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Diritto Tributario

Operazioni inesistenti: onere della prova e IVA
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14823/2024, ha cassato una sentenza di merito in materia di operazioni inesistenti ai fini IVA e IRAP. Il provvedimento chiarisce la fondamentale distinzione nell'onere della prova tra operazioni oggettivamente inesistenti (mai avvenute) e soggettivamente inesistenti (avvenute tra soggetti diversi). La Corte ha stabilito che il giudice di secondo grado ha errato nel non distinguere le due fattispecie, applicando un criterio probatorio errato e incentrato unicamente sulla buona fede del contribuente, irrilevante in caso di inesistenza oggettiva.
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Operazioni inesistenti: onere della prova IVA
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14809/2024, ha cassato la decisione di merito che aveva riconosciuto la buona fede di una società coinvolta in operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha ribadito che, una volta che l'Amministrazione Finanziaria prova la fittizietà del fornitore e gli indizi di consapevolezza del contribuente, spetta a quest'ultimo dimostrare di aver usato la massima diligenza per non essere coinvolto nella frode, non essendo sufficienti la regolarità contabile e i pagamenti.
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Correzione errore materiale: distrazione delle spese
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la procedura per la correzione di errore materiale relativa all'omessa distrazione delle spese in favore del difensore antistatario. La Corte ha accolto l'istanza di una società, ordinando di integrare una precedente ordinanza in cui, per una svista, non era stato disposto il pagamento diretto delle spese legali all'avvocato, pur sussistendone i presupposti. Il provvedimento conferma che tale omissione costituisce un errore materiale emendabile d'ufficio attraverso una procedura semplificata, senza necessità di un nuovo giudizio.
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Operazioni oggettivamente inesistenti: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14813/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di operazioni oggettivamente inesistenti. Il caso riguardava una società sanzionata per aver dedotto costi relativi a transazioni fittizie. La Corte ha chiarito che, quando un'operazione non è mai avvenuta, il costo correlato non è mai stato sostenuto e, di conseguenza, non può essere dedotto ai fini IRES. In questo contesto, la buona fede del contribuente è del tutto irrilevante. La sentenza di merito, che aveva erroneamente valutato l'elemento soggettivo, è stata cassata con rinvio.
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Annullamento piano regolatore: effetti sull’ICI
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14806/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Il caso riguardava un contribuente che si opponeva al pagamento dell'imposta su un terreno ritenuto edificabile da un piano regolatore comunale, successivamente annullato dal giudice amministrativo. La Corte ha chiarito che l'annullamento del piano regolatore non ha efficacia retroattiva ai fini fiscali. L'imposta è dovuta per gli anni in cui il terreno aveva una 'vocazione edificatoria' conferita dal piano, anche se poi invalidato, poiché tale vocazione ne aveva già aumentato il valore economico, che costituisce il presupposto del tributo.
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Pro-rata IVA: attività finanziarie e detrazione
Una società di venture capital ha contestato due avvisi di accertamento IVA, sostenendo che le sue attività finanziarie fossero solo accessorie. La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per il calcolo del pro-rata IVA, annullando un avviso per un vizio procedurale (violazione del termine dilatorio di 60 giorni post-verifica) ma confermando l'altro. Per l'anno confermato, i giudici hanno stabilito che l'attività finanziaria era parte integrante e principale del business della società, come dimostrato dalla sua crescente incidenza sul fatturato e dal suo ruolo di "incubatore e investitore", escludendola così dal concetto di attività accessoria ai fini della detrazione IVA.
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Operazioni inesistenti: deducibilità e sanzioni IRES
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14803/2024, ha chiarito che in caso di operazioni inesistenti sotto il profilo oggettivo, i costi non sono mai deducibili ai fini IRES. La buona fede del contribuente è irrilevante, poiché il costo non è mai stato effettivamente sostenuto. La Corte ha cassato la decisione dei giudici di merito che avevano erroneamente applicato i principi validi per l'IVA, legati alla consapevolezza della frode, a una questione di imposte dirette, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Domicilio fiscale: valida notifica all’ultimo indirizzo
Una contribuente ha impugnato un avviso di iscrizione ipotecaria sostenendo di non aver mai ricevuto l'avviso di accertamento prodromico. L'Agenzia delle Entrate aveva notificato l'atto all'indirizzo indicato dalla contribuente nella sua ultima dichiarazione dei redditi, sebbene non fosse più la sua attuale residenza. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14805/2024, ha stabilito la validità della notifica, affermando che grava sul contribuente l'onere di comunicare le variazioni del proprio domicilio fiscale e che l'amministrazione finanziaria può legittimamente fare affidamento sull'ultimo indirizzo dichiarato.
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Operazioni inesistenti: ricorso respinto dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società contro un accertamento IVA per operazioni inesistenti. L'appello è stato dichiarato inammissibile in base al principio della "doppia conforme", poiché le decisioni di primo e secondo grado erano basate sulla stessa valutazione dei fatti. La Corte ha ribadito che, in caso di operazioni inesistenti, la valutazione degli indizi deve essere complessiva e che l'esito di altre cause, anche se originate dallo stesso verbale, non è automaticamente rilevante.
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Visto di conformità infedele: la competenza
Un professionista è stato sanzionato per l'emissione di un visto di conformità infedele. La Corte di Cassazione ha annullato l'atto sanzionatorio perché emesso da un ufficio territorialmente incompetente. Secondo la Corte, la competenza a sanzionare il professionista spetta esclusivamente alla Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate del luogo in cui il professionista ha il domicilio fiscale, e non a quella del contribuente assistito. Questa regola, prevista dall'art. 39 del D.Lgs. 241/1997, ha carattere funzionale ed esclusivo e la sua violazione determina l'illegittimità dell'atto.
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Operazioni soggettivamente inesistenti: Onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14795/2024, ha annullato una decisione di merito che aveva concesso la detrazione IVA a una società coinvolta in operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha ribadito che, per negare la detrazione, l'Agenzia delle Entrate deve provare, anche tramite presunzioni, non solo la fittizietà del fornitore ma anche la consapevolezza del destinatario di partecipare a una frode. Elementi come la regolarità dei pagamenti o la presenza di documenti di trasporto sono stati ritenuti irrilevanti per dimostrare la buona fede del contribuente.
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Visto di conformità infedele: la competenza territoriale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14792/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di visto di conformità infedele. In caso di errore da parte del professionista, l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate competente a irrogare la sanzione non è quello del domicilio fiscale del contribuente, bensì la direzione regionale dell'Agenzia individuata in base al domicilio fiscale del professionista stesso. La Corte ha ritenuto illegittimo l'atto emesso dall'ufficio territorialmente incompetente, accogliendo il ricorso del professionista e annullando la pretesa fiscale.
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Notifica telematica: come evitare l’improcedibilità
Una società impugna degli avvisi di accertamento IMU. Il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato improcedibile perché la prova della notifica telematica della sentenza d'appello è stata depositata in formato PDF anziché nel formato nativo .eml o .msg, come richiesto dalla nuova normativa sulla giustizia digitale. Tale omissione ha impedito alla Corte di verificare la tempestività del ricorso.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario a seguito dell'adesione dei contribuenti alla definizione agevolata. Il caso riguardava un accertamento fiscale per maggiori ricavi non dichiarati da una società di persone, esteso ai soci per trasparenza. Durante il giudizio di legittimità, i soci hanno presentato domanda di definizione agevolata, versando gli importi dovuti. La Corte, preso atto del perfezionamento della procedura e della mancata opposizione del Fisco, ha dichiarato estinto il giudizio, compensando le spese legali.
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Visto di conformità infedele: l’ufficio competente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14787/2024, ha stabilito che la competenza a sanzionare un professionista per l'emissione di un visto di conformità infedele spetta esclusivamente alla Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso, e non a quella del contribuente. Un atto emesso da un ufficio territorialmente incompetente è nullo. Il caso riguardava un professionista sanzionato dall'ufficio provinciale competente per il contribuente assistito. La Corte ha accolto il ricorso del professionista, annullando l'atto impositivo per difetto di competenza.
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Errore materiale: correzione ordinanza Cassazione
La Corte di Cassazione, con ordinanza, corregge un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. L'errore consisteva nell'indicazione di un numero di ordinanza sbagliato. La Corte chiarisce che l'errore materiale non incide sulla sostanza della decisione ma solo sulla sua espressione letterale, potendo essere corretto d'ufficio.
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Visto di conformità infedele: la competenza è decisiva
La Corte di Cassazione ha annullato una cartella di pagamento emessa nei confronti di un professionista per un visto di conformità infedele. La decisione si fonda su un vizio di incompetenza territoriale dell'ufficio dell'Agenzia delle Entrate che ha emesso l'atto. Secondo la Corte, la competenza esclusiva per l'iscrizione a ruolo spetta alla direzione regionale dell'Agenzia individuata in base al domicilio fiscale del professionista trasgressore, e non all'ufficio competente per il contribuente assistito. La violazione di tale regola di competenza determina la nullità dell'atto.
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Accertamento sintetico: mutuo e redditometro legittimi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14784/2024, ha stabilito la piena legittimità dell'accertamento sintetico redditometro basato sulle rate del mutuo per l'abitazione principale. I giudici hanno annullato la decisione di merito che aveva disapplicato i decreti ministeriali attuativi, affermando che tali norme sono vincolanti per il giudice. L'onere della prova per dimostrare che le spese sono coperte da redditi non imponibili spetta esclusivamente al contribuente.
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Errore di fatto: notifica a legale revocato, no revoca
Una contribuente ha richiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto poiché l'appello le era stato notificato al precedente legale, già revocato. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione errata sulla regolarità di una notifica costituisce un errore di diritto e non un errore di fatto idoneo a giustificare la revocazione del provvedimento.
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Difesa tecnica: appello nullo? La Cassazione spiega
Una società agricola si è vista dichiarare inammissibile l'appello in materia di IMU perché assistita da un geometra. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la mancanza di difesa tecnica è un vizio sanabile. Il giudice, prima di dichiarare l'inammissibilità, deve assegnare alla parte un termine per nominare un difensore abilitato, sanando così il difetto con efficacia retroattiva.
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