LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Difesa in giudizio Agenzia Entrate: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la difesa in giudizio Agenzia Entrate Riscossione tramite un avvocato del libero foro è valida nei giudizi di appello tributario. La Corte ha annullato la decisione di una Commissione Tributaria Regionale che aveva dichiarato inammissibile l’appello dell’Agenzia per un presunto vizio di rappresentanza, chiarendo che le convenzioni esistenti consentono tale scelta senza la necessità di una delibera specifica. Il caso è stato rinviato per l’esame del merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Difesa in Giudizio Agenzia Entrate: la Cassazione fa chiarezza sulla rappresentanza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante la difesa in giudizio Agenzia Entrate Riscossione. La Suprema Corte ha chiarito le regole sulla possibilità per l’Ente di avvalersi di avvocati del libero foro, anziché dell’Avvocatura dello Stato, nei giudizi di appello tributario, annullando una decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile il ricorso dell’Agenzia proprio per questo motivo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un atto di pignoramento presso terzi da parte di un contribuente. L’atto era stato emesso dall’Agente della riscossione per il recupero di crediti derivanti da quindici cartelle di pagamento non saldate. Il contribuente sosteneva che il credito tributario fosse estinto per prescrizione quinquennale, e la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) di Isernia gli dava ragione, accogliendo il suo ricorso.

L’Agente della riscossione proponeva appello, sostenendo la natura decennale del termine di prescrizione e l’avvenuta interruzione dello stesso tramite la notifica di atti intermedi. Il contribuente, a sua volta, presentava appello incidentale.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) del Molise, tuttavia, non è mai entrata nel merito della questione. I giudici d’appello hanno dichiarato l’appello principale dell’Agenzia delle entrate – Riscossione (subentrata all’originario Agente) inammissibile per una ragione puramente procedurale. Secondo la CTR, la costituzione in giudizio dell’Agenzia era affetta da una nullità insanabile perché era avvenuta tramite un avvocato del libero foro senza che fossero stati prodotti l’atto organizzativo e la delibera che giustificassero la necessità di ricorrere a una difesa esterna all’Avvocatura dello Stato.

Le motivazioni della Cassazione sulla difesa in giudizio Agenzia Entrate

L’Amministrazione finanziaria ha impugnato la sentenza della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione dei giudici d’appello, fornendo un’interpretazione chiara delle norme che regolano la rappresentanza legale dell’Ente.

Il punto centrale della decisione è che la difesa in giudizio Agenzia Entrate e Agenzia Entrate – Riscossione è disciplinata da specifiche convenzioni con l’Avvocatura dello Stato. Queste convenzioni prevedono che, per il contenzioso tributario di merito (primo grado e appello), le Agenzie sono esentate dal ricorrere alla difesa erariale e possono avvalersi di avvocati del libero foro. Questa possibilità non richiede l’adozione di una delibera specifica o altre formalità particolari.

La situazione è diversa per i giudizi di legittimità, cioè quelli che si svolgono davanti alla stessa Corte di Cassazione. In questi casi, la difesa è espressamente riservata all’Avvocatura dello Stato, e il ricorso a un avvocato esterno è un’eccezione che deve essere giustificata da precise condizioni (come un conflitto di interessi, l’indisponibilità dell’Avvocatura o un’apposita delibera). La CTR ha quindi commesso un errore applicando al giudizio di appello delle regole previste per il solo giudizio di Cassazione. Di conseguenza, la procura conferita dall’Agenzia all’avvocato privato per il giudizio di appello era perfettamente valida.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha un’importante implicazione pratica: sancisce la legittimità della prassi dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione di farsi rappresentare da avvocati del libero foro nei giudizi di merito tributario. La Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Commissione Tributaria Regionale del Molise, che dovrà, in diversa composizione, finalmente esaminare il merito della controversia, ovvero la questione della prescrizione del credito tributario. La decisione assicura che questioni procedurali non impediscano la valutazione sostanziale dei diritti e degli obblighi delle parti coinvolte.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può farsi difendere da un avvocato privato nei giudizi di appello tributario?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in base alle convenzioni con l’Avvocatura dello Stato, l’Agenzia può ricorrere al patrocinio di avvocati del libero foro nei giudizi di merito (primo grado e appello) senza necessità di una specifica delibera o di particolari formalità.

Perché la Commissione Tributaria Regionale aveva dichiarato inammissibile l’appello dell’Agenzia?
La Commissione aveva ritenuto nulla la costituzione in giudizio dell’Agenzia perché, essendo rappresentata da un avvocato privato, non aveva prodotto l’atto organizzativo e la delibera che, a suo dire, erano necessari per dimostrare la necessità di non avvalersi dell’Avvocatura dello Stato.

Cosa succede quando un appello viene dichiarato inammissibile per una questione procedurale senza esaminare il merito?
La Cassazione ha affermato che quando un giudice dichiara l’inammissibilità, si spoglia del potere di decidere nel merito. Se la Cassazione annulla tale statuizione di inammissibilità, come in questo caso, la causa viene rinviata al giudice precedente, il quale dovrà procedere a un nuovo esame che entri nel vivo della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati