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Distrazione delle spese: la correzione della Cassazione

Una contribuente vinceva una causa contro l’Agenzia delle Entrate. I suoi legali avevano richiesto la distrazione delle spese, ma la Corte di Cassazione, per una svista, non l’aveva disposta nella prima ordinanza. Con un successivo provvedimento, la Corte ha corretto l’errore materiale, specificando che le spese legali liquidate devono essere pagate direttamente agli avvocati difensori, in quanto dichiaratisi antistatari.

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Pubblicato il 1 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Distrazione delle Spese: L’Importanza della Correzione dell’Errore Materiale

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come il sistema giudiziario possa porre rimedio ai propri errori, anche a quelli meramente formali. Il caso riguarda la mancata previsione della distrazione delle spese legali a favore degli avvocati della parte vittoriosa, un istituto fondamentale per la tutela della professione forense. Analizziamo come la Suprema Corte ha risolto la questione attraverso la procedura di correzione dell’errore materiale.

I Fatti di Causa

Una cittadina aveva ottenuto una vittoria in un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione contro l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. La Corte aveva condannato l’ente al pagamento delle spese di lite, quantificate in euro 4.200,00 oltre accessori.
Tuttavia, i legali della ricorrente avevano ritualmente presentato, nel corso del giudizio, una domanda di distrazione delle spese ai sensi dell’art. 93 c.p.c., dichiarandosi ‘antistatari’, ovvero di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto compenso dalla loro assistita. Per una mera svista, il dispositivo dell’ordinanza originaria aveva omesso di disporre tale distrazione, ordinando il pagamento genericamente a favore della parte.

La Decisione della Corte sulla distrazione delle spese

Constatata l’omissione, la parte ricorrente ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale. La Corte di Cassazione, riesaminati gli atti, ha accolto la richiesta.
Il Collegio ha riconosciuto che l’errore era emerso ictu oculi (a colpo d’occhio) dagli atti di causa, poiché la richiesta di distrazione era stata correttamente formulata ma, per una semplice dimenticanza, non era stata trasposta nel dispositivo della decisione. Di conseguenza, ha disposto la correzione dell’ordinanza precedente, specificando che la condanna al pagamento delle spese doveva intendersi ‘con distrazione in favore degli Avvocati, antistatari’.

Le Motivazioni della Correzione

La motivazione della Corte si fonda sulla natura dell’errore commesso. Non si trattava di un errore di giudizio, che avrebbe richiesto un mezzo di impugnazione, ma di un palese errore materiale. Quest’ultimo si verifica quando vi è una discrasia tra il pensiero del giudice, correttamente formatosi, e la sua estrinsecazione materiale nel testo del provvedimento.
Nel caso specifico, la presenza agli atti della rituale richiesta di distrazione rendeva evidente che la sua omissione nel dispositivo era frutto di una svista e non di una volontà di rigettare la richiesta. La procedura di correzione, più snella rispetto a un’impugnazione, è lo strumento previsto dall’ordinamento proprio per sanare questo tipo di imperfezioni, garantendo che il provvedimento rifletta fedelmente la volontà del decidente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce l’importanza dell’istituto della distrazione delle spese come strumento di garanzia per l’avvocato che anticipa i costi del giudizio per il proprio cliente. Essa assicura al legale un diritto a ricevere il pagamento direttamente dalla parte soccombente, senza dover passare attraverso il proprio assistito.
Inoltre, la decisione conferma che il rimedio della correzione dell’errore materiale è applicabile anche in caso di omissione della pronuncia sulla distrazione, a condizione che la richiesta fosse stata tempestivamente e ritualmente formulata. Ciò rappresenta una tutela per i difensori e un monito sull’importanza della precisione nella redazione dei provvedimenti giudiziari, pur riconoscendo che anche ai massimi livelli della giurisdizione può capitare una svista, per la quale esiste un apposito e celere rimedio.

Che cos’è la distrazione delle spese?
È un meccanismo previsto dalla legge per cui il giudice, su richiesta dell’avvocato che si dichiara ‘antistatario’, ordina alla parte che ha perso la causa di pagare le spese legali direttamente all’avvocato della parte vincitrice, anziché alla parte stessa.

Perché la Corte di Cassazione ha dovuto emettere una seconda ordinanza?
La Corte ha emesso una seconda ordinanza per correggere un ‘errore materiale’. Nella prima decisione, pur essendoci una richiesta valida da parte dei legali, la Corte aveva dimenticato per una svista di specificare che le spese dovevano essere pagate direttamente agli avvocati.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
Se la richiesta è stata presentata correttamente e l’omissione è dovuta a una mera svista (errore materiale), come nel caso in esame, la parte interessata può chiedere la correzione del provvedimento. La Corte provvederà quindi a integrare la decisione originale con la disposizione mancante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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