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Diritto personale di godimento: esenzione ICI confermata

Una società di trasporti impugna un avviso di accertamento ICI per immobili usati per il servizio pubblico. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che il contratto con l’ente regionale configurava un diritto personale di godimento, non un diritto reale. Pertanto, la società non era il soggetto passivo del tributo.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Diritto Personale di Godimento: Quando l’Uso di un Immobile Non Comporta il Pagamento dell’ICI

La distinzione tra diritti reali e diritti personali è uno dei pilastri del nostro ordinamento giuridico, con implicazioni significative anche in ambito fiscale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di ICI (oggi IMU), chiarendo quando l’utilizzo di un immobile non configura il presupposto per il pagamento dell’imposta. Il caso esaminato ruota attorno al concetto di diritto personale di godimento, dimostrando come la natura del rapporto contrattuale sia decisiva per individuare il corretto soggetto passivo del tributo.

I Fatti del Caso: Una Società di Trasporti e l’Accertamento ICI

Una società che gestisce servizi di trasporto pubblico ferroviario e automobilistico ha ricevuto un avviso di accertamento per l’ICI relativa all’anno 2009 da parte di un Comune. L’imposta era stata richiesta per alcuni immobili (iscritti in catasto nelle categorie D/07 e D/08) di proprietà della Regione, che la società utilizzava per l’erogazione del servizio pubblico in base a un contratto specifico. La società ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere il soggetto passivo dell’imposta, in quanto il suo diritto sugli immobili non era un diritto reale (come la proprietà o l’uso), ma un semplice diritto personale derivante dal contratto di servizio. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, la società ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, annullando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e, decidendo nel merito, ha annullato l’avviso di accertamento originario. I giudici supremi hanno stabilito che il rapporto tra la Regione e la società di trasporti non configurava un diritto reale d’uso sugli immobili, bensì un diritto personale di godimento. Di conseguenza, la società non poteva essere considerata soggetto passivo ai fini ICI.

Le Motivazioni: Analisi sul Diritto Personale di Godimento e ICI

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi della normativa ICI e della natura del contratto stipulato tra le parti.

Distinzione Cruciale: Diritto Reale vs. Diritto Personale

Il punto centrale della controversia risiede nella differenza tra diritto reale e diritto personale. La normativa sull’ICI (D.Lgs. 504/1992) individua come soggetti passivi del tributo i proprietari degli immobili o i titolari di diritti reali quali usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie. Il “possesso” rilevante ai fini fiscali è, quindi, quello che si fonda su un diritto reale.

Un diritto personale di godimento, come quello derivante da un contratto di locazione o, come in questo caso, da un contratto di servizio, non trasferisce un potere diretto e assoluto sul bene, ma crea unicamente un rapporto obbligatorio tra le parti. Il titolare di tale diritto ha una mera disponibilità materiale del bene, funzionale a uno scopo specifico e limitata dalle clausole contrattuali.

L’Interpretazione del Contratto di Servizio

Analizzando il contratto tra la Regione e la società, la Cassazione ha evidenziato diversi elementi che escludevano la configurazione di un diritto reale:

1. Uso Strumentale: L’utilizzo degli immobili era strettamente legato e funzionale all’esercizio del servizio di trasporto pubblico.
2. Limiti Contrattuali: La società non poteva godere degli immobili in modo pieno e incondizionato, ma solo per le finalità previste dal contratto.
3. Reversibilità: Il contratto prevedeva l’obbligo per la società di restituire immediatamente i beni alla Regione in caso di subentro di un’altra impresa o alla scadenza del contratto.

Queste clausole dimostravano che l’intenzione delle parti non era quella di costituire un diritto reale d’uso, bensì di concedere un diritto personale, limitato nel tempo e nello scopo.

L’Errore della Commissione Tributaria Regionale

La Corte Suprema ha censurato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano erroneamente qualificato il rapporto come una “concessione di aree demaniali”. La Cassazione ha chiarito che si trattava, invece, di una concessione di servizio pubblico, all’interno della quale era previsto un diritto d’uso strumentale sui beni. Tale diritto, per le sue caratteristiche di limitatezza e finalizzazione, non poteva che avere natura personale e obbligatoria, escludendo così la società dal novero dei soggetti passivi ICI.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Essa ribadisce che, per determinare chi deve pagare l’ICI/IMU, non è sufficiente verificare chi ha la disponibilità materiale di un immobile, ma è necessario analizzare il titolo giuridico alla base di tale disponibilità. Un’impresa che utilizza beni pubblici in base a un contratto di servizio, con vincoli stringenti sull’uso e obbligo di restituzione, è titolare di un diritto personale di godimento e non di un diritto reale. Pertanto, il soggetto passivo dell’imposta rimane l’ente pubblico proprietario e non l’impresa concessionaria del servizio.

Chi è tenuto a pagare l’ICI (oggi IMU) su un immobile?
Secondo la legge, sono tenuti al pagamento il proprietario dell’immobile o il titolare di un diritto reale su di esso, come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie.

Una società che usa beni di un ente pubblico per fornire un servizio deve pagare l’ICI?
No, non se il contratto di servizio le conferisce un diritto personale di godimento. Se l’uso dei beni è strettamente funzionale al servizio, limitato nel tempo e nello scopo e non conferisce un potere pieno e incondizionato, la società non è considerata soggetto passivo dell’imposta.

Qual è la differenza fondamentale tra diritto reale d’uso e diritto personale di godimento ai fini fiscali?
Il diritto reale d’uso attribuisce un potere diretto e opponibile a tutti sul bene ed è un presupposto per l’applicazione dell’ICI. Il diritto personale di godimento, invece, nasce da un contratto, crea un’obbligazione solo tra le parti e non è sufficiente a far sorgere l’obbligo di pagare l’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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