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Diritto Tributario

Avviso bonario: quando è obbligatorio per l’Agenzia?
Una contribuente ha impugnato una cartella di pagamento per due motivi: incompetenza territoriale dell'ufficio e mancata ricezione del preventivo avviso bonario. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il domicilio fiscale valido è l'ultimo comunicato formalmente e che l'avviso bonario non è necessario in caso di semplice omesso versamento derivante da un controllo automatizzato, trattandosi di una mera irregolarità.
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Motivazione per relationem: Cassazione annulla sentenza
Un contribuente ha impugnato degli avvisi di accertamento basati su movimenti bancari non giustificati. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello perché viziata da una motivazione per relationem meramente apparente. Il giudice d'appello si era limitato a un generico rinvio alla sentenza di primo grado e agli atti della controparte, senza fornire un'autonoma argomentazione sulle specifiche censure sollevate, violando così l'obbligo di una motivazione effettiva.
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Sanzioni società di persone: chi paga il conto?
In un caso di violazioni fiscali commesse da un socio poi uscito da una società in accomandita semplice, l'Agenzia delle Entrate ha tentato di applicare le sanzioni esclusivamente alla società. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che le sanzioni società di persone, per illeciti commessi prima del 1° settembre 2024, seguono un regime di responsabilità solidale tra la società e l'autore materiale della violazione. Il principio di responsabilità esclusiva dell'ente si applica solo alle società con personalità giuridica, escludendo quindi le società di persone.
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Occupazione di fatto: la Cassazione sul canone COSAP
Una società della grande distribuzione è stata condannata a pagare il canone COSAP per l'installazione di segnaletica stradale non autorizzata. La società ha impugnato la decisione, sostenendo di essere una semplice locataria e non l'occupante diretto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l'obbligo di pagamento sorge in capo a chi realizza un'occupazione di fatto, a prescindere da contratti di locazione. La Corte ha inoltre sanzionato diversi vizi procedurali del ricorso.
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Avviso di accertamento: sostanza vince sulla forma
Una società di riscossione emette un avviso di accertamento per il canone di occupazione di suolo pubblico (COSAP) a una concessionaria autostradale. Quest'ultima vince in appello sostenendo la nullità dell'atto per mancata notifica di una preventiva 'diffida ad adempiere', come previsto dal regolamento comunale. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, affermando che la sostanza prevale sulla forma: se l'avviso di accertamento contiene tutti gli elementi di una richiesta di pagamento, inclusa l'intimazione ad adempiere, la mancanza di un atto formalmente separato non ne causa l'illegittimità. Il caso viene rinviato alla Corte d'Appello per un esame nel merito.
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Esenzione COSAP: concessione e natura del canone
Un comune e la sua società di riscossione hanno impugnato in Cassazione una sentenza che garantiva un'esenzione COSAP a una società concessionaria di parcheggi. La Corte d'Appello aveva stabilito che il canone non era dovuto perché non previsto nel contratto di concessione, interpretato come un accordo sinallagmatico. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, sottolineando che non è possibile richiedere in sede di legittimità una nuova interpretazione del contratto e che i ricorrenti non avevano adeguatamente contestato la 'ratio decidendi' della decisione precedente.
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Notifica persona giuridica: quando è valida senza avviso
Una società contesta una cartella di pagamento, lamentando la nullità della notifica dell'atto presupposto. La Cassazione chiarisce che la notifica persona giuridica, se consegnata a un dipendente presso la sede, è valida anche senza l'invio della raccomandata informativa, poiché la consegna si considera avvenuta direttamente al destinatario.
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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide
Un contribuente ha contestato un estratto di ruolo sostenendo la mancata notifica delle cartelle di pagamento. Dopo decisioni contrastanti nei primi gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La Corte ha stabilito che l'impugnazione estratto di ruolo non è consentita per carenza di un interesse concreto e attuale, un vizio procedurale che può essere rilevato in qualsiasi fase del processo. Le spese legali sono state compensate a causa dei recenti e significativi cambiamenti nella giurisprudenza in materia.
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Notifica sede legale: Cassazione su errore di fatto
Una società cooperativa contestava la validità di alcune cartelle di pagamento, sostenendo un errore nella notifica. La Commissione Tributaria Regionale le dava ragione, ma l'Ente Riscossore ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che i giudici di secondo grado avevano commesso un errore macroscopico, ignorando le prove che dimostravano la corretta notifica alla sede legale. La sentenza è stata annullata per omesso esame di un fatto decisivo, con rinvio a un nuovo giudizio.
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Notifica al portiere: la Cassazione chiarisce
Una società cooperativa ha contestato un'iscrizione ipotecaria basata su cartelle di pagamento non pagate, eccependo vizi di notifica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica al portiere è nulla se non seguita dall'invio di una raccomandata informativa al destinatario. La Corte ha quindi annullato le cartelle viziate da questo difetto, confermando invece la validità di altre notifiche eseguite con modalità diverse, come la posta raccomandata diretta o la PEC, e chiarendo la validità della notifica effettuata presso la precedente sede legale entro specifici termini di legge.
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Trattazione congiunta: rinvio della causa deciso
Una società impugnava il rigetto di un'istanza di ottemperanza, ma la Corte di Cassazione ha rilevato la pendenza di un altro ricorso strettamente connesso. Per garantire coerenza decisionale ed economia processuale, ha disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta dei due procedimenti, sospendendo di fatto la decisione nel merito.
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Notifica telematica: quando è valida anche se irregolare
Una società contesta una cartella esattoriale sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica telematica. La Corte di Cassazione chiarisce che se il giudice di merito valuta la ritualità della notifica, implicitamente rigetta la tesi della mancata ricezione. La Corte ha stabilito che non vi è vizio di ultrapetizione, in quanto il giudice non è vincolato all'interpretazione delle parti e, valutando la validità della notifica, ha di fatto risposto alla questione sollevata. L'appello della società è stato quindi respinto.
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Mutuo Dissenso Immobiliare: Guida all’Imposta di Registro
Una società immobiliare ha annullato una vendita tramite mutuo dissenso immobiliare. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene l'atto di risoluzione sia un nuovo contratto soggetto a imposta di registro, si deve applicare il principio di alternatività IVA/registro. Pertanto, se l'operazione di ritrasferimento è soggetta a IVA, l'imposta di registro è dovuta in misura fissa e non proporzionale.
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Termine breve ricorso cassazione: l’effetto della notifica
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'agenzia di riscossione per tardività. Il punto centrale è che il termine breve per il ricorso in Cassazione è iniziato a decorrere non dalla notifica della sentenza, ma dalla precedente notifica di un atto di citazione per revocazione da parte della controparte, un principio cruciale per il calcolo delle scadenze processuali.
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Notifica atti impositivi: quando è valida?
Un contribuente contesta la notifica di atti impositivi per vizi procedurali. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che l'impugnazione tempestiva sana i difetti di notifica. Chiarisce inoltre che per la notifica atti impositivi diretta a mezzo posta da parte dell'Agente di Riscossione, non sono necessarie le formalità della legge 890/1982, come la raccomandata informativa (CAD), essendo sufficiente la compiuta giacenza.
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Prescrizione crediti tributari: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'intimazione di pagamento non può essere contestata per motivi di prescrizione che dovevano essere sollevati contro la precedente cartella esattoriale non impugnata. La Corte ha inoltre ribadito che la regola generale per la prescrizione crediti tributari erariali è il termine ordinario di dieci anni, non quello quinquennale. L'ordinanza chiarisce i limiti dell'opposizione agli atti della riscossione e la durata dei termini prescrizionali.
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Responsabilità fiscale ASD: la prova della gestione
L'Agenzia delle Entrate contesta una sentenza che liberava un socio di un'associazione sportiva dilettantistica (ASD) dalla responsabilità fiscale per i debiti dell'ente. Secondo l'Agenzia, i giudici di secondo grado avrebbero ignorato le prove della sua partecipazione alla gestione. La Corte di Cassazione, prima di decidere, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per acquisire informazioni su una possibile definizione agevolata che coinvolge altri coobbligati, rinviando la causa a nuovo ruolo.
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Notifica nulla e ipoteca: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato un'iscrizione ipotecaria a causa di una notifica nulla della cartella di pagamento prodromica. La Corte ha stabilito che la notifica è invalida se l'agente notificatore non documenta le specifiche ricerche effettuate presso il domicilio fiscale del contribuente prima di dichiararlo irreperibile. Inoltre, ha ribadito la nullità dell'ipoteca iscritta senza la preventiva comunicazione che concede al contribuente 30 giorni per difendersi.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è ammessa?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28837/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un estratto di ruolo. La decisione si fonda sulla recente normativa che limita l'impugnazione estratto di ruolo ai soli casi in cui il debitore dimostri un pregiudizio specifico e concreto, come l'esclusione da appalti pubblici. Poiché il contribuente non ha fornito tale prova, l'azione è stata ritenuta inammissibile fin dall'origine, portando alla cassazione senza rinvio della sentenza d'appello.
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Procura alle liti: l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità di un appello in materia tributaria a causa di un vizio nella procura alle liti. L'ordinanza chiarisce che il giudice deve invitare la parte a regolarizzare il difetto, ma se questa non adempie, l'appello viene correttamente respinto. Viene inoltre precisato che il principio del contraddittorio non viene violato se il giudice solleva d'ufficio questioni di rito relative all'ammissibilità, poiché rientrano nell'onere di diligenza processuale della parte.
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