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Diritto Tributario

Rimborso IVA: errore in dichiarazione costa caro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7862/2024, ha negato il rimborso IVA a un contribuente a causa di un errore nella compilazione della dichiarazione. Aver indicato il credito in compensazione (colonna 4 del quadro RX) invece che a rimborso (colonna 3) non manifesta la volontà di incassare la somma. Di conseguenza, per una successiva richiesta di rimborso si applica il termine di decadenza biennale e non quello di prescrizione decennale, rendendo la richiesta tardiva e infondata.
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Litisconsorte necessario: il terzo pignorato è parte
Una società tecnologica si opponeva a un pignoramento presso terzi avviato dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione, rilevando d'ufficio un vizio procedurale, ha annullato le sentenze di merito. Il motivo è la mancata partecipazione al giudizio del terzo pignorato (le banche), considerato litisconsorte necessario. Il processo dovrà ricominciare da capo con la corretta inclusione di tutte le parti.
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Responsabilità spedizioniere: quando è esclusa?
Un centro di assistenza doganale ha impugnato avvisi di accertamento per importazioni sottovalutate. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, definendo i limiti della responsabilità spedizioniere doganale. La Corte ha stabilito che la procedura domiciliata non comporta automaticamente una rappresentanza indiretta e la conseguente responsabilità solidale. Ha inoltre ribadito l'illegittimità dell'uso di banche dati interne da parte delle Dogane per la rettifica del valore, se non vengono prima applicati i metodi di valutazione normativamente previsti in sequenza. Infine, ha specificato che la responsabilità dello spedizioniere richiede la prova di una sua partecipazione attiva e consapevole all'irregolarità.
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Responsabilità soci dopo estinzione: parola alle S.U.
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio sulla responsabilità dei soci per debiti fiscali di una società estinta. Il caso riguarda un accertamento per maggiori redditi derivanti da una cessione immobiliare. Le corti di merito avevano escluso la responsabilità dei soci in assenza di prove di distribuzione di utili dal bilancio finale di liquidazione. L'Amministrazione Finanziaria ha impugnato tale decisione, sostenendo che il bilancio finale non può limitare l'azione del fisco in caso di attivi non dichiarati. In attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite su una questione analoga, la Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo.
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Deducibilità perdite su crediti: i chiarimenti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7885/2024, ha chiarito le condizioni per la deducibilità perdite su crediti. Una società aveva dedotto perdite tramite note di credito, ma l'Agenzia delle Entrate ha contestato l'operazione. Dopo due sentenze favorevoli al contribuente, la Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che la semplice emissione di una nota di credito non basta. Il contribuente deve dimostrare le ragioni sostanziali che giustificano la perdita, come una transazione, una remissione motivata o l'esito infruttuoso di azioni di recupero.
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Rapporto OLAF: piena prova per i dazi doganali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7848/2024, ha confermato la piena valenza probatoria del rapporto OLAF in un caso di recupero di dazi doganali. Una società importatrice aveva beneficiato di dazi ridotti dichiarando un'origine errata per le merci. A seguito di un'indagine OLAF, l'Agenzia delle Dogane ha recuperato le maggiori imposte. La Corte ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che le risultanze OLAF costituiscono piena prova fino a prova contraria, che deve essere fornita dal contribuente. È stato inoltre chiarito che la buona fede dell'importatore non è sufficiente per l'esenzione dal pagamento, essendo necessario dimostrare un errore attivo e non rilevabile da parte dell'autorità doganale.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione e la rottamazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale relativa all'imposta di registro. La decisione segue l'adesione della società contribuente alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. Poiché la società ha presentato istanza, pagato la rata e rinunciato al giudizio, la Corte ha concluso che il procedimento si è perfezionato, portando alla sua estinzione e stabilendo che ogni parte debba sostenere le proprie spese legali.
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Cessazione materia del contendere: il caso del socio
L'ordinanza analizza un caso di accertamento IVA a carico degli ex soci di una società cancellata. La Corte di Cassazione ha dichiarato la cessazione della materia del contendere per tutti i ricorrenti dopo che uno di loro ha aderito alla definizione agevolata della lite. La decisione si fonda sul principio della coobbligazione solidale, secondo cui il pagamento effettuato da un debitore estingue l'obbligazione per tutti gli altri.
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Valore in dogana: quando le royalties aumentano i dazi
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una corte tributaria regionale, stabilendo che per calcolare correttamente il valore in dogana, i giudici devono esaminare attentamente le clausole contrattuali per verificare se il pagamento delle royalties costituisce una 'condizione di vendita'. Il caso riguardava una società di spedizioni, rappresentante indiretto di un importatore di beni di marca, a cui erano stati contestati maggiori dazi. La Corte ha ritenuto l'analisi precedente superficiale e ha rinviato il caso per una nuova valutazione delle prove contrattuali.
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Estinzione del giudizio: l’accordo chiude la lite
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale tra un'azienda di energia rinnovabile e l'Agenzia delle Dogane. La decisione segue la rinuncia al ricorso da parte della società, avvenuta nel contesto di un accordo di ristrutturazione dei debiti che risolveva tutte le pendenze, comprese quelle fiscali. La Corte ha compensato le spese e ha escluso l'obbligo di versare il doppio del contributo unificato, data la natura dell'estinzione del giudizio.
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Rappresentante doganale indiretto: la sua responsabilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7830/2024, ha chiarito la portata della responsabilità del rappresentante doganale indiretto. In caso di dichiarazioni errate fornite dall'importatore, non è sufficiente per il rappresentante invocare la buona fede o l'aver seguito le istruzioni ricevute. Spetta al professionista dimostrare di aver agito con la diligenza qualificata richiesta dal suo ruolo, che include un dovere di verifica delle informazioni. La Corte ha ribaltato la decisione di merito, affermando che l'onere della prova dell'assenza di colpa grava sul rappresentante doganale e non sull'amministrazione finanziaria.
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Accertamento sintetico: calcolo illogico del giudice
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di secondo grado che aveva dato ragione a un contribuente sottoposto ad accertamento sintetico. La motivazione della Cassazione risiede nella palese illogicità e perplessità del calcolo matematico utilizzato dai giudici d'appello per giustificare le spese del contribuente, rendendo di fatto la loro decisione priva di un valido supporto logico. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Notifica cartella: inammissibile ricorso con rinuncia
Una società ha contestato un avviso di pagamento sostenendo che la notifica della cartella esattoriale originaria fosse avvenuta a un indirizzo non più attuale. Durante il giudizio in Cassazione, la società ha comunicato di voler rinunciare al ricorso a seguito dell'adesione a una definizione agevolata. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuto difetto di interesse, non potendo dichiarare l'estinzione del giudizio per mancanza di prove sull'adesione alla sanatoria. Le spese processuali sono state compensate.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio contro l'Agenzia delle Entrate per un accertamento fiscale, ricorre in Cassazione. Durante il processo, aderisce alla definizione agevolata della lite, pagando quanto dovuto. La Corte di Cassazione, preso atto dell'adesione e della conseguente rinuncia al ricorso, dichiara l'estinzione del giudizio e la cessazione della materia del contendere, stabilendo che ogni parte debba sostenere le proprie spese legali.
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Prova contraria redditometro: come difendersi
Un contribuente ha ricevuto un accertamento fiscale basato sul cosiddetto 'redditometro' a causa dell'acquisto e mantenimento di un'auto di grossa cilindrata, ritenuti incompatibili con il reddito dichiarato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7861/2024, ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso dell'Agenzia delle Entrate. Il punto centrale è la natura della prova contraria redditometro: la Corte ha stabilito che per annullare l'accertamento non è necessario dimostrare che specifici redditi esenti siano stati usati per coprire le spese contestate, ma è sufficiente provare, con idonea documentazione (come estratti conto), la disponibilità di tali somme nel periodo di riferimento. Nel caso di specie, il supporto economico dei familiari conviventi è stato ritenuto prova adeguata.
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Decadenza TARSU: quando scade il potere di accertamento?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7824/2024, ha chiarito i termini per la decadenza TARSU. In caso di omessa dichiarazione per un'occupazione preesistente all'anno d'imposta, il termine di decadenza quinquennale per l'accertamento decorre dal 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione doveva essere presentata (entro il 20 gennaio dello stesso anno d'imposta). Nel caso di specie, un avviso di accertamento per il 2011 notificato a fine 2017 è stato ritenuto tardivo, confermando l'estinzione del potere impositivo dell'ente.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Una contribuente impugna due avvisi di accertamento IRPEF. La Commissione Tributaria Regionale annulla l'avviso per il 2007 ma conferma quello per il 2008. In Cassazione, la contribuente aderisce alla definizione agevolata per l'anno 2008. La Suprema Corte rileva d'ufficio il giudicato interno sull'annullamento del 2007 (non impugnato dall'Agenzia) e dichiara estinto il processo per il 2008 a seguito della definizione agevolata, chiudendo così l'intera controversia.
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Dazio antidumping: la prova spetta all’importatore
Una società importatrice di lampade si è opposta al pagamento di un maggior dazio antidumping, sostenendo la validità dei certificati di origine e la propria buona fede. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'onere di provare i presupposti per l'esenzione dal dazio spetta interamente all'importatore, specialmente in presenza di indagini OLAF che accertano una diversa provenienza della merce.
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Valore in dogana royalties: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7865/2024, ha stabilito che le royalties pagate per l'uso di un marchio devono essere incluse nel valore imponibile della merce importata se il loro pagamento costituisce una 'condizione della vendita'. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva escluso tale inclusione senza un'adeguata analisi delle clausole contrattuali, sottolineando l'importanza di verificare il legame tra l'acquisto dei beni e il pagamento dei diritti di licenza per determinare il corretto valore in dogana royalties. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Redditometro: la Cassazione sulla prova contraria
Una contribuente contesta un avviso di accertamento basato sul redditometro per il possesso di un'auto e di una casa. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il redditometro istituisce una presunzione legale. Di conseguenza, spetta al contribuente l'onere di dimostrare, con prove documentali, che le spese sono state sostenute con redditi non imponibili o esenti, invertendo così il normale onere probatorio.
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