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Diritto Tributario

Frode carosello onere della prova: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che aveva escluso la partecipazione di una società a una frode IVA. La Suprema Corte ha chiarito che in tema di frode carosello l'onere della prova a carico dell'Amministrazione finanziaria può essere assolto tramite presunzioni. Indizi come la mancanza di una reale struttura aziendale del fornitore o prezzi anomali sono sufficienti a invertire l'onere probatorio sul contribuente, che dovrà dimostrare la propria buona fede e l'impossibilità di essere a conoscenza della frode.
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Estinzione Giudizio Tributario: la Cassazione decide
Una società e i suoi soci, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in materia di accertamenti fiscali, hanno aderito alla cosiddetta "rottamazione quater". Hanno quindi chiesto l'estinzione del giudizio tributario. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto la documentazione insufficiente a dimostrare il collegamento tra la definizione agevolata e l'oggetto specifico del contenzioso per tutti i soggetti coinvolti. Di conseguenza, ha rinviato la causa a nuovo ruolo per ottenere i necessari chiarimenti, sospendendo la decisione sull'estinzione.
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Documentazione in giudizio: i limiti per il Fisco
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato un principio fondamentale nel contenzioso tributario: la documentazione prodotta in giudizio dal contribuente è inutilizzabile se non è stata esibita in fase amministrativa a seguito di una specifica richiesta dell'Agenzia delle Entrate. Il caso riguardava un professionista a cui erano stati contestati maggiori compensi sulla base di movimentazioni bancarie. La Corte ha ritenuto legittima la decisione dei giudici di merito di non considerare i documenti presentati tardivamente, rigettando il ricorso del contribuente e chiarendo che la notifica dell'invito al rappresentante delegato è pienamente valida.
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Rendita catastale: no Docfa per la riduzione
Una società ha tentato di ridurre la rendita catastale di un immobile usando la procedura Docfa, motivandola con un calo della redditività di mercato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che il Docfa serve solo a dichiarare variazioni fisiche dell'immobile, non a recepire mutamenti economici. Per tali riduzioni, è necessario seguire una procedura specifica, basata sulla discrepanza significativa e prolungata tra reddito effettivo e rendita.
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Frode carosello: Cassazione su termini e accertamenti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15436/2024, ha rigettato il ricorso di una società coinvolta in una complessa frode carosello sull'IVA. La Corte ha confermato la legittimità degli avvisi di accertamento, chiarendo punti fondamentali: la suddivisione interna di competenze di un ufficio fiscale non invalida l'atto; una precedente verifica senza emissione di accertamento non preclude un successivo controllo; il raddoppio dei termini per l'accertamento scatta in presenza dell'obbligo di denuncia penale, a prescindere dalla data di presentazione della stessa.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una controversia fiscale riguardante un avviso di accertamento per IRAP e IVA a carico dei soci di una società di fatto era giunta in Cassazione. Tuttavia, il procedimento si è concluso prima di una decisione nel merito. Sia l'Agenzia delle Entrate che i contribuenti hanno richiesto la definizione agevolata della lite ai sensi della Legge 197/2022. La Corte, verificata la regolarità della domanda e dei pagamenti, ha dichiarato l'estinzione del processo, ponendo fine alla contesa.
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Contabilità in nero: prova regina contro il contribuente
La Corte di Cassazione ha stabilito che la documentazione proveniente dalla contabilità in nero di una società costituisce prova sufficiente per rettificare il reddito di un suo agente di commercio. Nel caso specifico, all'agente era stata applicata una percentuale di provvigione del 20%, rinvenuta nei registri occulti dell'azienda mandante, a fronte del 6% da lui dichiarato. La Suprema Corte ha ritenuto tale prova documentale prevalente sugli studi di settore e idonea a dimostrare l'inattendibilità della contabilità ufficiale del contribuente, legittimando così l'accertamento fiscale.
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Accertamento parziale: la Cassazione conferma validità
Un professionista ha ricevuto un avviso di accertamento fiscale basato su un disallineamento tra il suo reddito dichiarato e i dati in possesso dell'Agenzia delle Entrate, provenienti dai sostituti d'imposta. Il contribuente ha impugnato l'atto per vizi procedurali, quali difetto di notifica, firma non autorizzata e assenza di contraddittorio preventivo. La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, confermando la legittimità dell'accertamento parziale e specificando che, in questo tipo di controlli "a tavolino", l'onere di contestare nel merito i dati ricade sul contribuente e il contraddittorio non è sempre obbligatorio.
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Giudicato interno: Cassazione annulla accertamento
Un contribuente riceve un accertamento induttivo per non aver risposto a un questionario. La Commissione Tributaria Provinciale annulla parte dell'atto, accertando che i documenti erano già stati esibiti in una precedente verifica. L'appello incidentale dell'Agenzia delle Entrate contro tale punto viene dichiarato inammissibile in secondo grado. La Corte di Cassazione, investita della questione, stabilisce che la mancata impugnazione efficace rende definitiva la statuizione del primo giudice. Si è formato un giudicato interno sull'avvenuta esibizione dei documenti, invalidando il presupposto dell'accertamento. La sentenza d'appello viene quindi cassata con rinvio.
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Giurisdizione imposta di soggiorno: Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15388/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società alberghiera riguardo la giurisdizione imposta di soggiorno. La società sosteneva che le recenti modifiche normative avessero trasferito la competenza alla giustizia tributaria. Tuttavia, la Cassazione ha stabilito che la questione di giurisdizione, non essendo stata specificamente contestata in appello, era coperta da giudicato implicito, precludendo un riesame. La decisione ribadisce la competenza della Corte dei conti per danno erariale in casi simili, se non contestata tempestivamente.
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Accertamento presuntivo: il valore del mutuo conta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15385/2024, interviene su un caso di accertamento presuntivo immobiliare. L'Agenzia delle Entrate aveva contestato a due società ricavi non dichiarati dalla vendita di numerosi appartamenti. La Corte ha stabilito un principio chiave: la documentazione bancaria, come la perizia per un mutuo che indica un valore superiore a quello di compravendita, costituisce un indizio grave, preciso e concordante che il giudice non può ignorare. Per gli immobili privi di tale documentazione, la valutazione critica del giudice di merito sulle prove dell'Agenzia è incensurabile in Cassazione. Il giudizio è stato dichiarato estinto per i soci che avevano aderito alla definizione agevolata.
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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione interviene per correggere un errore materiale contenuto in una sua precedente ordinanza. Il caso, originato da una controversia su IVA all'importazione, evidenzia come la procedura di correzione errore materiale possa essere attivata da una parte o rilevata d'ufficio dalla stessa Corte per rettificare numeri di sentenze erroneamente indicati, garantendo la precisione degli atti giudiziari.
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Deduzione IRAP: onere della prova per il rimborso
Una società ha richiesto un rimborso IRES legato alla deduzione IRAP per i costi del personale. Dopo un diniego parziale dell'Amministrazione Finanziaria e una decisione sfavorevole in appello, la società ha fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza precedente per "motivazione apparente" e incompleta. Il caso è stato rinviato a un nuovo giudice, ribadendo il principio fondamentale che l'onere della prova per un rimborso spetta sempre al contribuente.
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Accertamento socio società: la vittoria del socio vale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la vittoria ottenuta da un socio di una società di persone contro l'avviso di accertamento del proprio reddito di partecipazione rende illegittima la successiva cartella di pagamento, anche se l'accertamento presupposto notificato alla società è diventato definitivo perché non impugnato. Questo principio, relativo al cosiddetto accertamento socio società, conferma che l'annullamento dell'atto impositivo a monte priva di fondamento la pretesa tributaria verso il socio coobbligato.
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Difesa Agenzia Entrate: Legittimo l’avvocato privato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15365/2024, ha stabilito che la difesa dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione può essere legittimamente affidata a un avvocato del libero foro nel contenzioso tributario. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado che aveva dichiarato inammissibile l'appello dell'Agenzia perché proposto da un avvocato privato anziché dall'Avvocatura dello Stato. La decisione si basa sulla normativa che, a seguito della soppressione di Equitalia, ha introdotto un sistema di patrocinio flessibile, consentendo all'Ente di avvalersi di professionisti esterni senza necessità di specifica giustificazione.
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Definizione agevolata: processo estinto in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata della lite. Il caso riguardava un avviso di accertamento per IRPEF su redditi da partecipazione non dichiarati. La Corte ha verificato la regolarità della procedura di definizione agevolata e, in assenza di istanze di trattazione, ha applicato la legge che prevede l'estinzione del giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Operazioni inesistenti e IVA: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15355/2024, ha rigettato il ricorso di due società (una controllante e una controllata) contro un avviso di accertamento per IVA indetraibile. Il caso riguardava operazioni inesistenti realizzate tramite una fattura da 18 milioni di euro per la cessione di un progetto immobiliare. La Corte ha confermato che l'onere della prova sulla realtà dell'operazione spetta al contribuente e che l'Agenzia delle Entrate può legittimamente basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti. È stata inoltre ribadita la responsabilità solidale della società controllante nel regime dell'IVA di gruppo.
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Motivazione accertamento catastale: la Cassazione rinvia
Una società impugna un avviso di accertamento che rettifica il numero di vani catastali di un immobile. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sull'obbligo di motivazione dell'accertamento catastale, sospende la decisione in attesa di una pronuncia nomofilattica su un caso analogo, che chiarirà i requisiti di validità di tali atti.
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Accertamento catastale: motivazione e microzone
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15350/2024, ha stabilito che un accertamento catastale basato sulla revisione dei valori di una microzona è illegittimo se non contiene una motivazione specifica sulle caratteristiche del singolo immobile che giustificano l'aumento della rendita. Non basta un generico riferimento alla rivalutazione dell'area. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente, annullando l'atto per difetto di motivazione e rafforzando il diritto del cittadino a comprendere le ragioni concrete dell'imposizione fiscale.
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Accertamenti bancari: onere della prova del contribuente
In un caso di accertamenti bancari a carico di un'impresa individuale, la Corte di Cassazione ha confermato che l'onere della prova per superare la presunzione di reddito grava interamente sul contribuente. Quest'ultimo deve fornire giustificazioni analitiche e documentate per ogni singola operazione, non essendo sufficienti contestazioni generiche. I ricorsi del contribuente e dell'Agenzia delle Entrate sono stati entrambi rigettati, principalmente per difetto di autosufficienza.
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