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Diritto Tributario

Rimborso IVA splafonamento: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5778/2024, ha stabilito che un'azienda, qualificata come esportatore abituale, ha diritto al rimborso dell'IVA versata a seguito di un accertamento per superamento del plafond (splafonamento). Una volta che l'imposta, le sanzioni e gli interessi sono stati pagati, negare il recupero dell'IVA costituirebbe una sanzione impropria e violerebbe il principio fondamentale di neutralità dell'imposta, che mira a tassare solo il consumo finale e non le imprese. La Corte ha chiarito che il pagamento sana l'irregolarità e ripristina il diritto del contribuente a detrarre o chiedere a rimborso l'IVA.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario a seguito della richiesta di una società contribuente di avvalersi della definizione agevolata. Il caso riguardava un ricorso dell'Amministrazione Finanziaria per maggiori imposte. La Corte ha confermato che, avendo la società presentato la domanda e pagato gli importi dovuti secondo la legge sulla tregua fiscale, il giudizio doveva essere estinto. È stato inoltre chiarito che il doppio contributo unificato non è dovuto in questi casi.
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Definizione agevolata: estingue il giudizio tributario
Un contribuente impugna un avviso di accertamento IMU. Durante il giudizio in Cassazione, aderisce alla definizione agevolata. La Suprema Corte dichiara estinto il giudizio, poiché l'adesione alla sanatoria implica la rinuncia alla lite.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario riguardante IRES, IVA e IRAP. Il contribuente, durante il giudizio di legittimità, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti, presentando domanda e pagando l'importo dovuto. La Corte ha quindi constatato il venir meno della materia del contendere, estinguendo il giudizio e stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali, escludendo l'applicazione del doppio contributo unificato.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?
Un contribuente ha impugnato alcune cartelle di pagamento basandosi su un estratto di ruolo, sostenendo la mancata notifica e la prescrizione dei crediti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5789/2024, ha respinto il ricorso. La Corte ha stabilito che l'impugnazione dell'estratto di ruolo è inammissibile se il ricorrente non dimostra un pregiudizio specifico e concreto, come l'impossibilità di partecipare a gare d'appalto o la perdita di benefici pubblici, in linea con la recente normativa (art. 12, c. 4 bis, D.P.R. 602/1973).
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Impugnazione tardiva cartella: i termini non si allungano
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5759/2024, ha stabilito che l'impugnazione tardiva di una cartella di pagamento è inammissibile, anche qualora il giudizio sull'atto impositivo presupposto si sia estinto. L'estinzione, infatti, rende definitivo l'accertamento e non giustifica una remissione in termini per l'impugnazione della successiva cartella, i cui termini di ricorso sono autonomi e perentori.
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Valore terreni edificabili: perizia vs Comune
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento ICI relativo al valore di alcuni terreni edificabili, sostenendo che la valutazione del Comune fosse fuori mercato. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale, ha stabilito che una perizia di parte, se ben argomentata, può superare il valore presuntivo determinato dall'ente locale. L'ordinanza chiarisce che né una conciliazione giudiziale per un'annualità diversa né una precedente sentenza sono vincolanti per la determinazione del valore in anni successivi, data la natura variabile del mercato immobiliare.
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Avviso di accertamento: quando è valido senza PVC?
Una società del settore moda, in fallimento, ha impugnato un avviso di accertamento IVA, sostenendo la sua nullità per la mancata allegazione del Processo Verbale di Constatazione (PVC) della Guardia di Finanza. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 5754/2024, ha rigettato il ricorso. La Corte ha stabilito che la mancata allegazione non invalida l'atto se il contribuente era già a conoscenza del contenuto del PVC. Tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli procedurali e probatori, sono stati dichiarati inammissibili, confermando la validità dell'avviso di accertamento.
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Deduzione dei costi: la Cassazione e l’inerenza
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro un'associazione professionale, confermando la legittimità della deduzione dei costi per servizi esternalizzati a una società collegata. La sentenza ribadisce che, a fronte di una prova documentale sufficiente fornita dal contribuente (contratto, incarichi, fatture), spetta all'Ufficio dimostrare l'eventuale antieconomicità o l'abuso del diritto, non essendo sufficiente una generica contestazione sull'inerenza.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un operatore di scommesse estero e del titolare di una ricevitoria italiana, confermando la loro responsabilità solidale per il pagamento dell'imposta unica scommesse relativa all'anno 2011. La Corte ha stabilito che la normativa nazionale che impone tale obbligo anche a soggetti privi di concessione è legittima e compatibile con il diritto europeo, non essendo necessario un rinvio alla Corte di Giustizia UE. Inoltre, è stato chiarito che la mancata traduzione dell'avviso di accertamento non ne determina l'invalidità se il destinatario ha dimostrato di averne compreso il contenuto.
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Accertamento induttivo: il valore del mutuo è prova
Una società di costruzioni contesta un accertamento fiscale basato sulla differenza tra il prezzo di vendita dichiarato di un immobile e il valore più alto del mutuo ottenuto dall'acquirente. La Corte di Cassazione ha confermato la validità dell'accertamento, chiarendo che, sebbene il valore del mutuo non costituisca più una presunzione legale, può essere un elemento chiave in un accertamento induttivo se supportato da altri indizi seri, precisi e concordanti, come perizie bancarie e valori di mercato. Il ricorso della società è stato quindi respinto.
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Inerenza dei costi: la Cassazione conferma la deducibilità
Un'associazione professionale ha dedotto i costi per servizi forniti da una società collegata. L'Amministrazione Finanziaria ha contestato l'inerenza dei costi, sostenendo si trattasse di abuso del diritto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'ente impositore, confermando la valutazione di merito dei giudici precedenti, secondo cui il contribuente aveva adeguatamente provato che i costi erano pertinenti all'attività d'impresa e supportati da valide ragioni economiche, legittimandone così la deduzione.
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Estinzione del giudizio: rinuncia e transazione
Un Comune ha impugnato una sentenza tributaria sfavorevole contro una società fallita in merito al pagamento della Tarsu. Durante il procedimento in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando il Comune a rinunciare formalmente al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese di lite data la natura conciliativa della risoluzione della controversia.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società, in lite con l'Agenzia delle Entrate per un avviso di accertamento fiscale, ha richiesto l'applicazione della definizione agevolata della controversia. La Corte di Cassazione, avendo verificato la presentazione della domanda e il relativo pagamento, ha dichiarato l'estinzione del processo, in conformità con la normativa sulla tregua fiscale.
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Definizione agevolata: estinzione del processo tributario
Un contribuente aveva impugnato un avviso di accertamento ICI fino alla Corte di Cassazione. Durante il giudizio, ha aderito a una definizione agevolata (rottamazione-quater). La Suprema Corte, prendendo atto della scelta, ha dichiarato estinto il processo per cessazione della materia del contendere, poiché l'adesione alla sanatoria implica la rinuncia alla lite. Le spese legali sono state compensate tra le parti.
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Imposta unica scommesse: sanzioni annullate
La Corte di Cassazione interviene sull'imposta unica scommesse, annullando le sanzioni a carico di bookmaker esteri per gli anni antecedenti al 2011. La decisione si fonda sul principio di obiettiva incertezza normativa, che rendeva poco chiara la passività d'imposta prima della legge interpretativa del 2010. Resta ferma la debenza del tributo.
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Estinzione del giudizio tributario: analisi del caso
Una società impugnava dinanzi alla Corte di Cassazione alcuni avvisi di accertamento. Durante il processo, la società ha presentato istanza di definizione agevolata, versando la prima rata. La Corte, in applicazione della normativa sulla tregua fiscale (L. 197/2022), ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario, ponendo fine alla controversia e stabilendo che le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale a causa di una motivazione apparente. Il caso riguardava avvisi di accertamento per l'uso di fatture per operazioni inesistenti. I giudici di secondo grado avevano confermato la pretesa fiscale basandosi su un 'contesto evasivo-elusivo' e 'triangolazioni fraudolente', senza però spiegare il percorso logico che legava questi elementi alla conclusione. La Cassazione ha ritenuto tale ragionamento incomprensibile, cassando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Accertamento fiscale valido senza PVC se noto al contribuente
Una società in fallimento ha impugnato un accertamento fiscale basato su un Processo Verbale di Constatazione (PVC) non allegato all'avviso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la mancata allegazione non invalida l'atto se il contribuente era già a conoscenza del contenuto del PVC. Tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli su presunte violazioni procedurali e sulla valutazione delle prove, sono stati dichiarati inammissibili, confermando la validità dell'operato dell'Agenzia delle Entrate.
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Rinuncia al ricorso: quando diventa inammissibile?
Il caso analizza una controversia fiscale in cui l'Agenzia delle Entrate aveva impugnato una sentenza favorevole a una società. Tuttavia, prima della decisione della Corte di Cassazione, l'Agenzia ha presentato una rinuncia al ricorso. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l'appello inammissibile per sopravvenuto difetto di interesse, confermando la decisione precedente senza entrare nel merito della questione.
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