una verifica fiscale su una S.r.l., dalla quale è emersa la totale irreperibilità della documentazione contabile. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha proceduto con un accertamento induttivo per l’anno d’imposta 2005, contestando un maggior reddito d’impresa.

L’avviso di accertamento è stato notificato non solo alla società, ma anche al suo ex amministratore unico, ritenuto il vero ‘dominus’ della stessa. Quest’ultimo aveva ricoperto la carica per diversi anni, per poi cederla a un cittadino straniero, irreperibile sia in Italia che all’estero. Contestualmente, la sede legale era stata trasferita fittiziamente, prima in un’altra città italiana e poi in Romania, in una chiara manovra volta a sottrarre la società agli obblighi fiscali.

Il Percorso Giudiziario: la Questione della Decadenza

Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato ragione al contribuente, annullando l’avviso di accertamento. La motivazione si basava sulla presunta tardività della notifica. Secondo le commissioni tributarie, il termine per l’accertamento, seppur raddoppiato a otto anni per la presenza di rilievi penali, era scaduto il 31 dicembre 2014. La notifica, perfezionatasi nel febbraio 2015, era stata quindi considerata fuori tempo massimo.

La Decisione della Cassazione sul Dominus Societario

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente il verdetto, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e stabilendo principi di fondamentale importanza sulla figura del dominus societario.

Responsabilità Piena del ‘Dominus’

Il punto centrale della decisione è l’applicazione dell’art. 37 del D.P.R. 600/1973. Questa norma permette di imputare i redditi di cui appaiono titolari altri soggetti (in questo caso, la società e il suo prestanome) al contribuente che ne è l’effettivo possessore. La Corte ha affermato che quando un soggetto gestisce una società ‘uti dominus’, riducendola a un mero schermo per i propri affari, si verifica una vera e propria traslazione del reddito d’impresa in capo a lui. Di conseguenza, il ‘dominus’ non risponde solo delle sanzioni, ma dell’intero debito tributario ‘in blocco’: imposte dirette, indirette e sanzioni.

L’Effetto della Notifica a uno dei Coobbligati

La Cassazione ha inoltre risolto la questione della decadenza. Ha chiarito che la notifica dell’avviso di accertamento al nuovo amministratore formale, anche se prestanome e irreperibile, se spedita entro il termine del 31 dicembre 2014, è da considerarsi tempestiva per l’ente notificante. In materia tributaria, vige il principio secondo cui la notifica tempestiva a uno dei coobbligati solidali (come l’amministratore formale e quello di fatto) impedisce la decadenza dell’azione accertativa nei confronti di tutti gli altri. Questo principio, mutuato dall’art. 1310 c.c. sulla prescrizione, si applica anche alla decadenza fiscale per la specialità della materia.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la ratio della normativa è colpire la sostanza economica a discapito della forma giuridica. Quando una società è spogliata di ogni autonomia e diventa uno strumento nelle mani di una singola persona, è a quest’ultima che devono essere imputati i redditi e le conseguenti responsabilità fiscali. La prova di questa situazione può essere fornita dall’Amministrazione Finanziaria anche tramite presunzioni gravi, precise e concordanti. L’errore dei giudici di merito è stato duplice: in primo luogo, non hanno considerato che l’Agenzia delle Entrate aveva espressamente contestato la tesi della tardività nell’atto d’appello; in secondo luogo, hanno ignorato il principio consolidato per cui, in ambito tributario, la notifica a un coobbligato interrompe la decadenza per tutti. La spedizione dell’atto al prestanome entro il 31 dicembre 2014 ha quindi salvaguardato il diritto dell’Erario di procedere anche nei confronti del dominus.

Le Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro: nascondersi dietro società di comodo o amministratori prestanome non è una strategia efficace per eludere il fisco. La figura del dominus societario è ora ancor più esposta a una responsabilità fiscale piena e personale. Gli imprenditori e gli amministratori devono essere consapevoli che la gestione di fatto di un’impresa comporta l’assunzione di tutti gli oneri fiscali, come se il reddito fosse prodotto direttamente dalla propria persona fisica. La decisione rafforza gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per contrastare i fenomeni di interposizione fittizia e garantisce una maggiore equità fiscale.

Chi è il ‘dominus societario’ e di cosa risponde fiscalmente?
Il ‘dominus societario’ è la persona che di fatto controlla e gestisce una società come se fosse sua, anche senza avere cariche formali. Secondo la sentenza, egli risponde dell’intero debito tributario della società (imposte, sanzioni e interessi), poiché il reddito d’impresa viene direttamente imputato alla sua persona.

La notifica di un avviso di accertamento a uno solo degli amministratori (formale o di fatto) ha effetti anche per gli altri?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che in materia tributaria, la notifica di un atto impositivo validamente eseguita nei confronti di uno dei coobbligati solidali interrompe la decadenza dell’azione amministrativa anche nei confronti di tutti gli altri.

Come si determina la responsabilità del ‘dominus’ quando una società viene usata come schermo?
La responsabilità si determina dimostrando, anche tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, che il soggetto ha l’effettivo possesso dei redditi formalmente intestati alla società. È necessario provare l’asservimento totale della società interposta all’interponente, dimostrando la relazione di fatto tra quest’ultimo e la fonte di reddito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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