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Detrazione risparmio energetico: sì anche per immobili

Un contribuente si è visto negare la detrazione per spese di risparmio energetico sostenute dalla società immobiliare che gli ha venduto l’immobile. L’Agenzia delle Entrate riteneva che il beneficio non si applicasse agli immobili ‘merce’ delle imprese. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la detrazione risparmio energetico spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società immobiliari, senza distinzioni sulla natura dell’immobile, confermando così il diritto del contribuente.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione Risparmio Energetico: Via Libera Anche per le Società Immobiliari

Con la recente ordinanza n. 16259/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di detrazione risparmio energetico, estendendone l’applicabilità anche alle società immobiliari per gli interventi realizzati sui cosiddetti ‘beni merce’, ovvero gli immobili destinati alla vendita. Questa decisione rafforza la finalità della norma, volta a incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale, senza esclusioni soggettive od oggettive ingiustificate.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un contribuente che, nella sua dichiarazione dei redditi per l’anno 2008, aveva portato in detrazione le spese per interventi di riqualificazione energetica. Tali interventi erano stati eseguiti dalla società immobiliare che gli aveva successivamente venduto l’immobile. L’Agenzia delle Entrate, attraverso un controllo automatizzato, aveva recuperato a tassazione la somma, sostenendo che l’agevolazione non fosse applicabile. La tesi dell’Ufficio si basava sul presupposto che l’immobile in questione, per la società venditrice, non avesse natura strumentale ma costituisse un ‘bene merce’, e che pertanto la società stessa non avesse diritto al beneficio, precludendolo di conseguenza anche all’acquirente finale.
Il contribuente ha impugnato la cartella di pagamento, ottenendo una prima vittoria presso la Commissione tributaria provinciale. Tuttavia, la Commissione tributaria regionale, in appello, ha riformato la decisione, accogliendo la tesi dell’Agenzia delle Entrate e negando l’applicabilità dell’agevolazione.

La Questione Giuridica e l’Analisi della Corte

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, incentrandosi su un’unica questione cruciale: la detrazione risparmio energetico prevista dalla Legge Finanziaria 2007 (L. n. 296/2006) spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, come le società immobiliari, per gli interventi realizzati su edifici destinati alla vendita?
Il ricorrente ha lamentato la violazione e falsa applicazione delle norme fiscali, sostenendo che la Commissione tributaria regionale avesse errato nell’interpretare restrittivamente la portata del beneficio, escludendo di fatto una vasta categoria di immobili e soggetti economici dalla sua applicazione.

L’Applicazione della detrazione risparmio energetico secondo la Cassazione

La Corte Suprema ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza impugnata e decidendo la causa nel merito. I giudici hanno riaffermato un orientamento ormai consolidato secondo cui il beneficio fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici ha una portata generale e si applica anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società che svolgono attività di locazione o compravendita immobiliare.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica della norma. La legge non pone limitazioni di carattere soggettivo (chi può beneficiare) né oggettivo (su quali immobili). L’obiettivo primario del legislatore è incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale per tutelare un interesse pubblico generale. Escludere le società immobiliari e i loro ‘beni merce’ creerebbe una limitazione non prevista dalla legge e contraria alla sua finalità. La detrazione d’imposta è quindi un’agevolazione di carattere generale. La Corte ha ritenuto errata la decisione dei giudici di secondo grado che avevano escluso l’agevolazione in capo alla società immobiliare e, di conseguenza, al ricorrente che da essa aveva acquistato l’immobile. Essendo la società originariamente titolare del diritto alla detrazione, questo si trasferisce legittimamente all’acquirente.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione stabilisce che la detrazione risparmio energetico spetta anche alle società immobiliari per gli interventi effettuati su immobili destinati alla vendita. La natura di ‘bene merce’ non osta all’applicazione del beneficio. Di conseguenza, l’acquirente di un immobile così riqualificato può legittimamente usufruire della detrazione. La Corte ha quindi annullato la pretesa fiscale, accolto il ricorso originario del contribuente e condannato l’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese legali del giudizio di legittimità.

Una società immobiliare ha diritto alla detrazione per interventi di risparmio energetico su un immobile destinato alla vendita (bene merce)?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il beneficio fiscale per la riqualificazione energetica spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società immobiliari, per gli interventi realizzati su immobili destinati alla vendita, senza che la natura di ‘bene merce’ costituisca un ostacolo.

La detrazione per il risparmio energetico è limitata a specifiche categorie di soggetti o immobili?
No. Secondo la Corte, la normativa non contempla limitazioni di carattere soggettivo o oggettivo. L’agevolazione ha una portata generale, volta a incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale, e si applica a tutti gli edifici esistenti, a prescindere dalla loro classificazione.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo all’acquirente di un immobile che ha beneficiato degli interventi di riqualificazione energetica eseguiti dalla società venditrice?
La Corte ha affermato che, poiché la società immobiliare venditrice aveva diritto all’agevolazione per gli interventi eseguiti, l’acquirente dell’immobile può legittimamente portare in detrazione le spese relative a tali interventi, in quanto il diritto si trasferisce con l’acquisto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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