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Diritto Tributario

Delega di firma: quando l’atto è valido?
Una società impugna un avviso di accertamento per difetto di potere del firmatario. La Cassazione rigetta il ricorso, affermando che la delega di firma è un atto interno all'ufficio, attuabile con ordini di servizio che indicano la qualifica, senza necessità di nominativo, configurando un mero decentramento burocratico.
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Delega di firma: quando l’atto fiscale è valido?
Una società ha contestato un avviso di accertamento sostenendo che il funzionario firmatario non avesse una valida delega di firma. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio chiave: la delega di firma è legittima anche se conferita tramite un ordine di servizio interno che indica solo la qualifica del funzionario (es. Capo Ufficio Controlli), senza necessità di specificarne il nome. Questo atto, configurando un mero decentramento burocratico, non richiede le formalità di una delega di funzioni.
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Sospensione feriale: calcolo del termine di riassunzione
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel calcolo del termine semestrale per la riassunzione del giudizio tributario deve essere sempre considerata la sospensione feriale dei termini. Un ricorso, inizialmente dichiarato tardivo, è stato ritenuto tempestivo perché il giudice di merito non aveva aggiunto i 31 giorni di sospensione estiva al termine di sei mesi, commettendo un errore di calcolo.
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Doppia presunzione: quando è lecita secondo la Corte?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due amministratori di una società cooperativa, riqualificata dal Fisco come società di fatto. La Corte ha confermato che non esiste un divieto assoluto di 'doppia presunzione' e che le dichiarazioni di terzi, se corroborate da altre prove, sono sufficienti a fondare un accertamento fiscale. La riqualificazione è stata ritenuta legittima sulla base di elementi che dimostravano l'assenza di un reale scopo mutualistico e la presenza di una gestione societaria tipica di una società di persone.
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Notifica al portiere: valida anche se ha perso il posto
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di un avviso di accertamento al portiere di un condominio è valida, anche se il rapporto di lavoro di quest'ultimo era formalmente cessato da pochi giorni. Secondo la Corte, la semplice cessazione del contratto non esclude la persistenza di una presenza non occasionale nello stabile. Spetta al contribuente, che contesta la notifica, fornire la prova contraria, dimostrando che la presenza del consegnatario era del tutto occasionale. Il ricorso del contribuente è stato quindi respinto.
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Inammissibilità del ricorso per rottamazione quater
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso di un contribuente contro una cartella di pagamento relativa al TFR. La decisione si fonda sulla sopravvenuta carenza di interesse, derivante dall'adesione del contribuente alla "rottamazione quater". Tale adesione, secondo la Corte, equivale a una rinuncia a proseguire il contenzioso, giustificando la chiusura del processo con compensazione delle spese legali.
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Società di fatto: prova e presunzioni fiscali
Due amministratori di una società cooperativa sono stati oggetto di un accertamento fiscale che ha riqualificato la loro entità come una società di fatto. La Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso, confermando la decisione. La Corte ha stabilito che le dichiarazioni di terzi, se supportate da altri elementi probatori, sono sufficienti per dimostrare la natura fittizia di una cooperativa. Inoltre, ha definitivamente rigettato il principio del "divieto di doppia presunzione", affermando che un fatto accertato tramite presunzione può validamente costituire la base per un'ulteriore deduzione logica, legittimando così la riqualificazione in società di fatto.
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Notifica ricorso inammissibile: guida pratica
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della mancata rinnovazione della notifica entro i termini stabiliti. Il caso evidenzia come un vizio di notifica, seppur sanabile, possa portare alla chiusura definitiva del processo se non si adempie all'ordine del giudice. L'ordinanza sottolinea l'importanza cruciale della correttezza procedurale e le gravi conseguenze di un errore, rendendo la notifica ricorso inammissibile.
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Cancellazione Anagrafe ONLUS: Requisiti Formali Decisivi
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della cancellazione anagrafe ONLUS di un'associazione di volontariato a causa di vizi formali nel suo statuto. La Corte ha stabilito che la mancanza di clausole obbligatorie per legge, come il divieto di distribuzione degli utili, giustifica la cancellazione immediata senza che l'Agenzia delle Entrate sia tenuta a concedere un termine per la modifica statutaria. I requisiti formali sono inderogabili.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale fino in Cassazione, ha aderito alla procedura di definizione agevolata. La Corte Suprema, preso atto del perfezionamento della procedura con il pagamento, ha dichiarato l'estinzione del giudizio. La chiave della decisione risiede nell'applicazione della normativa speciale sulla definizione agevolata, che prevale sulla continuazione del contenzioso.
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Impugnazione estratto di ruolo: Cassazione chiarisce
Una società ha tentato l'impugnazione di un estratto di ruolo sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in base a recenti normative che limitano fortemente tale possibilità. L'impugnazione è ammessa solo in caso di specifico e attuale pregiudizio, non dimostrato nel caso di specie, confermando l'orientamento restrittivo della giurisprudenza.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione un avviso di accertamento basato sul redditometro, ha scelto di aderire alla definizione agevolata. A seguito della sua rinuncia al ricorso, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, dimostrando l'efficacia di questo strumento per chiudere le controversie fiscali pendenti.
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Notifica cartella di pagamento: guida alle regole
Una società ha impugnato diverse cartelle di pagamento sostenendo vizi di notifica. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando principi chiave sulla notifica cartella di pagamento. Ha stabilito la validità della consegna a mezzo posta al portiere senza successiva raccomandata informativa e ha chiarito che le irregolarità formali nella notifica via PEC, come l'uso del formato .pdf o l'indirizzo del mittente non presente in pubblici registri, non causano nullità se l'atto ha raggiunto il suo scopo e non è stato provato un pregiudizio al diritto di difesa.
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Annullamento debito: quando il silenzio non basta
Una società ha richiesto l'annullamento automatico di un debito tributario, sostenendo che il mancato riscontro dell'agente della riscossione alla sua istanza di sospensione entro 220 giorni avesse attivato la regola del 'silenzio-assenso'. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: l'annullamento del debito non è automatico se i motivi della richiesta non rientrano tra quelli tassativamente previsti dalla legge o se la questione è già pendente dinanzi a un giudice (sub iudice).
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Sentenza penale e processo tributario: la Cassazione rinvia
Una società, accusata dall'Amministrazione Finanziaria di aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti, vede il proprio caso dinanzi alla Corte di Cassazione rinviato a nuovo ruolo. La decisione scaturisce dalla recente introduzione di una norma che sancisce l'efficacia della sentenza penale nel processo tributario. L'amministratore della società era infatti stato assolto in sede penale per gli stessi fatti con formula piena, e la Corte ha ritenuto necessario approfondire gli effetti di questa novità legislativa sul giudizio in corso.
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Rimborso sisma: negato a non residenti, dice la Cassazione
Un contribuente ha richiesto un rimborso sisma per le imposte versate tra il 1990 e il 1992, in relazione al terremoto in Sicilia del 1990. Sebbene non fosse residente in uno dei comuni designati dal decreto, vi lavorava come dipendente. La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei gradi inferiori, stabilendo che il requisito della residenza è imprescindibile per accedere al beneficio. Ha inoltre chiarito che l'agevolazione per i non residenti è limitata a chi svolge un'attività d'impresa in proprio, escludendo i lavoratori dipendenti. La richiesta di rimborso è stata quindi definitivamente respinta.
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Contraddittorio preventivo: nullo l’avviso senza dialogo
Due soci hanno realizzato una plusvalenza immobiliare pagando un'imposta sostitutiva. L'Agenzia delle Entrate ha riqualificato l'operazione come attività d'impresa, emettendo avvisi di accertamento per maggiori imposte. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali accertamenti, fondati su una presunta elusione fiscale, sono nulli se non preceduti da un formale contraddittorio preventivo con il contribuente, rinviando il caso per la verifica di tale adempimento procedurale.
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Operazioni soggettivamente inesistenti: onere prova
La Corte di Cassazione cassa con rinvio la sentenza di merito in un caso di operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha stabilito che il giudice di secondo grado non ha seguito il principio di diritto precedentemente enunciato, omettendo di valutare se l'assenza di una struttura operativa adeguata del fornitore fosse un elemento sufficiente a escludere la buona fede dell'acquirente nella frode IVA.
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Rimborso sisma Sicilia: stop ai professionisti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30829/2024, ha stabilito che il rimborso sisma Sicilia per le imposte versate nel triennio 1990-1992 è escluso per i professionisti, in quanto la loro attività rientra nella nozione di 'impresa' secondo il diritto europeo e il beneficio è qualificato come aiuto di Stato. La Corte ha cassato la decisione precedente, rinviando il caso per verificare se sussistano le condizioni per l'applicazione delle eccezioni, come gli aiuti 'de minimis'. Viene invece confermato il diritto al rimborso per il coniuge non esercente attività d'impresa.
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Accertamento induttivo: come si calcola il ricarico?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30827/2024, ha respinto il ricorso di un ristoratore contro un accertamento induttivo. I giudici hanno stabilito che, in assenza di scritture contabili attendibili, è corretto per l'Amministrazione Finanziaria ricostruire i ricavi applicando la percentuale di ricarico non solo al costo delle merci, ma a tutti i costi sostenuti per l'offerta del servizio, inclusi servizi e utenze. La decisione si fonda sulla necessità di una ricostruzione completa del volume d'affari dell'impresa.
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