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Diritto Tributario

Definizione agevolata: estinzione processo tributario
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario relativo a costi di sponsorizzazione contestati. La decisione è seguita all'adesione del contribuente alla definizione agevolata prevista dal D.L. 119/2018. Poiché l'Amministrazione Finanziaria non ha presentato istanza per la prosecuzione del giudizio entro i termini, il processo si è estinto, con spese a carico delle parti che le hanno anticipate.
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Costi infragruppo: come provare la loro deducibilità
Una società si vede negare la deducibilità dei costi infragruppo per servizi di regia. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6099/2024, ha stabilito che la prova della deducibilità può essere fornita tramite un compendio di documenti, inclusi contratto, fatture e relazione di revisione, che dimostrino l'utilità effettiva del servizio per la controllata, non essendo sufficiente la mera fatturazione.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società cooperativa ha impugnato un avviso di accertamento basato su scostamenti dagli studi di settore. Dopo un iter giudiziario che ha visto l'annullamento dell'atto in secondo grado e il ricorso dell'Agenzia delle Entrate in Cassazione, il processo è stato dichiarato estinto. La causa dell'estinzione è stata l'adesione della società alla definizione agevolata delle liti pendenti, con il versamento di un importo ridotto, come previsto dalla normativa sopravvenuta.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione e la lite fiscale
Una società, coinvolta in una lunga controversia fiscale con l'Agenzia delle Entrate per accertamenti su IRES, IVA e IRAP, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti durante il procedimento in Cassazione. Avendo presentato la domanda e pagato l'importo dovuto, la Corte Suprema ha verificato la sussistenza dei presupposti di legge e ha dichiarato l'estinzione del giudizio, stabilendo che le spese legali restassero a carico di chi le aveva anticipate.
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Estinzione del processo: la rinuncia spegne il ricorso
Un contribuente e l'Agenzia delle Entrate rinunciano reciprocamente ai propri ricorsi in Cassazione. La Corte dichiara l'estinzione del processo per cessata materia del contendere, compensando integralmente le spese legali. La decisione si fonda sulla volontà concorde delle parti di porre fine alla lite, confermando l'applicabilità dell'art. 391 c.p.c. in materia di estinzione del processo.
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Presunzione assoluta di inerenza: la Cassazione decide
Una società aveva dedotto costi per sponsorizzazioni a favore di associazioni sportive dilettantistiche, ma l'Agenzia delle Entrate li aveva contestati. La Corte di Cassazione ha confermato che, in presenza di specifici requisiti di legge, tali costi godono di una presunzione assoluta di inerenza. Di conseguenza, l'amministrazione finanziaria non può sindacarne la congruità o l'economicità, rendendoli pienamente deducibili.
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Permuta immobiliare: la Cassazione rinvia il caso
L'Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva parzialmente accolto le ragioni di un contribuente riguardo a un avviso di accertamento per IRPEF, IRAP e IVA. La controversia verte su presunte irregolarità in due cessioni immobiliari, inclusa una complessa operazione di permuta immobiliare. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto le questioni fiscali sollevate, in particolare quelle relative alla permuta di un immobile esistente con uno da costruire, talmente delicate da richiedere una trattazione in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.
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Rinuncia al ricorso: quando il giudizio si estingue
Un contribuente aveva impugnato avvisi di accertamento IMU. Dopo aver presentato ricorso in Cassazione, le parti hanno raggiunto una transazione. Di conseguenza, il ricorrente ha formalizzato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che l'accettazione della rinuncia da parte della controparte esclude la condanna alle spese e il versamento del doppio contributo unificato.
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Rimborso costi fideiussione: sì dalla Cassazione
Una società estera ha richiesto il rimborso dei costi sostenuti per una garanzia fideiussoria, necessaria ad ottenere la restituzione di un credito IVA. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6069/2024, ha accolto il ricorso della società. I giudici hanno stabilito che il diritto al rimborso costi fideiussione è un principio generale, derivante dallo Statuto del Contribuente e dai principi UE di neutralità dell'IVA, e non è limitato ai soli casi successivi a specifiche leggi. La Corte ha chiarito che il contribuente non deve subire un pregiudizio patrimoniale per esercitare il proprio diritto al rimborso del credito d'imposta.
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Estinzione del giudizio: rinuncia e spese compensate
Una società, a seguito di avvisi di accertamento per operazioni inesistenti, aveva impugnato la decisione della Commissione Tributaria Regionale. Giunta in Cassazione, ha presentato rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese tra le parti e chiarendo che, in caso di estinzione, non si applica il raddoppio del contributo unificato.
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Estinzione lite fiscale: il ruolo della sanatoria
Un consorzio cooperativo, in pendenza di un giudizio in Cassazione contro l'Amministrazione Finanziaria per un accertamento IVA, ha aderito alla definizione agevolata. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione lite fiscale, avendo il contribuente provato i versamenti dovuti secondo la sanatoria. Le spese legali sono state compensate tra le parti.
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Estinzione del giudizio: la prima rata non basta
Una società aveva aderito alla definizione agevolata di un debito tributario, pagando la prima rata. La Commissione Tributaria Regionale aveva dichiarato l'estinzione del giudizio in corso. L'Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che l'estinzione del giudizio è subordinata al pagamento integrale di tutte le somme dovute e non al solo versamento della prima rata. Fino al saldo finale, il processo è solo sospeso.
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Diritto di difesa: morte avvocato, rinvio del processo
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio di un processo tributario a causa del decesso dell'unico difensore di una delle parti. La Corte ha stabilito che tale evento lede il diritto di difesa e l'integrità del contraddittorio, rendendo necessario concedere alla parte il tempo per nominare un nuovo legale, anche se la notizia del decesso non è emersa dalle notifiche formali.
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Estinzione del giudizio tributario: definizione lite
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario relativo a un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA. La decisione è stata presa dopo che la società contribuente ha aderito alla definizione agevolata della lite, come confermato dall'Agenzia delle Entrate. Di conseguenza, il processo si è concluso senza una decisione nel merito, con spese a carico delle parti che le hanno anticipate.
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Autotutela fiscale e sanzioni: modifica legittima
Una società riceveva un avviso di accertamento per indebita detrazione IVA. Durante il contenzioso, l'Agenzia delle Entrate, applicando una nuova legge più favorevole, emetteva un atto di autotutela fiscale, annullando il recupero dell'imposta ma ricalcolando le sanzioni. La Commissione Tributaria Regionale aveva considerato tale atto come un nuovo provvedimento illegittimo perché tardivo. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, chiarendo che si trattava di una legittima modifica della pretesa originaria e non di una sua sostituzione, in piena conformità con il principio del favor rei.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo
Un'ordinanza della Corte di Cassazione analizza gli effetti della rinuncia al ricorso in materia tributaria. A seguito di un accordo di conciliazione con l'Agenzia delle Entrate, un imprenditore ha rinunciato al proprio ricorso. La Corte, prendendo atto della rinuncia formalmente accettata dalla controparte, ha dichiarato l'estinzione del processo, senza disporre sulle spese e escludendo l'obbligo di versare il doppio del contributo unificato.
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Definizione agevolata liti: estinzione processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un processo tributario riguardante un avviso di accertamento. La decisione è scaturita dalla richiesta di definizione agevolata liti presentata dal contribuente. Poiché nessuna delle parti ha richiesto la trattazione del caso entro il termine previsto dalla legge, il procedimento si è automaticamente estinto, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Definizione agevolata liti: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario riguardante un recupero IVA. La decisione è seguita all'adesione del contribuente alla definizione agevolata liti pendenti, come previsto dalla Legge n. 197/2022. La Corte ha confermato che il versamento della prima rata è sufficiente per chiudere il contenzioso, con spese legali a carico di chi le ha anticipate.
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Accertamenti bancari: la prova contro il Fisco
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento fondato su presunzioni legate a movimentazioni bancarie non giustificate. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che, in tema di accertamenti bancari, la prova fornita dal contribuente deve essere analitica e rigorosa. Una scrittura privata di finanziamento, non supportata da ulteriori elementi e prodotta tardivamente, è stata ritenuta insufficiente a superare la presunzione legale di reddito non dichiarato.
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Inerenza dei costi: onere della prova sul contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6061/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia fiscale: l'onere della prova sull'inerenza dei costi deducibili grava sempre sul contribuente. Il caso riguardava una società a cui l'Agenzia delle Entrate aveva contestato la deducibilità di alcuni costi. La Commissione Tributaria Regionale aveva erroneamente focalizzato il giudizio sulla presunta inesistenza delle operazioni, anziché sulla loro inerenza. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, chiarendo che, a fronte di una contestazione sulla certezza e inerenza, spetta al contribuente dimostrare la legittimità della deduzione, e non all'amministrazione finanziaria provare l'inesistenza dell'operazione.
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