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Distrazione spese legali: correzione errore materiale

La Corte di Cassazione interviene per correggere un proprio precedente provvedimento che, pur condannando l’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese, aveva omesso di disporre la distrazione spese legali in favore del difensore dichiaratosi antistatario. L’ordinanza chiarisce che tale omissione costituisce un mero errore materiale, sanabile con l’apposita procedura di correzione, senza che ciò comporti una nuova liquidazione delle spese processuali.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Distrazione Spese Legali: Quando l’Omissione è un Errore Materiale

L’ordinanza in commento offre un importante chiarimento sulla tutela del difensore e sul meccanismo della distrazione spese legali. Con la decisione numero 26974 del 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito che la mancata disposizione della distrazione delle spese, a fronte di una esplicita richiesta del legale dichiaratosi antistatario, costituisce un errore materiale emendabile. Questo principio è fondamentale per garantire che l’avvocato che ha anticipato i costi per il proprio cliente possa recuperare le somme direttamente dalla parte soccombente.

I Fatti del Caso

Una contribuente, assistita dal proprio legale, aveva ottenuto una pronuncia favorevole in un precedente giudizio di Cassazione. In quella sede, la Corte aveva rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e l’aveva condannata al pagamento delle spese processuali. Tuttavia, nonostante il difensore della contribuente avesse formalmente dichiarato di essere ‘antistatario’ – ovvero di aver anticipato le spese senza aver ancora ricevuto il compenso – il dispositivo dell’ordinanza non menzionava la distrazione delle somme in suo favore. Di conseguenza, il legale ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale, chiedendo di integrare la precedente decisione.

L’Importanza della Correzione dell’Errore sulla distrazione spese legali

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, riconoscendo la fondatezza della richiesta. La decisione si basa su un principio consolidato, secondo cui l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese non è un vizio di giudizio, bensì un mero errore materiale. Questo perché sussisteva il presupposto per la sua concessione: la dichiarazione del difensore. L’intervento correttivo, quindi, non modifica la sostanza della decisione, ma si limita a sanare una svista formale.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza consolidata (in particolare, le Sezioni Unite n. 16037/2010), la quale stabilisce che per correggere simili sviste si può procedere con le modalità semplificate della correzione degli errori materiali, previste dall’art. 391-bis del codice di procedura civile. Un aspetto cruciale evidenziato nell’ordinanza è la natura del procedimento di correzione. Esso ha carattere amministrativo e non contenzioso. Ciò significa che il suo scopo è unicamente quello di ripristinare la corretta formulazione del provvedimento, senza riaprire il dibattito tra le parti. Per questa ragione, chiarisce la Corte citando una recente pronuncia (Cass. n. 5079/2024), in questa fase non è possibile individuare una parte ‘vittoriosa’ e una ‘soccombente’, e di conseguenza non vi è luogo a una nuova pronuncia sulle spese. La Corte ha quindi disposto che nel dispositivo della precedente ordinanza venisse aggiunto l’inciso necessario a disporre la distrazione delle somme in favore dell’avvocato antistatario, demandando alla Cancelleria le relative annotazioni.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela degli avvocati, confermando che il diritto alla distrazione delle spese, una volta formulata la relativa istanza, non può essere pregiudicato da una semplice dimenticanza del giudice. La qualificazione dell’omissione come ‘errore materiale’ consente un rimedio rapido ed efficace, che non richiede l’instaurazione di un nuovo e complesso giudizio. Inoltre, la pronuncia delinea chiaramente i contorni del procedimento di correzione, specificando la sua natura non contenziosa e l’impossibilità di liquidare ulteriori spese. Si tratta di un’indicazione pratica di grande utilità per gli operatori del diritto, che conferma l’attenzione della giurisprudenza verso la corretta applicazione degli istituti processuali a garanzia dei diritti di tutte le parti, inclusi i difensori.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene considerata un errore materiale. L’avvocato interessato può quindi presentare un’istanza per la correzione del provvedimento, senza dover impugnare la decisione nel merito.

La procedura di correzione di un errore materiale comporta nuove spese legali?
No. L’ordinanza chiarisce che il procedimento di correzione ha natura amministrativa e non contenziosa. Non essendoci una parte vincitrice e una soccombente in questa fase, non è prevista la liquidazione di nuove spese.

Qual è il presupposto fondamentale per ottenere la distrazione delle spese?
È necessario che il difensore abbia formulato un’espressa richiesta in tal senso, dichiarandosi ‘antistatario’, ovvero attestando di aver anticipato le spese per il proprio cliente e di non aver ancora ricevuto il relativo compenso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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