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Diritto Tributario

Onere della prova: Cassazione agevolazioni fiscali
Una società energetica ha tentato di modificare una dichiarazione dei redditi per usufruire di un'agevolazione fiscale non richiesta in precedenza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'onere della prova per dimostrare il possesso dei requisiti necessari per il beneficio fiscale ricade interamente sul contribuente. La semplice presentazione di una dichiarazione sostitutiva è stata ritenuta insufficiente, consolidando un principio fondamentale del diritto tributario.
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Compensazione spese processuali: i limiti del giudice
Una contribuente vince una causa contro un Comune per un fermo amministrativo illegittimo. Nonostante la vittoria, i giudici di primo e secondo grado dispongono la compensazione delle spese processuali adducendo motivazioni generiche come la "parvità della materia". La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della contribuente, stabilendo che la compensazione spese processuali è consentita solo per ragioni gravi ed eccezionali, espressamente motivate. La scarsa importanza economica o la facilità della causa non rientrano in tali ragioni, ma possono al massimo influenzare l'importo da liquidare, non azzerarlo.
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Onere della prova TARI: la denunzia è essenziale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda contro un avviso di pagamento TARI. La Corte ha stabilito che per ottenere l'esenzione per le aree in cui si producono rifiuti speciali, il contribuente ha l'onere della prova e deve presentare una specifica denunzia formale al Comune. Documenti alternativi come perizie tecniche, anche se non contestati, non sono sufficienti a sostituire questo adempimento. La sentenza chiarisce che il giudizio di legittimità non può rivalutare le prove nel merito.
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Agevolazioni prima casa: quando la dichiarazione è falsa?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29262/2025, ha stabilito che la revoca delle agevolazioni prima casa non è automatica se il contribuente possiede un altro immobile nello stesso Comune. La dichiarazione di non possedere altri immobili è considerata mendace, e quindi sanzionabile, solo se l'immobile pre-posseduto era concretamente idoneo a soddisfare le esigenze abitative del contribuente. La Corte ha cassato la sentenza di merito che si era limitata a constatare la mera proprietà senza valutare l'effettiva idoneità dell'abitazione.
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Pertinenza Fiscale: la distanza esclude le agevolazioni?
Un contribuente si è visto negare l'agevolazione fiscale "prezzo-valore" per l'acquisto di un terreno situato a 500 metri dalla sua abitazione principale. L'Agenzia delle Entrate e le corti di merito hanno escluso la natura di pertinenza fiscale a causa della distanza. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione sul merito della questione a causa di un vizio di notifica, senza ancora pronunciarsi sul criterio della distanza per definire la pertinenza fiscale.
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Notifica atti: contestazione delle copie in giudizio
Un contribuente impugnava un avviso di intimazione sostenendo la mancata notifica degli atti presupposti. L'Agente della Riscossione produceva in giudizio le copie delle relate di notifica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la contestazione della conformità di tali copie all'originale, per essere efficace, deve essere specifica e non generica. Una semplice affermazione di non conformità o la segnalazione di macchie o timbri illeggibili non è sufficiente a invalidare la prova, potendo il giudice comunque accertarne la validità tramite altri elementi, incluse le presunzioni. Il ricorso del contribuente è stato quindi respinto, confermando che la notifica atti era da considerarsi valida.
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Decadenza accertamento TARI: dichiarazione e termini
Un avviso di accertamento TARI emesso da un Comune è stato annullato perché notificato oltre i termini di legge. La Corte di Cassazione, confermando la decisione, ha ribadito la cruciale distinzione per la decadenza accertamento TARI: se la dichiarazione è stata presentata (anche se infedele), il termine di 5 anni decorre dall'anno di presentazione; se è stata omessa, decorre dall'anno in cui andava presentata. In questo caso, essendo stata presentata, l'accertamento era tardivo.
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Autosufficienza del ricorso: notifica e inammissibilità
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento sostenendo la falsità della firma sulla ricevuta di notifica. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per violazione del principio di autosufficienza del ricorso, poiché l'atto di notifica contestato non era stato trascritto integralmente. Questa omissione ha impedito alla Corte di valutare la modalità di notifica e, di conseguenza, la fondatezza dei motivi di appello.
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Motivazione avviso accertamento TARI: i requisiti
Un Comune ha impugnato in Cassazione la sentenza che annullava un avviso di accertamento TARI per difetto di motivazione. La Corte Suprema ha accolto il ricorso, chiarendo che la motivazione avviso accertamento è sufficiente se indica i criteri di calcolo della pretesa, permettendo al contribuente di difendersi. La prova effettiva dei fatti, invece, attiene alla successiva fase del giudizio e non alla validità dell'atto iniziale. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente, affermando che confondere i due piani costituisce un errore di diritto.
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Rimessione in termini: quando la richiesta è tardiva
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente, confermando l'inammissibilità del suo appello fiscale. Nonostante il grave impedimento del difensore, la richiesta di rimessione in termini è stata giudicata tardiva perché non presentata con immediatezza alla cessazione della causa ostativa, ma solo nel successivo grado di giudizio.
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Esenzione TARI rifiuti speciali: quando vale?
Una società ha richiesto l'esenzione TARI per rifiuti speciali basandosi su una precedente sentenza e su una perizia. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che una decisione favorevole su un tributo periodico come la TARI non si estende automaticamente agli anni successivi, poiché la superficie produttiva di rifiuti speciali è un dato variabile. Inoltre, ha ribadito che per ottenere l'esenzione TARI per rifiuti speciali non è sufficiente una prova in giudizio, ma è necessaria una specifica e tempestiva denuncia al Comune, che costituisce un onere per il contribuente.
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Riduzione TARI: spetta per servizio di raccolta parziale
La Corte di Cassazione conferma che la riduzione TARI spetta di diritto quando il servizio di raccolta rifiuti non viene effettuato concretamente in una specifica zona, anche se formalmente istituito. Nel caso analizzato, una società ha ottenuto la riduzione della tassa poiché la raccolta avveniva solo nelle aree esterne alla sua proprietà e non all'interno. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, ribadendo che la riduzione è automatica (ope legis) e non necessita di una specifica previsione regolamentare. Il contribuente deve solo provare la mancata o parziale erogazione del servizio per vedersi riconosciuto il diritto.
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Ammissibilità appello tributario: la prova della notifica
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, affronta un caso relativo all'accertamento di utili extracontabili a un socio di una S.r.l. Il punto cruciale è l'ammissibilità dell'appello tributario dell'Agenzia delle Entrate, contestata dal contribuente per la mancata prova della data di notifica. La Corte, ritenendo la questione assorbente, ha sospeso la decisione per acquisire i fascicoli di merito e verificare il rispetto dei termini procedurali.
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Omesso esame fatto decisivo: Cassazione annulla sentenza
Un comune ha impugnato una sentenza di secondo grado che annullava un avviso di accertamento TARI per mancata prova della notifica. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, rilevando che i giudici d'appello avevano commesso un errore per omesso esame di un fatto decisivo. La prova della notifica, infatti, era presente agli atti fin dal primo grado ma era stata erroneamente ignorata. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame che tenga conto della documentazione trascurata.
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Accertamento induttivo costi: deduzione forfettaria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29192/2025, ha stabilito un principio cruciale in materia di accertamento induttivo costi. In caso di accertamento fiscale basato su indagini bancarie che rileva maggiori ricavi, è obbligatorio riconoscere e dedurre i costi, anche in via forfettaria, per rispettare il principio di capacità contributiva. La Corte ha cassato la sentenza di merito che negava tale deduzione, rinviando il caso per un nuovo esame che applichi questo fondamentale principio.
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Ammissione con riserva: l’interesse del curatore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29245/2025, ha stabilito che la curatela fallimentare ha un concreto interesse a proseguire un giudizio tributario per l'annullamento di una cartella di pagamento, anche se il credito è già stato insinuato al passivo. La decisione si fonda sul fatto che l'ammissione con riserva del credito, in attesa dell'esito della causa, rende la pronuncia del giudice tributario decisiva: una vittoria della curatela comporterebbe l'esclusione definitiva del debito dal passivo fallimentare. La Corte ha quindi respinto il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, che sosteneva la carenza di interesse della curatela.
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Avviso di accertamento: la motivazione per relationem
Una società ha impugnato un avviso di accertamento basato su un verbale della Guardia di Finanza che contestava ricavi non dichiarati, scoperti tramite dati informatici. La società lamentava la mancanza di motivazione e la violazione del contraddittorio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'avviso di accertamento è legittimo se fa riferimento a un verbale già noto al contribuente (motivazione per relationem), poiché tale modalità non lede il diritto di difesa. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza impugnata sufficiente e non apparente, confermando la validità dell'atto fiscale.
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Decadenza accertamento: la Cassazione chiarisce
Una società a responsabilità limitata e i suoi soci sono stati oggetto di un accertamento fiscale. La Commissione Tributaria Regionale ha annullato gli atti, rilevando d'ufficio la decadenza dell'azione accertatrice dell'amministrazione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione per quanto riguarda la società, stabilendo un principio fondamentale: la decadenza accertamento è un'eccezione che deve essere sollevata esplicitamente dal contribuente e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. Il processo per i soci è stato dichiarato estinto a seguito di una definizione agevolata. La causa della società è stata rinviata per un nuovo esame.
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Ricorso improcedibile: le conseguenze del mancato deposito
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso improcedibile a causa del mancato deposito dell'atto nei termini di legge. La vicenda, nata da una controversia sulla TARI, vede una società balneare soccombere per un vizio procedurale. La decisione chiarisce che il mancato deposito rende l'impugnazione inesaminabile nel merito e provoca l'inefficacia del ricorso incidentale proposto dalla controparte. La società ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese legali e al versamento di un ulteriore contributo unificato.
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Agevolazione Tremonti Ambiente: Calcolo e Costi
Una società S.r.l. ha richiesto l'agevolazione Tremonti Ambiente per un investimento in un impianto fotovoltaico. L'Agenzia delle Entrate ha contestato il calcolo del beneficio. La Corte di Cassazione, applicando il Regolamento UE 800/2008, ha stabilito che dal calcolo del sovraccosto agevolabile devono essere esclusi i vantaggi operativi (profitti). La Corte ha inoltre confermato che le quote di ammortamento non possono essere dedotte, in quanto ciò costituirebbe una duplicazione del beneficio fiscale.
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