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Disapplicazione sanzioni tributarie: quando chiederla

La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di disapplicazione sanzioni tributarie per obiettiva incertezza normativa non può essere presentata per la prima volta in appello. Deve essere formulata sin dal ricorso introduttivo di primo grado. Nel caso specifico, una contribuente aveva omesso di farlo, rendendo la sua successiva richiesta inammissibile. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva annullato le sanzioni, riaffermando un principio consolidato sulla tempestività delle domande processuali.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Disapplicazione Sanzioni Tributarie: La Domanda Va Fatta Subito!

Nel complesso mondo del diritto tributario, un errore procedurale può costare caro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: la richiesta di disapplicazione sanzioni tributarie per incertezza normativa deve essere tempestiva, ovvero presentata fin dal primo atto del processo. Attendere il giudizio d’appello è troppo tardi. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche per contribuenti e professionisti.

I Fatti del Caso: Dalla Cessione di Quote all’Appello

Una contribuente cede la sua quota di partecipazione (pari al 5%) in una società a responsabilità limitata. Per calcolare la plusvalenza, si avvale di una perizia di stima, pagando la relativa imposta sostitutiva secondo le agevolazioni previste dalla legge. Tuttavia, nonostante le ripetute richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate, la contribuente non esibisce mai la perizia giurata.

Di conseguenza, l’Amministrazione finanziaria emette un avviso di accertamento, ricalcolando la plusvalenza secondo le regole ordinarie (ai fini IRPEF) e applicando le relative sanzioni.

Il caso arriva davanti alle commissioni tributarie. La Commissione Tributaria Provinciale (CTP) accoglie il ricorso della contribuente. In appello, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) riforma parzialmente la decisione: conferma la pretesa fiscale dell’Ufficio (dopo aver accertato che la perizia non era mai stata asseverata con giuramento), ma annulla le sanzioni. La ragione? Riconosce la sussistenza di ‘obiettive condizioni di incertezza’ sull’applicazione della norma. Crucialmente, la contribuente aveva sollevato questa specifica eccezione solo in una memoria depositata durante il processo d’appello.

La Questione Giuridica sulla Disapplicazione Sanzioni Tributarie

L’Agenzia delle Entrate ricorre in Cassazione, sollevando una questione procedurale decisiva: può un giudice annullare le sanzioni per incertezza normativa se la relativa domanda è stata formulata dal contribuente per la prima volta solo in grado di appello? Secondo l’Agenzia, questa tardività viola il principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, rendendo la decisione della CTR illegittima.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione accoglie il motivo di ricorso dell’Amministrazione finanziaria, ritenendolo fondato. Gli Ermellini ribadiscono un orientamento ormai consolidato: l’accertamento dell’oggettiva incertezza normativa, finalizzato alla disapplicazione sanzioni tributarie, può essere effettuato dal giudice solo se esiste una specifica domanda del contribuente.

Questa domanda, sottolinea la Corte, non può essere formulata per la prima volta in appello o in sede di legittimità. Deve essere parte del thema decidendum sin dal primo grado di giudizio, ovvero deve essere contenuta nel ricorso introduttivo. Nel caso di specie, è pacifico tra le parti che la contribuente abbia formulato la richiesta solo in una memoria d’appello.

Di conseguenza, il giudice di secondo grado non avrebbe dovuto nemmeno prendere in considerazione la questione, in quanto introdotta tardivamente nel processo. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata con rinvio ad un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi a questo principio di diritto.

Conclusioni: L’Importanza della Tempestività nella Difesa Fiscale

Questa ordinanza è un monito fondamentale sull’importanza della strategia processuale fin dalle prime fasi del contenzioso tributario. La richiesta di non applicare le sanzioni per incertezza della legge non è un’opzione da giocare in un secondo momento, ma una difesa che deve essere impostata e formalizzata nel ricorso iniziale. Omettere questa domanda significa precludersi la possibilità di farla valere nei successivi gradi di giudizio, anche qualora le condizioni di incertezza fossero effettivamente sussistenti. Per i contribuenti e i loro difensori, la lezione è chiara: ogni potenziale eccezione e domanda deve essere attentamente valutata e inserita nel primo atto difensivo per non perdere preziose opportunità processuali.

A quali condizioni il giudice può disapplicare le sanzioni tributarie per incertezza normativa?
Il giudice tributario può disapplicare le sanzioni solo in presenza di una specifica domanda del contribuente e se riconosce la sussistenza di ‘obiettive condizioni di incertezza’ sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma violata.

È possibile formulare la domanda di disapplicazione delle sanzioni per la prima volta in appello?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito, in linea con il suo orientamento consolidato, che la domanda di disapplicazione delle sanzioni per incertezza normativa non può essere formulata per la prima volta in sede di appello o di legittimità.

Cosa succede se la domanda di disapplicazione delle sanzioni viene presentata in ritardo, ad esempio solo in appello?
Se la domanda viene presentata tardivamente, è considerata inammissibile. Il giudice d’appello non può prenderla in esame, e un’eventuale decisione che annulli le sanzioni su tale base è illegittima e può essere cassata dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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