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Diritto Tributario

Decadenza accertamento tributario: la Cassazione
Un comune ha emesso un avviso di accertamento ICI per gli anni 2006-2007 a una società energetica, notificato nel 2014, a seguito di una variazione catastale retroattiva. La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza dell'azione di accertamento tributario, stabilendo che la retroattività fiscale della nuova rendita non deroga al termine quinquennale per la notifica dell'atto impositivo, che era già scaduto.
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Detrazione risparmio energetico: sì anche per immobili locati
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16210/2024, ha stabilito che la detrazione per risparmio energetico spetta anche alle società titolari di reddito d'impresa che locano immobili, pure se questi sono considerati 'beni merce'. L'agevolazione ha una portata generale e mira a migliorare l'efficienza energetica dell'intero patrimonio immobiliare nazionale, senza esclusioni soggettive o oggettive.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Un contribuente, dopo aver impugnato una cartella di pagamento fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una procedura di definizione agevolata. A seguito della comunicazione e della prova del pagamento, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali e che non fosse dovuto il doppio contributo unificato.
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Tassazione ricognizione di debito: la svolta della Cass.
La Cassazione a Sezioni Unite stabilisce che la tassazione della ricognizione di debito enunciata in un decreto ingiuntivo sconta l'imposta di registro in misura fissa, non proporzionale. L'atto non ha natura dichiarativa ma di mera scienza, con il solo effetto di invertire l'onere della prova, e non ha autonomo rilievo patrimoniale. La Corte ha accolto il ricorso di un istituto di credito contro l'Amministrazione Finanziaria, annullando l'avviso di liquidazione per l'imposta proporzionale.
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Interessi rimborso IRAP: la decorrenza è retroattiva
Una società ha richiesto il rimborso dell'IRES versata in eccesso a causa della passata indeducibilità dell'IRAP. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16206/2024, ha chiarito la questione sulla decorrenza degli interessi rimborso IRAP. È stato stabilito che gli interessi maturano dalla data dell'originario versamento non dovuto, e non dalla data di entrata in vigore della legge che ha introdotto la deducibilità. La Corte ha sottolineato la natura compensativa, e non moratoria, degli interessi, volti a reintegrare il patrimonio del contribuente per la mancata disponibilità delle somme.
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Detrazione risparmio energetico: sì per società
La Corte di Cassazione ha stabilito che la detrazione per risparmio energetico spetta anche alle società che svolgono attività di locazione immobiliare, anche se l'immobile oggetto degli interventi è considerato un 'bene merce' e concesso in locazione a terzi. La Corte ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando che l'agevolazione ha una portata generale, volta a migliorare l'efficienza energetica del patrimonio immobiliare nazionale, senza esclusioni soggettive od oggettive.
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Distacco comunitario fittizio: onere della prova
La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di distacco comunitario fittizio, stabilendo che l'Amministrazione Finanziaria può basare il proprio accertamento su presunzioni gravi, precise e concordanti. Una volta forniti tali elementi, l'onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare la genuinità delle operazioni. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente ignorato gli indizi forniti dall'Ufficio, ponendo a carico di quest'ultimo un onere probatorio eccessivo.
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Ricorso per cassazione: i requisiti di ammissibilità
Una società ha impugnato una cartella di pagamento, lamentando la falsità della notifica dell'atto presupposto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso per cassazione, dichiarando tutti i motivi inammissibili per difetto di specificità e autosufficienza. La sentenza sottolinea che l'atto di ricorso deve contenere tutti gli elementi necessari per essere valutato, senza dover consultare fonti esterne.
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Classamento catastale: vince la destinazione ordinaria
Un'associazione culturale tentava di riclassificare un immobile da commerciale (C/1) a luogo di culto (E/7) per ridurne il carico fiscale. L'Amministrazione Finanziaria si opponeva, ripristinando la categoria originaria. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'Ente Fiscale, stabilendo che il classamento catastale deve fondarsi sulla 'destinazione ordinaria' dell'immobile, ovvero sulle sue caratteristiche costruttive e potenzialità di reddito, e non sull'uso concreto che ne fa il proprietario in un dato momento.
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Motivazione avviso accertamento: la Cassazione decide
Un contribuente ha impugnato degli avvisi di accertamento per tributi sui rifiuti (TARSU, TARES, TARI), lamentando una carente motivazione. Dopo la reiezione in appello, la Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per acquisire il fascicolo d'ufficio del processo, ritenendolo indispensabile per valutare correttamente le censure del ricorrente sulla sufficienza della motivazione dell'avviso di accertamento.
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Termine dilatorio: nullo l’atto emesso prima di 60gg
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento fiscale perché emesso prima della scadenza del termine dilatorio di 60 giorni concesso al contribuente per presentare osservazioni dopo una verifica. La Corte ha stabilito che il momento decisivo è la data di redazione e sottoscrizione dell'atto (emanazione), non quella della sua successiva notifica. La violazione di questo termine perentorio rende l'atto insanabilmente nullo, a tutela del diritto al contraddittorio del contribuente.
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Deducibilità dei costi: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16190/2024, ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società del settore motorsport. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sulla deducibilità dei costi: l'onere della prova grava interamente sul contribuente, che deve dimostrare non solo l'esistenza del costo, ma anche la sua inerenza, congruità e, per certi beni come le auto, la strumentalità esclusiva all'attività d'impresa. La sentenza di merito, che aveva annullato le riprese fiscali relative a servizi e leasing di auto di lusso, è stata cassata per motivazione apparente ed erronea applicazione delle regole sulla ripartizione dell'onere probatorio.
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Detrazione riqualificazione energetica: spetta sempre?
Una società immobiliare si è vista negare la detrazione per riqualificazione energetica su immobili di proprietà concessi in locazione. L'Amministrazione Finanziaria sosteneva che il beneficio non si applicasse ai cosiddetti 'beni merce'. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando che la norma ha una portata generale e mira a incentivare il miglioramento energetico dell'intero patrimonio immobiliare nazionale, includendo quindi anche gli immobili locati da imprese.
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Impugnazione amministratore: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16168/2024, ha dichiarato inammissibile l'impugnazione dell'amministratore proposta in proprio contro un avviso di accertamento notificato esclusivamente alla società. Il ricorso è stato respinto per carenza di interesse ad agire, in quanto l'amministratore non è il destinatario diretto dell'atto impositivo e un suo eventuale interesse sorgerebbe solo a seguito di un atto successivo diretto a far valere la sua responsabilità personale.
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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile
Due contribuenti hanno richiesto la revoca di un'ordinanza della Corte di Cassazione che aveva confermato la decadenza dai benefici fiscali "prima casa". Essi sostenevano un errore di fatto revocatorio. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore revocatorio consiste in una svista percettiva su un fatto non controverso, e non può essere utilizzato per rimettere in discussione una valutazione giuridica o per introdurre un nuovo grado di giudizio.
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Difetto di giurisdizione: quando il Fisco sbaglia giudice
Un contribuente si oppone a un pignoramento per debiti di varia natura: tasse, multe stradali e contributi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16161/2024, ha stabilito un importante principio sul difetto di giurisdizione. Ha chiarito che il giudice tributario non può decidere su controversie relative a multe e contributi previdenziali, che spettano rispettivamente al Giudice di Pace e al Giudice del Lavoro. La Corte ha inoltre confermato la validità delle notifiche degli atti fiscali effettuate da operatori postali privati.
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Inammissibilità appello tributario: la guida completa
Una società di servizi impugna una cartella di pagamento per IRAP, ottenendo l'annullamento in primo grado. La Corte di Cassazione, riformando la decisione d'appello, ha dichiarato l'inammissibilità dell'appello proposto dall'Agente della Riscossione per due vizi procedurali decisivi: la tardiva costituzione in giudizio e il difetto di prova della rappresentanza processuale in capo a chi ha conferito il mandato. Questa ordinanza sottolinea l'importanza del rispetto dei termini e delle formalità nel processo tributario, confermando come un vizio di forma possa determinare l'esito della lite.
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Riduzione TARI per chiusura: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la riduzione TARI per un albergo rimasto chiuso per alcuni mesi. La Corte chiarisce che, sebbene la chiusura volontaria non sia di per sé sufficiente, la prova della mancata prestazione del servizio di raccolta rifiuti e dell'inutilizzabilità della struttura giustifica la riduzione della tassa. Decisiva nel caso specifico l'inapplicabilità del regolamento comunale citato dal Comune perché successivo ai periodi d'imposta contestati.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce gli effetti della rinuncia al ricorso nel processo. L'Amministrazione Finanziaria, dopo aver impugnato una sentenza tributaria, ha rinunciato all'appello. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, spiegando che la rinuncia è un atto unilaterale che non richiede accettazione, portando alla chiusura del caso senza una decisione sul merito e con compensazione delle spese.
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Presunzione distribuzione utili: onere della prova socio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16114/2024, ha confermato che in una Srl a base ristretta, in caso di accertamento di maggiori ricavi, opera una presunzione di distribuzione utili ai soci. Per superare tale presunzione, il socio non può limitarsi a dimostrare la propria estraneità alla gestione, ma deve fornire la prova positiva che gli utili extra-bilancio siano stati accantonati o reinvestiti nell'azienda. Il ricorso della socia, che attribuiva la responsabilità delle operazioni illecite al marito amministratore, è stato respinto.
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