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Distrazione spese: correzione dell’errore materiale

Un avvocato chiede la correzione di un’ordinanza della Cassazione che, pur condannando la controparte al pagamento delle spese, aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in suo favore, nonostante la richiesta. La Corte accoglie l’istanza, qualificando l’omissione come un errore materiale da correggere con l’apposito procedimento, senza necessità di impugnazione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Distrazione Spese: L’Errore Materiale come Rimedio Rapido

Quando un avvocato vince una causa per il proprio cliente, ha diritto al rimborso delle spese legali dalla parte soccombente. Un istituto fondamentale in questo contesto è la distrazione delle spese, che consente al legale di ricevere il pagamento direttamente dalla controparte. Ma cosa succede se il giudice, pur riconoscendo il diritto, omette di inserire questa clausola nel provvedimento finale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la via maestra è la procedura di correzione dell’errore materiale, una soluzione rapida ed efficace.

Il Caso: Una Dimenticanza nel Dispositivo

Il caso trae origine da una controversia in cui un agente della riscossione aveva ottenuto una pronuncia favorevole dalla Corte di Cassazione. Il legale della società, dichiaratosi antistatario, aveva esplicitamente richiesto la distrazione delle spese a proprio favore nella memoria illustrativa. Tuttavia, nel dispositivo dell’ordinanza, la Corte, pur condannando la società contribuente al pagamento delle spese legali, quantificate in 5.500,00 euro, aveva omesso qualsiasi riferimento alla richiesta distrazione. Di fronte a questa dimenticanza, l’avvocato ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale, chiedendo di integrare la decisione con la clausola mancante.

La Procedura di Correzione per la Distrazione Spese

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente l’istanza del legale, confermando un principio consolidato. L’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese non costituisce un vizio che richiede un’impugnazione ordinaria, ma un semplice errore materiale. Questo perché la richiesta di distrazione non è una domanda autonoma, ma un’istanza accessoria che non incide sul merito della controversia tra le parti principali. Pertanto, il rimedio corretto e più celere è quello previsto dagli articoli 287 e seguenti del codice di procedura civile.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ribadito che il procedimento di correzione dell’errore materiale è perfettamente in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Consente, infatti, al difensore di ottenere rapidamente un titolo esecutivo valido per agire direttamente nei confronti della parte soccombente, senza dover attendere i tempi e i costi di un nuovo giudizio di impugnazione.

Le Sezioni Unite, citate nell’ordinanza, hanno da tempo chiarito questo punto, specificando che il difensore è legittimato a proporre il ricorso per la correzione se aveva formulato la richiesta nel corso del giudizio. È interessante notare come la Corte specifichi che la richiesta è valida anche se manca un’esplicita dichiarazione di aver anticipato le spese e non riscosso gli onorari, poiché tale circostanza si considera implicitamente contenuta nella domanda stessa di distrazione. Inoltre, la richiesta può essere formulata tempestivamente anche con la memoria illustrativa finale, non ledendo il principio del contraddittorio, dato che la controparte non ha un interesse giuridicamente rilevante a opporsi.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte ha disposto la correzione dell’ordinanza precedente, aggiungendo nel dispositivo, dopo le parole “spese prenotate a debito”, la frase “con distrazione delle spese in favore dell’Avv.to [Nome Anonimo] dichiaratosi antistatario”. La decisione ha un’importante implicazione pratica: fornisce agli avvocati uno strumento agile per tutelare il proprio credito professionale. Qualora un giudice ometta di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione, il difensore non è costretto a un complesso iter di impugnazione, ma può attivare la più snella procedura di correzione, assicurando un recupero più veloce ed efficiente dei propri compensi. L’ordinanza, infine, chiarisce che in questo tipo di procedimento non vi è una nuova pronuncia sulle spese, non essendo individuabile una parte vittoriosa e una soccombente.

Cosa succede se un giudice dimentica di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene considerata un errore materiale. L’avvocato può quindi chiedere la correzione del provvedimento attraverso una procedura specifica e semplificata, senza dover presentare un’impugnazione.

È necessario dimostrare di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto il compenso per chiedere la distrazione?
No. Secondo la Cassazione, la richiesta di distrazione delle spese contiene implicitamente la dichiarazione di aver anticipato i costi e di non aver riscosso gli onorari. Non è richiesta una dichiarazione esplicita a parte.

Fino a quale momento del processo è possibile presentare la richiesta di distrazione delle spese?
La richiesta può essere formulata tempestivamente anche con la memoria illustrativa finale (ex art. 378 o 380 bis.1 c.p.c.), poiché non lede il principio del contraddittorio, dato che la controparte non ha un interesse giuridicamente rilevante a opporsi a tale istanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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