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Diritto Tributario

Agevolazione Tremonti-ter: quando è valido?
Una società energetica si è vista negare l'Agevolazione Tremonti-ter dall'Agenzia delle Entrate perché, nonostante un contratto antecedente, gli impianti eolici erano stati completati dopo la scadenza del 30 giugno 2010. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'Agenzia, stabilendo che per accedere al beneficio non basta la data del contratto, ma è necessario che l'investimento sia effettivamente 'fatto', ovvero che il costo sia sostenuto entro il termine, secondo il principio di competenza temporale dell'art. 109 TUIR.
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Detassazione investimenti ambientali: no al doppio bonus
Una società operante nel settore delle energie rinnovabili si è vista negare un beneficio fiscale maggiorato dalla Corte di Cassazione. Il caso riguarda la corretta interpretazione della detassazione investimenti ambientali (c.d. "Tremonti Ambiente"). La Corte ha stabilito che i costi di ammortamento di un impianto fotovoltaico non possono essere inclusi nel calcolo del beneficio, poiché ciò costituirebbe una duplicazione illegittima dell'agevolazione, essendo l'ammortamento già una quota del costo iniziale dell'investimento agevolato. L'ordinanza ha inoltre respinto le doglianze sulla violazione del contraddittorio e sull'esenzione dalle sanzioni.
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Giudicato esterno tributario: la Cassazione decide
Una società ha rettificato la dichiarazione del 2011 per accedere a un beneficio fiscale ("Tremonti Ambiente"), generando perdite riportate negli anni successivi. L'Agenzia delle Entrate ha contestato l'imposta per il 2015, ma un precedente giudizio, divenuto definitivo, aveva già riconosciuto il diritto della società a quel beneficio. La Cassazione ha stabilito che il giudicato esterno formatosi sulla questione principale impedisce all'Amministrazione finanziaria di rimetterla in discussione per gli anni successivi, accogliendo il ricorso della società.
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Costo ammortamento: escluso dall’incentivo fiscale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29765/2025, ha stabilito che il costo ammortamento di un bene non può essere incluso tra i costi operativi per il calcolo dell'agevolazione ambientale (c.d. "Tremonti ambiente"). Un'impresa aveva aumentato il suo beneficio fiscale aggiungendo le quote di ammortamento di un impianto fotovoltaico ai costi operativi. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che tale pratica costituisce un'illegittima duplicazione del beneficio (bis in idem), poiché l'ammortamento rappresenta già la ripartizione del costo originario dell'investimento, che è il presupposto dell'agevolazione stessa. Includerlo nuovamente comporterebbe un ingiusto arricchimento per l'impresa.
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Dichiarazione integrativa: ok alla modifica retroattiva
Una società, dopo aver realizzato un impianto fotovoltaico, non richiedeva un'agevolazione fiscale per dubbi sulla sua cumulabilità con altri incentivi. Una volta chiarita la questione, presentava una dichiarazione integrativa. L'Agenzia delle Entrate negava il beneficio, sostenendo che la norma fosse stata abrogata nel frattempo. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, stabilendo che il diritto al beneficio sorge al momento dell'investimento e che la dichiarazione integrativa è sempre ammessa per correggere errori dovuti a incertezza normativa, in linea con il principio di capacità contributiva.
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Dichiarazione integrativa: sempre possibile correggere
Una società energetica ha ottenuto il diritto di presentare una dichiarazione integrativa per fruire di un beneficio fiscale non richiesto inizialmente a causa di incertezze normative. La Cassazione ha stabilito che la dichiarazione dei redditi è sempre emendabile per correggere errori, distinguendo la legittimità della procedura di controllo automatizzato dalla fondatezza della pretesa del contribuente.
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Restituzione accise energia: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società energetica, confermando il diritto di un cliente alla restituzione delle accise sull'energia versate in base a una norma poi dichiarata incostituzionale. La decisione chiarisce che il consumatore finale può agire direttamente contro il fornitore per la ripetizione dell'indebito, poiché la dichiarazione di incostituzionalità elimina retroattivamente la causa del pagamento, senza necessità di disapplicare la norma interna per contrasto con direttive UE.
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Dichiarazione dei redditi: emendabile senza limiti
Una società, a causa di incertezze normative, non ha inizialmente richiesto un beneficio fiscale per un investimento. Successivamente, ha presentato una dichiarazione dei redditi integrativa oltre i termini, ma l'Agenzia delle Entrate l'ha respinta con un controllo automatizzato. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene la procedura di controllo fosse legittima, il contribuente ha sempre il diritto di emendare la dichiarazione per correggere errori di fatto o di diritto, anche durante un contenzioso, poiché la dichiarazione dei redditi è una mera dichiarazione di scienza e non un atto negoziale.
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Definizione agevolata liti: la Cassazione chiude il caso
Un'impresa aveva ricevuto una cartella di pagamento dopo aver presentato una dichiarazione integrativa per usufruire di un beneficio fiscale su impianti fotovoltaici. Dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio, l'Amministrazione Finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima della decisione, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata delle liti. La Corte di Cassazione, preso atto dell'avvenuto accordo, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, senza pronunciarsi nel merito delle questioni sollevate.
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Dichiarazione integrativa: sempre possibile per errori
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29761/2025, ha stabilito che la dichiarazione integrativa è sempre ammessa per correggere errori, anche dopo la scadenza dei termini, se ciò evita al contribuente di pagare imposte non dovute. Il caso riguardava una società che aveva presentato una dichiarazione integrativa per fruire di un beneficio fiscale precedentemente non richiesto a causa di incertezza normativa. La Corte ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando che la richiesta di rateizzazione di un'altra cartella non costituisce acquiescenza e che ogni periodo d'imposta è autonomo.
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Dichiarazione integrativa: sempre possibile correggerla
Una società ha richiesto tardivamente un beneficio fiscale tramite una dichiarazione integrativa, a causa di una passata incertezza normativa. L'Agenzia Fiscale si è opposta, ma la Corte di Cassazione ha dato ragione al contribuente. Ha stabilito che la dichiarazione dei redditi può essere sempre emendata per correggere errori che hanno portato a un pagamento di imposte superiore al dovuto, poiché i termini di legge si applicano solo a specifici utilizzi del credito che ne deriva, come la compensazione.
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Tremonti ambiente: l’investimento fissa il diritto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29748/2025, ha stabilito un principio chiave per l'incentivo fiscale 'Tremonti ambiente'. Il diritto al beneficio sorge al momento dell'investimento effettivo, ovvero quando si sostengono i costi e si acquisiscono i beni, e non con gli adempimenti burocratici successivi come la perizia tecnica. La Corte ha accolto il ricorso di alcuni contribuenti ai quali era stato negato un rimborso IRPEF perché la loro perizia era successiva all'abrogazione della norma. La sentenza chiarisce che il momento sostanziale dell'investimento prevale su quello formale, salvaguardando così i diritti acquisiti prima dell'abrogazione della legge di favore.
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Emendabilità dichiarazione: Cassazione la ammette sempre
Una società operante nel settore energetico aveva inizialmente omesso di richiedere un beneficio fiscale per incertezza normativa. Successivamente, ha tentato di correggere la propria dichiarazione dei redditi, ma l'Agenzia delle Entrate si è opposta. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'emendabilità della dichiarazione dei redditi è un principio fondamentale. Il contribuente ha sempre il diritto di correggere errori, di fatto o di diritto, che hanno portato al versamento di imposte superiori a quelle dovute, anche oltre i termini ordinari.
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Prova presuntiva: la Cassazione sulla valutazione
L'Amministrazione Finanziaria accertava maggiori ricavi a una società immobiliare basandosi su una pluralità di indizi (prezzi di vendita inferiori ai costi, finanziamenti sospetti, ecc.). La Commissione Tributaria Regionale annullava l'accertamento, considerando solo la discrepanza con i valori OMI. La Cassazione ha cassato la sentenza, ribadendo che la prova presuntiva richiede una valutazione complessiva e non atomistica di tutti gli elementi indiziari, che devono essere gravi, precisi e concordanti.
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Accertamento bancario professionisti: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29739/2025, ha chiarito un punto fondamentale sull'accertamento bancario professionisti. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 228/2014, la presunzione che i prelievi ingiustificati costituiscano compensi non si applica più ai lavoratori autonomi. Tuttavia, la Suprema Corte ha ribadito che la presunzione legale per cui i versamenti bancari non giustificati sono considerati ricavi imponibili rimane pienamente valida. Di conseguenza, ha cassato la sentenza di merito che aveva annullato integralmente l'accertamento, rinviando la causa per un nuovo esame che tenga conto di questa distinzione.
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Accertamento induttivo: deduzione costi presunti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29736/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accertamento induttivo. Sebbene l'amministrazione finanziaria possa legittimamente procedere a una rideterminazione dei ricavi in assenza di contabilità, è tenuta anche a riconoscere i costi presuntivamente sostenuti per produrre tali ricavi. La Corte ha accolto il ricorso di una società di autotrasporti su questo punto, cassando la sentenza d'appello e affermando che ignorare i costi viola il principio di capacità contributiva.
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Agevolazioni Tremonti Ambiente: a chi spettano?
Una società la cui attività esclusiva consiste nella produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili ha richiesto un rimborso fiscale basato sulle agevolazioni Tremonti Ambiente. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che tali incentivi sono destinati a imprese che investono per ridurre l'impatto ambientale della propria attività produttiva, non a quelle il cui core business è già ecologico. La decisione chiarisce l'ambito di applicazione della norma, distinguendo tra incentivo alla riconversione e aiuto settoriale.
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Dichiarazione integrativa: errore sanabile anche tardi
Annullata una cartella di pagamento che negava un credito IRES. Il credito era stato richiesto con una dichiarazione integrativa tardiva, a causa di incertezza normativa su un'agevolazione fiscale. La Cassazione ha ribadito che il contribuente può sempre emendare la propria dichiarazione per correggere errori di fatto o di diritto che porterebbero a un pagamento ingiusto, anche in sede di contenzioso. La tardività della dichiarazione integrativa non preclude il diritto al beneficio.
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Dichiarazione integrativa tardiva: termini e limiti
Un'azienda presenta una dichiarazione integrativa tardiva per ottenere un'agevolazione fiscale ambientale anni dopo la scadenza. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che i termini più lunghi per la presentazione, introdotti da una legge del 2016, non sono retroattivi. La sentenza conferma che la richiesta è stata presentata oltre i limiti temporali vigenti all'epoca dei fatti, assorbendo ogni altra questione sul merito del diritto all'agevolazione.
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Giudizio di rinvio: obblighi del giudice tributario
La Corte di Cassazione chiarisce che nel giudizio di rinvio il giudice ha l'obbligo di esaminare tutte le questioni originariamente sollevate e non ancora decise, anche se non formalmente riproposte dalla parte. La Corte ha cassato la decisione del giudice di merito che, dopo un primo rinvio, si era limitato a pronunciarsi solo sulla questione preliminare della tempestività della dichiarazione emendativa, omettendo di valutare le altre eccezioni di merito sollevate dall'Amministrazione Finanziaria riguardo la spettanza di un'agevolazione fiscale.
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